Xenoblade Chronicles 3 è un gioco da cui dovreste stare lontani. E ve lo dice uno che ci ha giocato per un centinaio e più di ore nell’ultimo mese; uno che lo ha recensito attribuendogli un voto a mezzo punto dal perfect score; Ve lo dice un giocatore che non ne avrebbe mai abbastanza di Xenoblade Chronicles in generale, della sua narrativa e della sua lore. Capirete che, quindi, se uno come me vi dice di “starne alla larga” qualcosa sotto c’è.
In questo caso specifico tre cose: tre motivi per i quali dovreste stare lontani dal capolavoro JRPG del momento, Xenoblade Chronicles 3. Se, e solo se, ciò che sto per raccontarvi non sarà per voi, invece, uno sprone in più per uscire di casa immediatamente, recandovi al più vicino negozio di videogiochi per comprarlo. E se dovessi scommetterci, è probabile che scommetterei andrà proprio così.
Xenoblade Chronicles 3 è un JRPG puro
Come da titolo, Xenoblade Chronicles 3 è un JRPG puro. Questo significa che porta con sé un’eredità più pesante di altri generi videoludici da digerire. Almeno per i non avvezzi ai ritmi tipici di un videogame che ingrana dopo più o meno 8-10 ore. E nel caso specifico di Xenoblade Chronicles 3 non è del tutto vero che dopo quel lasso di tempo ha davvero messo la marcia più alta possibile.
Il gioco infatti è organizzato in modo da far provare al giocatore un continuo senso di scoperta non solo ricollegato con l’esplorazione delle location in game; ma anche con il gameplay sia dentro che fuori dagli scontri. Se per voi questa scelta si traduce in un insopportabile rallentamento a ingranare di Xenoblade Chronicles 3: state lontani da Xenoblade Chronicles 3. Un gioco che non si svela del tutto, anche ludicamente, per ALMENO una ventina (o più) di ore.
Sempre come parte del “problema” JRPG, poi, Xenoblade Chronicles 3 vi costringerà a prepararvi a ogni scontro con i Boss con lucida abilità strategica. Non esiste decidere di rushare uno scontro senza prima aver raggiunto un livello adeguato. E non sperate di cavarvela con un team male in arnese quanto a gemme, o equipaggiamento. Men che meno con un set di classi buttate lì a caso, senza riflettere su sinergie, capacità di infliggere danni, modi più efficaci di sfruttare i momenti “assalto di gruppo”.
E nemmeno vi ho parlato di Ouroboros, livelli di sincronia, Eroi e missioni varie ed eventuali. Starete nei menù di preparazione dei personaggi per almeno lo stesso tempo che trascorrerete esplorando e combattendo. Dunque, di nuovo, Se per voi questa scelta si traduce in un insopportabile noia e tedio: state lontani da Xenoblade Chronicles 3. Un JRPG action solo nella modalità di interazione tra giocatore e personaggi, in realtà volutamente, profondamente, meravigliosamente tattico e strategico.
La storia è pesante, molto pesante
Mettiamo che siate riusciti a “passare sopra” al gameplay così profondamente JRPG. E che, magari giocando a facile (grrr) abbiate deciso di concentrarvi sulla storia. Xenoblade Chronicles, la saga, ha sempre avuto un’impronta seria, a tratti mistica e pseudoreligiosa/esistenzialista persino. Alla Evangelion, detto in breve. Va da sé che sia che abbiate visto Evangelion e sappiate cosa intendo, sia che vi fermiate alla definizione della frase precedente è chiaro: Xenoblade Chronicles non va preso alla leggera nemmeno narrativamente.
Le tematiche affrontate nel terzo capitolo, in particolare, vogliono rappresentare la summa di quelle precedentemente viste in Xenoblade 1 e 2. Laddove il primo ha sperimentato maggiormente con il concetto di “vita e morte”, e il secondo con quello di “libero arbitrio”. Per riuscire nell’intento e coniugarli, quindi, Xenoblade Chronicles 3 propone una serie di premesse narrative durissime. Personaggi tormentati e intimisti, che celano i loro sentimenti dietro una facciata solo apparentemente giocosa e “cartoonesca”.
Ma l’essere caricature di loro stessi dura ben poco, e appena iniziamo ad avanzare nella longeva storia vengono a galla le reali emozioni che li muovono. E spesso, ciò conduce a momenti narrativi pesantissimi. Se per voi questa scelta si traduce in una profonda sensazione di scomodità: state lontani da Xenoblade Chronicles 3. Perché a volte per stare bene bisogna stare prima un po’ male.
La Switch è tecnicamente limitata
In ultimo, parliamo dell’elefante nella stanza: il lato tecnico di Xenoblade Chronicles 3. Lo dico prima ancora di iniziare il discorso, poi lo motivo. Se per voi Xenoblade Chronicles 3 su Nintendo Switch è troppo spoglio (graficamente); se non riuscite ad accettare che il gioco sia basato sul presupposto di “compromesso” e portabilità: state lontani da Xenoblade Chronicles 3. Perchè da un lato non posso che darvi ragione, e valutare con occhio obiettivo che Nintendo Switch ha i suoi ben noti limiti.
Ma osservando più a fondo Xenoblade Chronicles 3, le sue cutscenes, la vastità del suo mondo esplorabile e la direzione presa dall’art direction; toccando con mano quel che ho avuto a disposizione in prova fino al giorno della release, e confrontandolo con il passato della serie su Switch; e infine, riflettendo su quanto pesi, confrontandolo con tutto ciò che tecnicamente il titolo ha di efficace. Ecco, dopo tutto questo non riesco proprio a non valutare positivamente, o perlomeno non negativamente, l’ottimizzazione su Nintendo Switch di Xenoblade Chronicles 3.
Ma quindi era tutto clickbait?
Ma quindi, vi chiederete, il titolo e le motivazioni che hai riportato nel testo sono tutte votate al sacro mostro del clickbait? Hai cercato di attirare quante più mosche sul miele della critica al giocone di turno, salvo poi parlarne benissimo? Ti sei unito al carro dei fanboy al ritmo dell’OSTdi gioco, sorvolando su quelle che sono DAVVERO problematiche anche importanti nell’ottica di allargare la fanbase di una serie videoludica? No. O forse nì.
Perché, appunto, se nella mia carriera di giornalista videoludico ho imparato qualcosa è che gli estremi esistono agli antipodi di un vasto multiverso di grigi. Che se oggi recensisco ultrapositivamente Xenoblade Chronicles 3, non è ovvio che domani non sappia elencarvi tre importantissime ragioni per cui starne alla larga. E non è ovvio che non seguiate davvero il mio consiglio, ringraziandomi per avervi fatto evitare quella che percepite come “trappola di hype”. Ma che è tale davvero solo per determinate categorie di giocatori.
Perchè Xenoblade Chronicles 3 è un JRPG conservativissimo in tante meccaniche, un titolo dalla narrativa fin troppo profonda e pesante, che non vi tira su il morale se non in alcuni selezionatissimi momenti (comunque strappalacrime per molteplici ragioni). Ed è pure un gioco che pur spremendo al massimo Nintendo Switch, non può fare a meno di mettere in luce le debolezze di una console che necessita un lavoro certosino degli sviluppatori per brillare. Un’ottimizzazione che gioca intorno a compromessi e limitazioni. Xenoblade Chronicles 3 è questo, sì. Ma ha anche dei difetti.