L’ente antitrust del Regno Unito ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft, con l’accordo che è stato raggiunto a fronte di un investimento di circa 70 miliardi di dollari, che fa sembrare ogni precedente acquisizione dell’industria dei videogiochi come un’acquisizione minuscola.
E proprio per questo fatto, l’accordo Microsoft-ABK ha attirato sin da subito il controllo delle autorità garanti della concorrenza, con l’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati che si è mostrata immediatamente piuttosto critica nei confronti di questa nuova acquisizione del colosso di Redmond.
Il CMA è fortemente preoccupato dalla crescita imponente di Xbox Game Pass, soprattuto in ottica acquisizione di Activision Blizzard
Come sottolineato da Christopher Dring attraverso un nuovo articolo scritto su Games Industry, la CMA del Regno Unito ha posto prima di tutto grandi attenzioni nei confronti del futuro di Call of Duty, con Microsoft che ha promesso a più riprese di pubblicarla su più piattaforme anche dopo l’acquisizione di Activision Blizzard.
Ma proprio in tal senso l’ente antitrust in questione non crede alle promesse del colosso, visto che hanno reso esclusivi i titoli di Bethesda dopo l’acquisizione di ZeniMax Media, citando ad esempio Starfield e The Elder Scrolls VI, nonostante avessero promesso a più riprese di portare i loro titoli anche su altre console.
La CMA, tuttavia, non si preoccupa tanto della posizione di mercato delle console Xbox rispetto alle console PlayStation o Switch, quanto piuttosto della posizione di mercato di Game Pass. Il suo ragionamento è, in sostanza, che i servizi di abbonamento dedicati ai giochi siano da considerarsi delle piattaforme in sé e per sé, e quindi di conseguenza non delle semplici estensioni di una piattaforma console.
E tenendo bene a mente questo pensiero del CMA, in questo specifico contesto dei servizi di abbonamento ai giochi, il Game Pass di Microsoft è il leader di mercato in modo molto chiaro.
Inoltre stando alle dichiarazioni del CMA, il successo di Nintendo Switch non è indicativo dell’importanza oppure meno del franchise di Call of Duty, visto che la console di Nintendo ha un mercato completamente differente da quello delle console PlayStation.
“L’ente brasiliano ha affermato che il fatto che Call of Duty non sia su Switch dimostra che non è essenziale per una console affinché questa abbia successo. Il CMA non è d’accordo: ‘Nintendo offre hardware e contenuti differenti mirati primariamente a un segmento di consumatori differente (ad esempio, più “adatto alle famiglie”).”
E proprio in tal senso, il giornalista prosegue affermando quanto segue:
“Il CMA non ha inoltre condiviso l’idea che rendere esclusivo Call of Duty per Xbox possa danneggiare la serie: CMA non ha individuato alcuna prova persuasiva del fatto che Microsoft sarebbe stata dissuasa dall’applicare strategie di preclusione dalla prospettiva di un danno alla reputazione di Xbox o Call of Duty”.
Inoltre tornando ai servizi in abbonamento, l’ente antitrust del Regno Unito è preoccupato dall’effetto che potrebbe avere Call of Duty in esclusiva su Game Pass in seguito all’acquisizione di Activision Blizzard, rafforzando ancora di più lo strapotere di Microsoft all’interno dei servizi in abbonamento.
Christopher Dring ha infine affermato quanto segue:
“Se c’è un’autorità di regolamentazione che ha maggiori probabilità di far fallire l’accordo Microsoft ed Activision, è CMA.”