132.000 gamerscore in un mese? Qualcuno ci è riuscito, a scanso di quanto l’impresa appaia impossibile. Basti considerare significano 4.000 punti ogni singolo giorno. Un risultato impressionante raggiunto da Sarah, pseudonimo fornito dalla gamer, di 29 anni, al collega di Kotaku che ha avuto modo d’intervistarla per mezzo Discord.
In un post su Reddit ha scritto “Ecco cosa la quarantena ha fatto al mio gamerscore in marzo”, guadagnandosi 1.800 pollici in su nella r/Xbox Subreddit. La gente nei commenti è scioccata “pensavo che i miei 42.000 punti in un mese fossero tanti, come diavolo è possibile” scrive qualcuno, e altri ancora ironizzano dicendo “in otto anni sono ancora fermo a 20.000 punti”, fino ad arrivare a dei granitici e concisi “COME?”.
Senza dubbio si tratta d’una sorta di record nella storia dei videogiochi. Sarah ama accumulare achievements nei videogiochi da quando mise le mani sull’Xbox 360 nel 2006, quando furono per la prima volta introdotte queste dinamiche social e per la prima volta fu possibile accumulare gamerscore. Da subito il pubblico si divise tra chi ritiene questi obbiettivi futili, e inutili i punti che permettono di accumulare (qui ricade il sottoscritto, ndr), e chi invece ha subito montano a cavallo delle sfide proposte da questi achievements (qui troviamo Sarah).
“Ho preso il primo Gears of War e ci ho speso qualcosa come tre mesi per raggiungere 10.000 uccisioni, centinaia di ore di multiplayer. Da allora nei giochi ho sempre inseguito il completamento di tutti gli achievements”.
Sarah, oggi, è attiva prevalentemente su PlayStation, sua console favorita, e c’è da dire che Sony ha fatto un ottimo lavoro nel trascinare i suoi utenti in livelli sempre più profondi d’ossessione con questi obbietti e soprattutto con il famigerato Platino. Lei fa parte di quella che chiama la “Gamerscore League” sul sito XboxAchievements.com.
Nei primi di marzo, la lega lanciò una competizione: il vincitore sarebbe stato chi avesse accumulato più punti entro la fine del mese. La competizione si è svolta a coppie, con i punteggi di ogni membro della coppia sommati per ottenere il punteggio finale. Inutile dire che Sarah ha vinto, stabilendo un record mondiale.
Va riconosciuta la sua tenacia, specie se si considera quanto scarno fosse il multiplayer del primo Gears of War, senza dubbio divertente ma tedioso se giocato per decine e decine e decine di ore come fatto da lei, che lo giocò al solo scopo di accumulare soltanto 50 punti.
La pandemia da Coronavirus ha poi creato l’ambiente ideale, e probabilmente fu la ragione dietro l’avvio della competizione. Se ve lo chiedete, no, Sarah non smise di lavorare, trascorrendo le sue 40 ore settimanali in Smart Work. Ciò rende il suo risultato ancor più impressionante, e spinge a chiedersi cosa avrebbe potuto ottenere se avesse avuto tutto il tempo libero.
“Ho continuato con il mio solito lavoro, lontano dalla postazione da gioco, al mio portatile. Ciò che fece la quarantena fu eliminare il tempo che impiegavo per prepararmi per il lavoro. Tutto quel tempo lo potevo trasformare in tempo di gioco, se volevo farlo. Non c’erano eventi sociali. Ero letteralmente bloccata in casa con un unico passatempo disponibile”.
Se andate a sbirciare il profilo degli achievements di Sarah capirete come ha ottenuto tanto. La maggior parte dei 132.000 punti viene da piccoli titoli indie a basso budget. Giochi che spesso appaiono sul fondo delle liste degli store, titoli ai più sconosciuti, come Mushroom Quest, Red Bow o Thunder Paw, giochi che sarà ha platinato senza posa e con grande efficienza.
“Ho speso parte del tempo libero da lavoro compilando una lista di ogni gioco completabile in rapidità. Ho concluso la lista con 200 titoli. Li ho ordinati dal più veloce al più lento, e li ho lavorati cosi. I giochi indie sono generalmente più corti. C’è un publisher chiamato Ratalaika. Hanno rilasciato un gioco a settimana che si completare in un’ora e che garantiscono circa 1.000 punti ciascuno. Ne ho giocati circa 60 di quelli”
Dunque la ragazza non ha vinto solo di duro lavoro, ma in primo luogo ha vinto in astuzia. Si è anche concessa di dare un voto a ciascuno di questi giochi, dichiarando poi che il 70% meritano meno di un 5, e che difficilmente quei giochi rappresentano delle esperienze divertenti.
“C’era questo gioco, chiamato Back in 1995, fu il gioco più brutto che giocai da mesi” ha detto ridendo. “I controlli sono terribili. La grafica è terribile. Mi diede l’emicrania”. (Per contro, però, ha raccomandato Aer: Memories of Old, definendolo una perla nascosta).
In totale, ha dedicato circa sei ore ogni giorno feriale per raggiungere il suo obbiettivo, ben 12 invece nei fine settimana. Si è trovata indietro per quasi tutta la competizione, guadagnando la prima posizione solo negli ultimi cinque giorni disponibili. Durante questa fase finale dichiara d’aver battuto il proprio record personale di gamerscore raccimolati, arrivando a 29.000 nell’arco di 24 ore.
Il compagno di Sarah ha contribuito alla vittoria con altri 84.000 punti, per un totale di 219.000, che sono risultati in un distacco di 70.000 punti dai secondi classificati. Un distacco impressionante.
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