World of Warcraft: Shadowlands è stupore. A ben sedici anni dall’uscita dell’imperituro padre degli MMORPG moderni, World of Warcraft continua, dall’alto del suo trono, a dettare le regole di un genere in continua evoluzione. Un trono non più troppo solido che deve competere con altri avversari più freschi ed agguerriti, ma il peso di un’icona si valuta sulla sua storia e sulla capacità di splendere, World of Warcraft lo fa ormai da sedici anni, adesso è il momento di lasciare Azeroth ancora una volta, il destino del mondo è nelle nostre mani
Il cerchio della vita
Blizzard conosce bene i suoi fan e la sua community, come una coppia di vecchia data, dopo sedici anni sa benissimo quali sono le inclinazioni dei propri giocatori. Quello con World of Warcraft, almeno per i giocatori più datati, è un rapporto ormai intimo, una seconda casa costruita negli anni attraverso personaggi che sono cresciuti, si sono evoluti e spesso sono stati completamente stravolti. Una storia non priva di battute d’arresto, Warlords of Draenor ha rischiato di compromettere in maniera definitiva il mondo di World of Warcraft ma, come ogni eroe che si rialza dopo la sconfitta, spinto dal coraggio e dalla determinazione, Blizzard è riuscita a risollevare le sorti di un titolo pesantemente colpito da alcune scelte sbagliate, proponendo una delle migliori espansioni di sempre: Legion.
Shadowlands riprende dunque le redini di un mondo che sta attraversando una fase di rinascita, World of Warcraft è semplicemente il titolo più longevo e supportato della storia e, al netto di alcuni MMORPG che ancora oggi continuano a trascinarsi, rappresenta il modello di gioco a cui ispirarsi in termini di MMO. Mantenere un’infrastruttura che affonda le radici nel lontano 2004 non è semplice, serve ristrutturare, poco alla volta, delicatamente e senza stravolgere troppo gli equilibri di gioco, cercando di non scoraggiare i nuovi arrivati con 16 anni di contenuti “accumulati” al primo avvio e mantenendo le promesse fatte alla vecchia guardia.
In questo modo World of Warcraft: Shadowlands introduce una nuova concezione di leveling e di esplorazione delle mastodontiche vicende che sono avvenute nel mondo di Azeroth, da un lato riducendo il level cap da 120 a 60, una montagna meno ripida da scalare per giocare “seriamente”, dall’altra lasciando al giocatore la scelta in termini di questing e leveling per quanto riguarda l’esplorazione delle varie espansioni. I nuovi personaggi potranno infatti scegliere quale espansione affrontare nei livelli dall’11 al 50, incentivando così la creazione di nuovi personaggi per vivere le espansioni passate con un occhio diverso.
Verso l’aldilà
Shadowlands tuttavia non è soltanto una modernizzazione dell’esperienza di gioco, le pedine in campo questa volta non riguardano soltanto Azeroth e, come abbiamo potuto vedere dai trailer cinematici, le porte dell’aldilà sono state aperte ed entrambi i mondi sono stati compromessi. Da un lato abbiamo Sylvanas, un personaggio peculiare che ha subito un’evoluzione incredibile nel corso degli ultimi anni, dall’altro abbiamo l’ecosistema delle “terretetre”, un mondo destinato a disporre delle anime dei mortali dopo il loro passaggio nell’aldilà. Un equilibrio fragile, simboleggiato dall’elmo del Lich King, simulacro della connessione tra i due mondi.
L’ormai famosa cinematic in cui Sylvanas spacca letteralmente il cielo dopo aver infranto l’elmo del re dei Lich ci aveva dato qualche spunto di riflessione, oggi, dopo aver colto a piene mani i contenuti della nuova espansione, non possiamo che dirci soddisfatti per la varietà di gioco proposta da Blizzard. Quello che un tempo era un tedioso processo di questing, una gara a chi livellava prima, è oggi un ottimo pretesto per srotolare una trama che si estende su più mondi. Le terretetre rappresentano un terreno fertile per la creatività di Blizzard.
World of Warcraft: Shadowlands colpisce dunque laddove il cuore dei giocatori è più legato al mondo di gioco: Icecrown. Così come l’eterna lotta tra Arancino ed Arancina non finirà mai, anche quella tra The Burning Crusade e The Wrath of the Lich King è destinata a protrarsi fino alla fine dei tempi, le due migliori espansioni di World of Warcraft che hanno proposto i due villain più carismatici dell’intero brand e forse della storia del videogioco moderno: Illidan Stormrage ed Arthas, il Re dei Lich. Se con Legion abbiamo dunque riassaporato le vicende di Illidan, in Shadowlands è giunto il momento di tornare al cospetto del Re, creando così un ponte tra due espansioni ormai lontane tra loro e ricollegando al mondo di gioco uno dei Raid più belli di sempre. Il nuovo mondo è suddiviso in cinque differenti regioni collegate tra loro attraverso l’hub principale chiamato Oribos, questa sarà la nostra “nuova” Dalaran, la città principale dell’espansione che andrà ad ospitare i contenuti più rilevanti. Partendo da Oribos affronteremo le meraviglie di Bastion, un luogo di purezza dove le anime meritevoli aspirano ad ascendere in quelle che si possono definire come Valchirie. Un ordine estremamente rigido che richiede un sacrificio quasi totale e necessita di un addestramento durissimo, anche un’anima pura come quella di Uther ha difficolta ad ascendere, ma non vogliamo spoilerarvi troppo. Abbandonati i Campi Elisi di Bastion arriva il turno di Maldraxxus, un mondo in perenne guerra che ospita le anime più combattive, un vero e proprio esercito a difesa delle Shadowlands costituito da cinque casate principali. Un mondo necromantico fatto di combattimenti, arene, tumulti interni e guerre tra casate. Superato il mondo forse un po’ asfissiante di Maldraxxus approderemo nell’onirica foresta di Ardenwald, un luogo sospeso tra sogno e realtà, un inno alla natura come madre della vita e custode dell’eternità fino ad arrivare alle guglie gotiche di Revendreth, un purgatorio di vampiri ed anime in pena che possono ancora ascendere, magari nel giro di qualche eone.
Il mondo dei mondi
Quello delle Shadowlands è un mondo fortemente ispirato, variegato e ricco di contenuti. La diversificazione tra le regioni, le storie ed i ruoli all’interno del sistema di ognuna di esse rappresenta un lavoro di game design di altissimo livello. World of Warcraft: Shadowlandsnon è dunque un’esperienza monotematica ma abbraccia una filosofia molto più vasta, collocando e contesualizzando le sue regioni in maniera consapevole, solida e ben ritmata. I contenuti vengono distribuiti dunque in modo equilibrato, rinfrescando costantemente l’esperienza di gioco ed alleggerendo di molto la fase di livellamento tra il 50 ed il 60. Durante la nostra prima run non ci siamo quasi accorti di aver raggiunto il livello 60, troppo presi dalle vicende che porteranno ad affrontare un’ultima e nefasta regione delle Shadowlands: La fauce. Riconducibile al concetto di inferno, l’eterna dannazione attende le anime destinate alla Fauce, c’è solo un problema, al nostro arrivo nelle Shadowlands, tutte le anime vengono mandate in questo luogo di dannazione, siano esse pure o immeritevoli. Incipit e conclusione si incontrano dunque nelle Fauci, dove faremo la conoscenza del nuovo nemico dell’espansione: Il Carceriere. In evidente combutta con Sylvanas, quest’entità che governa le Fauci minaccia sia il mondo dei vivi che quello dei morti e sarà compito dei nostri eroi quello di fermare la minaccia incombente. La fauce è infatti il primo luogo che visiteremo durante la campagna delle Shadowlands ma anche un luogo pensato per l’endgame, tra reputazioni, crafting leggendario e la torre dei dannati: Torghast. Torghast rappresenta forse la novità più imponente in termini di gameplay, un dungeon infinito da affrontare in gruppo fino a 5 giocatori che, oltre a scalare di difficoltà introduce dei componenti roguelike completamente nuovi per la saga. Affrontare Torghast ai massimi livelli è l’aspirazione più alta insieme al Raid per i giocatori che hanno raggiunto il livello 60. Alla fine di ogni piano potremo scegliere un potere aggiuntivo, creando così build dinamiche e sinergie tra giocatori pensate per superare incontri altrimenti impossibili. Torghast è un’esperienza procedurale, costantemente rinfrescata di contenuti nuovi che ricompensa i giocatori con materiali per il crafting di leggendari, avete letto bene, in Shadowlands non sarà il caso a decidere per noi ma ogni giocatore potrà craftare il suo leggendario su misura.
Abbandonate momentaneamente le minaccce di Torghast, alla fine della prima parte della campagna principale di World of Warcraft: Shadowlands, dopo aver esplorato i vari mondi sopra descritti, il giocatore sarà chiamato a fare una scelta molto importante. Ogni mondo infatti rappresenta una congrega, queste “vie” presentano diversi bonus pensati per i giocatori ivi compresi nuovi poteri, vantaggi per determinate classi, cavalcature e companions ( soulbind ). La scelta della Congrega si rivela dunque un passo importantissimo per la costruzione del nostro personaggio ed apre le porte a campagne dedicate, attività secondarie, giornaliere e settimanali che vanno ad aggiungersi agli 8 Dungeons già presenti al momento del lancio. I contenuti in Shadowlands sono dunque davvero tanti, Blizzard ha pensato ad un’espansione per i giocatori proponendo contenuti alla portata di tutti e contenuti più proibitivi in termini di farming e difficoltà quel che è certo è che Shadowlands rappresenta la direzione giusta in cui andare. Basteranno infatti poche decine di ore per sentirvi più che a casa nelle nuove Shadowlands e ci sarà sempre qualcosa da fare per progredire in una o più direzioni, mai un momento di stallo, è così che si mantiene in vita un MMORPG.
In conclusione, World of Warcraft: Shadowlands è il manifesto di un titolo che ancora oggi riesce a rinnovarsi conciliando la storia con il futuro, il vecchio con il nuovo senza mai tradirsi, migliorandosi e continuando a crescere. World of Warcraft è davvero il progetto più importante, ambizioso e duraturo della storia dei videogiochi e dopo 16 lunghi anni non possiamo che continuare ad amarlo.
La recensione in breve
World of Warcraft: Shadowlands soddisfa tutti, i nuovi giocatori potranno inserirsi senza troppe difficoltà nel mondo di gioco, i giocatori più incalliti avranno il loro ben da fare ed i veterani potranno tornare a giocare senza dover scalare una montagna fatta di 120 livelli (e, cosa più importante, skippando a piè pari Warlords of Draenor ). Nuovi contenuti, nuove modalità ed un occhio sempre rivolto al futuro. Il World of Warcraft che amavamo è tornato anche se, pensandoci bene, non è mai andato via.
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Voto Game-Experience