A volte le cose cambiano. A volte cambiano cosi radicalmente, da andare praticamente nella direzione opposta alla loro origine, come nel caso del rapporto tra videogiochi e ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, ndr). Dove un tempo infatti s’indicava il gaming come una delle cause primarie della diffusione del disturbo tra i giovani, oggi c’è chi propone di curare il problema proprio con i videogiochi – o almeno, alcuni videogiochi; non tutti ovviamente sono adatti allo scopo.
Videogiochi prescritti per combattere l’ADHD; vediamo quali sono i titoli e per quali ragioni:
Si parla di giochi per lo più sviluppati apposta, dimenticate quindi Elden Ring, Call of Duty, God of War e compagnia bella. Si parla di giochi come EndeavorRx, sviluppato da Akili Interactive Labs, primo gioco approvato dalla US Food and Drug Administration (FDA) per l’uso nel trattamento dell’ADHD, e può infatti essere scaricato solo possedendo una apposita prescrizione medica.
A un primo sguardo pare un comunissimo gioco: impersoniamo un alieno che si muove in una astronave alla ricerca di oggetti sparsi su vari mondi, tuttavia è un gioco che cela molto più di quanto appare. Lo sviluppo è stato curato da un team di neuroscienziati e mira a stimolare le aree del cervelle legate all’attenzione. L’obbiettivo è allenare quelle aree del cervello di un bambino affetto da ADHD spingendolo a svolgere diversi compiti ignorando le distrazioni. Il gioco include un algoritmo che controlla le capacità dell’utente e regola di conseguenza le difficoltà.
Quando un medico prescrive questo videogioco fornisce ai genitori del bambino un link necessario a procedere con il download. Al momento si tratta di forme di terapia ancora in fase sperimentale, dunque ben lontane dall’essere già considerabili efficaci. Le speranze tuttavia sono buone, come dichiara lo psicologo inglese Lee Chambers, che sta studiando proprio l’uso dei videogiochi a questo scopo con lo sviluppo di una differente applicazione, chiamata Thymia.
Il vantaggio di questo sistema rispetto ai metodi tradizionali sta nel fatto che il soggetto affetto da ADHD non si sente messo sotto esame, come una cavia da laboratorio. Cosi facendo possono fornire indicazioni preliminari e mostrare dei pattern la dove i vecchi sistemi non sono mai riusciti ad arrivare. Se davvero il sistema dovesse, nel futuro, trovare conferme e superare con successo la sperimentazione, allora il cambio di direzione della vecchia corrente sarà chiaro, e i videogiochi saranno finalmente liberi, in modo provato, di un brutto falso mito affibbiatogli troppi anni fa.