Un nuovo rapporto firmato da Stephen Totilo ha rivelato che Ubisoft ha cancellato un nuovo capitolo della saga Assassin’s Creed, conosciuto internamente come Project Scarlet. Il gioco, ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, avrebbe portato la serie in una delle sue ambientazioni più moderne: l’America post-Guerra Civile, tra il 1860 e il 1870. Al centro della storia ci sarebbe stato un ex schiavo del Sud, trasferitosi a ovest per ricostruirsi una vita e poi reclutato dalla Confraternita degli Assassini per combattere le ingiustizie e fronteggiare l’ascesa del Ku Klux Klan.
Come riportato da Totilo su Game File, il progetto era in lavorazione presso Ubisoft Quebec, sotto la direzione di Scott Philips — già noto per Assassin’s Creed Syndicate e Odyssey — e doveva rappresentare il prossimo grande RPG della serie, previsto per il 2027 o 2028.
Secondo cinque ex dipendenti e membri attuali di Ubisoft intervistati da Totilo, la cancellazione sarebbe avvenuta nel luglio 2024, con le ragioni principali che sarebbero due: le forti critiche online seguite alla presentazione di Yasuke, il samurai nero protagonista di Assassin’s Creed Shadows, e il timore che il contesto politico statunitense fosse troppo teso per ospitare un titolo ambientato nel periodo della Ricostruzione.
Una fonte ha riassunto la decisione con la frase:
“Troppo politico in un paese troppo instabile.”
Gli sviluppatori coinvolti si sarebbero detti entusiasti del potenziale narrativo e tematico del progetto, ma anche frustrati per la scelta del management parigino di bloccarlo per motivi percepiti come “non creativi”.
Ubisoft non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulla vicenda, ma secondo Insider Gaming il titolo era destinato ad essere il prossimo capitolo principale del franchise dopo Shadows.