In Ubisoft non tira certo una buona aria dal momento in cui il movimento MeToo ha portato a galla una serie taciuta di molestie e abusi sessuali che ha letteralmente scosso l’intera industria videoludica, coinvolgendo moltissime compagnie e aziende del settore.
Tra tutte le compagnie, poche sono state scosse quanto Ubisoft, che fin dal principio si è detta intenzionata ad andare a fondo della faccenda e punire i colpevoli, come dichiarato nel comunicato ufficiale divulgato quasi un mese fa. Da allora, l’indagine ha dato i suoi frutti, portando al licenziamento di personaggi del calibro di Maxime Beland, Creative Director di molti titoli inclusi alcuni capitoli della saga Splinter Cell, nonché all’allontanamento di tre dirigenti di alto livello.
L’ambiente di lavoro in Ubisoft, fino a oggi, era flagellato da atteggiamenti sessisti, intimidatori e discriminanti, che colpivano dipendenti maschi o femmine indistintamente. Nonostante le indagini avviate, ciò che è mancato fino a oggi sono le scuse ufficiali del più alto in grado nella gerarchia aziendale, vale a dire il CEO Yves Guillemot.
Il bene informato Jason Schreier, dopo lo scoppio dello scandalo, seppe mettere in luce altri interessanti retroscena dell’ambiente di lavoro pre-scandalo. Pare infatti che la compagnia fosse ben consapevole degli abusi e del bullismo che tormentavano l’ambiente lavorativo, ma pare che il più delle volte la dirigenza riuscisse a convincere le vittime al silenzio concedendogli quelli che si possono definire dei premi di consolazione, specie in difesa dell’allora potente Serge Hascoët, poi allontanato dalla compagnia.
E se è vero che è meglio tardi che mai, allora finalmente sono giunte le scuse del CEO Yves Guillemot, che fino a oggi si era limitato a ripromettere conseguenze per i colpevoli, conseguenze che se è vero che la compagnia sapeva arrivano decisamente tardi, ma, un altra volta ancora: meglio tardi che mai.
Ai colleghi della testata francese Numerama Guillemot ha detto: “Miglioreremo completamente il dipartimento delle risorse umane. Abbiamo persone molto talentuose ed estremamente dedicate nelle nostre divisioni. Ammetto che in passato non abbiamo concesso loro i mezzi necessari per rispondere al meglio a certi problemi. Implementeremo nuovi strumenti per fare in modo che le risorse umane siano più influenti e indipendenti”.
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