Proseguono, dando i loro dolorosi frutti, le indagini interne di Ubisoft, avviate sul finire dello scorso mese a seguito dello scoppio d’uno scandalo legato a molestie e abusi sessuali che ha interessato molteplici realtà e nomi celebri del settore videoludico.
Gli ultimi risultati delle indagini, che già in passato portarono alla sospensione di Tommy François e Maxime Béland, due vice presidenti e figure importanti della compagnia. Ora altri tre dirigenti d’alto profilo sono finiti al centro dello scandalo. Si tratta di tre capi divisione, Serge Hascoët, Yannis Mallat e Cécile Cornet, che hanno nei giorni scorsi rassegnato le proprie dimissioni.
Hascoët era Chief Creative Officer, rivestiva cioè un ruolo centrale nella gestione dell’intero settore creativo della compagnia, supervisionando ogni gioco in sviluppo. Una delle figure più importanti del settore, nonché uno dei più importanti esponenti della compagnia. Da alcuni ritenuto un “intoccabile”, un uomo capace di approvare o condannare un progetto come pochi altri.
Mallat invece era Managin Director degli studi di sviluppo dislocati in Canada e operava da Toronto. Cornet invece era Global Head of HR, era alla guida delle risorse umane, la medesima divisione a cui andrebbero indirizzate le denunce di molestie.
“Tutto questo è inaccettabile, poiché i comportamenti tossici sono in netto contrasto con valori per i quali non sono mai sceso a compromessi – e mai lo farò. Mi sto impegnando per implementare dei cambiamenti drastici in tutta la compagnia per migliorare e rafforzare la cultura del lavoro”, questo è quanto ha dichiarato il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot.
Cambiamenti radicali e, considerando che le indagini proseguono, altre “teste” potrebbero ancora cadere. La speranza è che ogni colpevole sia riconosciuto come tale e che le vittime possano tornare a lavorare in ambienti confortevoli, sicuri e produttivi.
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