A quanto riportato da Il Corriere Della Sera, la Tsmc, acronimo che sta per Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, una compagnia che produce microchip taiwanese, avrebbe preso contatto con il governo italiano perché interessata all’apertura di uno stabilimento di produzione su suolo europeo, e gli unici due paesi rimasti nella loro lista di possibilità sono Germania e Italia.
Tsmc prevede un investimento per un valore enorme, sapremo farlo nostro?
Un investimento della medesima fattura di quelli compiuti in Giappone e in Arizona, negli Stati Uniti d’America, e motivati dalla volontà di redistribuire gli impianti di produzione, accorciando cosi le catene di distribuzione nel pianeta e rendendo il pericolo di blocchi delle forniture di minore impatto – rischio per esempio concretizzatosi nel corso della pandemia, e che chiaramente non vogliono faccia gli stessi danni in un ipotetico scenario futuro.
La ragione per cui Italia e Germania sono i soli due paesi in lizza è semplice: si tratta rispettivamente del secondo e del primo paese manifatturiero d’Europa, come riportato anche dalla fonte. In Itala, tra Veneto e Lombardia, c’è una grande area dove la richiesta di semiconduttori è sempre elevata, e senza dubbio Tsmc troverebbe terreno fertile. Il nostro paese offre inoltre molti centri universitari, utili luoghi ove compagnie come questa possono reclutare dipendenti e cercare talenti – anche alla Germania non mancano di queste cose, ma il nostro vantaggio sta nel fatto che i costi da noi sono inferiori.
In aggiunta il nostro paese, a differenza della Germania, presenta molta meno concorrenza a Tsmc sul mercato dei microchip, e avrebbe dunque molte chance di ergersi presto a leader del settore nel paese. Si prevede un investimento per un totale di 10 miliardi di euro, e la creazione di minimo 3.000 posti di lavoro diretti, e altri nel tempo a venire.
Non c’è ancora alcuna certezza, comunque. Pare ancora si debba raggiungere l’accordo su diversi dettagli fondamentali. Per esempio, Tsmc chiede una compartecipazione all’investimento su suolo europeo, il che significa che Italia o Germania, il paese scelto, dovrebbe investire di tasca propria 5 miliardi di euro per convincere il gruppo taiwanese a scegliere il territorio ove costruire. Anche le regole dettate da Bruxelles in relazione ai sussidi potrebbero essere d’ostacolo, poiché impongono che i progetti debbano essere “primi nel loro genere”. Tsmc potrebbe effettivamente anche decidere di dedicare il nuovo stabilimento alla produzione di chip delle dimensioni di 10-20 nm, ancora di largo uso, piuttosto che i moderni 2-5 nm.