Dopo il tentativo di riportare in auge i survival horror vecchia scuola di Song of Horror, che si può dire sia riuscito nel suo intento di far ritrovare la passione per questo genere ai più malinconici tra di noi (e magari a farlo amare ai più giovani), è Tormented Souls il gioco che ci riprova, opera prima dello studio cileno Dual Effect Games. Questo deliberato e tenero tentativo di riportare a nuova vita il classico survival horror sarà ben riuscito? Scopritelo con noi di Game-Experience nella nostra recensione!
Una ragazza intrappolata in un posto tormentato
Mettiamo le mani avanti e ve lo diciamo subito: la trama di Tormented Souls non è delle più originali, ma pone il giusto pretesto per buttarci nell’avventura horror di Dual Effect Games nel modo più veloce e doloroso possibile. Caroline Walker è la giovane protagonista di questo gioco, la cui vita viene sconvolta dall’arrivo di una lettera contenente una vecchia foto che ritrae due gemelle. Sul retro, la dicitura “Pensi di poterci semplicemente abbandonare qui?” scuote a tal punto la ragazza da farle avere una fitta alla testa, ed incubi per settimane. Sfinita dalla continua inquietudine provata, Caroline decide quindi di partire per il Wildberger Hospital, l’indirizzo di spedizione sulla busta, per scoprire cosa si celi dietro la foto e l’inquietante messaggio. Durante la notte Caroline raggiunge l’ospedale, che non è una tipica struttura medica, ma più una gigantesca villa antica che si staglia in mezzo al paesaggio. Una volta entrata e direttasi verso la sala centrale, la protagonista viene colpita e perde i sensi per poi destarsi nuda in una vasca da bagno, in mezzo al putridume, con un tubo in gola che riesce ben presto a rimuovere. Quando la ragazza arriva allo specchio nelle vicinanze scopre con orrore di avere una benda sull’occhio – un occhio che le è stato rimosso. Confusa e determinata a capire cosa le è successo, Caroline si avventura quindi nella struttura alla ricerca di risposte.
La curiosità gioca brutti scherzi
Come anticipato, Tormented Souls è un horror vecchia scuola simile ai vecchi Resident Evil e Silent Hill, il chè significa che le telecamere sono fisse, l’inventario è limitato e che dovremo risolvere enigmi più o meno impegnativi (dipende dal vostro livello di esperienza con questo tipo di giochi) interagendo o combinando altri oggetti per aprire porte e risolvere puzzle. La quasi totalità della storia verrà raccontata attraverso documenti e file piazzati nella verie stanze del Wildberger Hospital e diventa migliore mano a mano si attraversano i corridoi, raccattando note, mappe e diari.
Tutti gli oggetti raccolti verranno resi disponibili in un inventario a sezioni diviso in tre schede, una per gli equipaggiamenti, una per le risorse ed una per i file. Una volta davanti all’elemento con cui è necessario interagire, si aprirà una schermata ravvicinata tipica dei punta e clicca dove possiamo analizzare la scena, usare ciò in nostro possesso e modificare la posizione di leve e valvole. Questo è un buon metodo che rende meno macchinosa la gestione degli enigmi.
Come già anticipato e come nel caso di Song of Horror, in Tormented Souls si è scelto l’uso dei tank controls e l’uso della camera fissa, con risultati altalenanti. La telecamera fissa dà la possibilità di usare svariati trucchi di regia facendoci inquietare davanti a inquadrature distorte o che cambiano all’improvviso, e questo è un gran pregio del gioco che riesce a gestire quasi sempre bene l’angolazione delle stesse. Di contro, sembra che la posizione dei nemici non sia stata pensata tenendo sempre conto di questa limitazione sul campo: più di una volta, invece di trovarli in lontananza e quindi fuori telecamera, ci siamo trovati le creature da affrontare direttamente sui piedi, subito dopo aver aperto una porta. Questo peraltro ci ha reso impossibile evitare i danni perchè effettuati durante l’animazione di entrata nella stanza. La presenza di una schivata non aiuta più di tanto in questo caso, a meno di non avere un buon spazio di manovra alle spalle o ai lati.
A differenza della maggior parte dei survival horror, dove possiamo scegliere di “evitare” i nemici grazie a manovre adeguate per scarsità di munizioni o cure, in Tormented Souls i corridoi stretti non lasciano molto spazio in cui infilarsi. Va da sè che i nemici di Tormented Souls vanno obbligatoriamente combattuti e abbattuti: tentare di ignorarli significa solo vedere la quantità dei danni salire mostruosamente quando si tenta di aggirarli. Fortunatamente, il gioco ci dà tutte le cure necessarie ed i proiettili per farlo.
Detto questo, le animazioni di Caroline e dei nemici sono fluide, ed il personaggio principale stesso ci aiuterà negli scontri essendo dotato di un sistema di mira automatica: una volta messo dello spazio tra il tenero corpo della fanciulla ed i mostri dell’ospedale, Caroline potrà usare una sparachiodi come arma a distanza (ed un piede di porco come arma da mischia) senza che vi sia il bisogno di puntare nulla, o addirittura di alzare o abbassare la mira come succedeva nei vecchi Resident Evil. Se la minaccia è nel suo raggio di azione, Caroline sollevando l’arma la punterà direttamente verso la fonte del pericolo – un buon trucco per capire dove sono quelli ancora non inquadrati dalla telecamera, quando non ce li troviamo subito tra i piedi. Ad un certo punto, il gioco ci introdurrà ad un nemico invincibile che riconosceremo subito grazie al sonoro: fortunatamente basterà lasciare la stanza ed entrare di nuovo per condurre i nostri affari fino al suo ritorno.
Ben presto ci accorgeremo anche che il buio è un nemico ben peggiore dei mostri che abitano nell’ospedale: Caroline non può interagire con gli oggetti o combattere mostri al buio, tantomeno rimanervi per troppo tempo. L’accendino che ci viene dato a inizio gioco qui svolge un ruolo importante, sopratutto perchè andrà ad occupare lo slot dedicato alle armi, rendendoci vulnerabili. Questo significa che nelle aree buie dovremo equipaggiare l’accendino e cercare dei modi per illuminare le aree circostanti, accendendo degli interruttori oppure trovando dei portacandele. Nel caso vi fosse un nemico, dovremo avere la pazienza e l’abilità di trovare queste fonti di luce prima di poter sostituire l’accendino con la sparachiodi e (al pelo magari) dar fondo al caricatore.
Come in molti vecchi survival horror, Tormented Souls non ha un vero e proprio sistema di salvataggio: dovremo trovare dei nastri su cui salvare i progressi ed una stanza con un registratore su cui mettere il nastro. Nonostante la limitata quantità di nastri, non avremo in realtà problemi a salvare nei punti clue, anzi, potrebbero rimanercene di scorta.
Parlando invece del puzzle design, gli enigmi del gioco riescono a soddisfare appieno gli amanti del genere: spesso sono accurati ed intelligenti, impegnativi e gratificanti da risolvere. Ogni puzzle del gioco è unico a suo modo: alcuni richiedono di lavorare sulla logica, altri di misurare esattamente tempi o distanze, altri richiedono invece di raccogliere informazioni esaminando gli oggetti a nostra disposizione. Alcuni coinvolgono addirittura viaggi nel tempo, mentre altri fanno entrare Caroline in una realtà alternativa – attraverso uno specchio, una proiezione su telo – per cercare di influenzare il mondo reale. Purtroppo la dinamica di queste transizioni non viene mai ben spiegata, come nemmeno quale sia l’origine del mondo alternativo e perchè lo si possa visitare.
Come ultima nota, consigliamo su tutte le piattaforme di utilizzare un pad per i controlli, decisamente più facili da gestire rispetto al muoversi con mouse e tastiera e che alleviano un leggerissimo input lag nelle situazioni più frenetiche.
Molto di vecchio, ma molto di buono in Tormented Souls
Il comparto grafico di Tormented Souls è piuttosto buono, nonostante la natura low budget del titolo. Sicuramente Tormented Souls riesce a mettere insieme un ospedale inquietante credibile e pieno di oggetti, in cui il level design è immenso, ben elaborato e labirintico, con aree immense da esplorare collegate tra loro da passaggi e scorciatoie che potremo aprire per facilitarci il passaggio tra le varie ale della costruzione. La modellazione 3D del luogo è più che buona, l’atmosfera pare riuscita anche grazie ad una buona gestione di luci ed ombre che rendono l’ambiente opprimente e claustrofobico. I modelli 3D sono ben fatti e anche le animazioni sono credibili e fluide, specie nei movimenti di Caroline (ad esempio quando sale o scende le scale). Purtroppo non sempre le texture appaiono al posto giusto, le abbiamo trovate ancora sgranate in varie parti della struttura. Inoltre alcuni stacchi tra le camere hanno generato compenetrazioni e bug: ad un certo punto la telecamera fissa puntava da dentro il corpo morto di un nemico, mentre in altri frangenti Caroline volava se avvicinata a degli scaffali da controllare. Altre imperfezioni si notano quando dal gameplay si passa alle cutscene.
Il comparto sonoro appare ben riuscito, e più di una volta ci si sente inquieti sentendo lo stridere del metallo sulle pareti o lo scricchiolio del legno. Le musiche intrattengono il giocatore e fanno venire una certa inquietudine quando ci si avvicina ai luoghi più caldi della magione, mentre i nemici si sentono in lontananza e quando ci si avvicinano, i loro gemiti diventano più forti e aumentano di frequenza. Non altrettando ben riuscito è invece il doppiaggio, che appare molto banale e dalla scrittura legnosa. Il gioco è solo in inglese, con sottotitoli in lingua originale, ma fortunatamente i termini usati sono piuttosto comprensibili anche per chi non mastica la lingua inglese.
In quanto a longevità, il gioco richiede circa otto ore per essere completato ed ha multipli finali, che dipendono dalla risoluzione dell’enigma finale.
Versione testata: PS5
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Switch, PC
La recensione in breve
Di sicuro Tormented Souls riesce a fare quello che si prefiggeva, ovvero offre un'esperienza survival horror da vecchia scuola ed un'ambientazione piuttosto inquietante. Gli enigmi ed il ritmo di gioco sono accattivanti, ed il combattimento viene gestito abbastanza bene. Nonostante una storia poco originale ed il doppiaggio non proprio eccellente, la tensione generata e gli ambienti di gioco sono di prim'ordine. Tormented Souls in sintesi farà la felicità degli appassionati del classico survival horror, facendo smuovere le nostre celluline grigie con una quantità enorme di enigmi di qualità. E' una lettera d'amore al genere ben riuscita, con qualche difetto sopportabile.
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Voto Game-Experience