Tim Sweeney è un personaggio che, tra coloro che lo amano e coloro che lo odiano (principalmente hater di Fortnite, ndr), risulta indubbiamente tra i protagonisti di maggiore spicco dell’odierna industria videoludica. Lui è il padre di Fortnite, il gioco più popolare da molti anni a questa parte, ha fondato Epic Games, uno degli studi di sviluppo più importanti del settore, ed ha dato al mondo l’Unreal Engine, che da anni e anni muove una moltitudine di titoli di enorme spessore.
Tim Sweeney nasce in tempi in cui il settore videoludico era una frazione di quanto è oggi, e approfondire la materia non era impresa facile
L’interesse di Sweeney nell’industria videoludica, ma più in generale anche per l’elettronica, è radicata in lui fin da quando era un bambino impegnato a crescere nel Maryland, Stati Uniti, prima negli anni ’70 e poi negli ’80. Era difficile a quei tempi ritagliarsi un futuro nei suoi campi d’interesse ma, grazie a molta determinazione, diverse scelte audaci e la fortuna di incontrare le persone giuste quel bambino è cresciuto fino a finire inserito nella lista degli uomini più ricchi del mondo, nel 2019, alla posizione 190° secondo le stime di Bloomberg. Il suo patrimonio personale, a oggi, è stimato in circa 7,4 miliardi di dollari.
Tim Sweeney nasce a Potomac, nel Maryland, nel dicembre del 1970, ultimo di tre fratelli. Il padre è di professione cartografo per il governo statunitense, la madre una casalinga che dedica il proprio tempo a crescere e prendersi cura di Tim e dei suoi due fratelli. A quanto raccontato dallo stesso Sweeney nel corso di un’intervista con Kotaku, egli smontò per curiosità il suo primo tagliaerba all’età di cinque o massimo sei anni, questo perché dice di essere “sempre stato interessato alle cose tecniche”.
Il suo primo approccio al mondo videoludico avviene quando ha circa nove o dieci anni e, all’età di undici anni, intraprenderà un viaggio fondamentale per quello che è stato il suo futuro. Suo fratello maggiore, Steve, di ben quindi anni più grande, finisce al lavoro in una startup a San Diego, California, e il giovane Tim Sweeney va a trovarlo più volte sul posto di lavoro.
“Mi ha mostrato come adoperare uno dei primi PC IBM, come programmare con Basic. Dalla prima settimana che ho trascorso in California ho speso moltissimo tempo con lui a programmare e a capire le cose”
Cosi il primo approccio di Tim avviene con IBM, ma anche con Apple, e con il fondamentale linguaggio di programmazione Basic. Queste esperienze saranno la base su cui si costriuirà il futuro, decidendo da principio di studiare ingegneria meccanica presso l’Università del Maryland, solo per decidere durante il secondo anno di spostare tutte le sue attenzioni sull’industria videoludica creando il suo primo gioco, intitolato ZZT. Ammette che in quel periodo trascorreva le giornate interamente dedito allo studio e le notti dedito alla programmazione.
“Nei week end tornavo a casa e avevo una piccola attività di shareware, che stavo coltivando dopo aver rilasciato il gioco. Mi arrivavano un sacco di ordini per posta. Al tempo, le persone ti spedivano i loro assegni, quindi io copiavo i dischi sul computer e li spedivo”
In seguito Tim Sweeney deciderà di abbandonare l’università quando gli mancava solo un credito alla laurea, per tornare a vivere dalla propria famiglia a Potomac. Possiede un piccolo tesoro, di quattromila dollari, che sfrutterà per lanciare il progetto che in futuro sarebbe divenuto Epic Games – Curiosa la motivazione della scelta del nome, come ammette egli stesso era “una sorta di truffa per dare l’impressione che fossimo una grande azienda”; al tempo il nome includeva anche un “Mega” che, in seguito, fu rimosso.
Attraverso il progetto riesce finalmente a trovare la sua indipendenza, staccandosi cosi dai suoi genitori e abbandonando anche una serie di lavoretti che fino ad allora gli erano serviti per arrotondare. La sua neonata società si trasferisce con lui, cambiando sede dal Maryland a Cary, città della Carolina del Nord dove tutt’oggi è sita la sede principale di Epic Games. Il vero successo per Tim Sweeney e il suo studio arriverà molto più tardi, nel 2006, con il lancio di Gears of War.
La compagnia, tuttavia, avrebbe toccato le stelle solo dopo diversi anni, quando un progetto relativo a un gioco di sopravvivenza di piccole dimensioni, pensato principalmente per mostrare le capacità dell’Unreal Engine 4, cambio di forma nel corso dello sviluppo. Questo progetto, annunciato nel 2011, non arriverà a completamento prima del 2017, sei anni dopo, e quando è pronto da un piccolo progetto di genere survival si è trasformato in qualcosa di completamente diverso. Quel gioco si chiama Fortnite.
Non serve precisare come Tim Sweeney e Epic Games abbiano visto entrare nelle proprie casse, grazie a Fortnite, una quantità di denaro incredibile completamente derivata da micro-transazioni e Battle Pass stagionali. Questa è la storia di Sweeney fino a oggi e, considerando quanto ha saputo creare fino a oggi, non è da escludersi che nuovi capitoli possano aggiungersi in futuro a questa narrazione.