The Witcher 3: Wild Hunt è stato il capitolo principe d’una serie molto amata, il capitolo che ha consacrato la serie rendendola globalmente riconosciuta, più di quanto non avessero potuto i due primi titoli della serie o i comunque apprezzatissimi romanzi di Andrzej Sapkowski.
Prova di ciò è anche la serie prodotta da Netflix di prossimo arrivo, resa possibile in gran parte grazie alla diffusione che il terzo gioco ha permesso al soggetto e all’ambientazione di raggiungere.
Potrebbe un titolo simile, considerato un capolavoro e un metro di paragone, capace di fissare nuovi standard per i titoli open world, aver lasciato dei rimpianti in chi l’ha realizzato? Ebbene si, un rimpianto c’è.
Jakub Szamalek, uno degli scrittori del team di sviluppo, ci ha parlato di questo rimpianto che vede per protagonista la giovane ed esuberante Ciri e il suo tatuaggio.
La giovane infatti sfoggia il tatuaggio d’una rosa, un riferimento a Mistle, sua amata compagna d’avventure citata nei romanzi. Nel gioco si accenna a questo fatto e non si va oltre, ciò a causa della enormità e ricchezza di contenuti già a disposizione.
“Non c’era proprio spazio per esplorare questo complesso episodio in Wild Hunt, ed è un peccato. In questo momento della vita, Ciri si è abbandonata al suo lato più oscuro ed ha seguito i peggiori degli istinti. Mostrare ciò, e i rimorsi che ne sono derivati, sarebbe stata una grande storia”.
Che ne pensate? Avete letto i romanzi e i fatti a cui qui si fa riferimento? Fateci conoscere la vostra opinione nella sezione commenti.