Naughty Dog ha rilasciato un’intervista direttamente sul PlayStation Blog in cui spiega tutte le tecniche e i processi che sono stati utilizzati per creare The Last of Us Parte I, in modo tale da renderlo il più possibile fedele all’originale ma al contempo svecchiarlo e dargli una nuova veste, come se fosse un gioco uscito quest’anno e non si trattasse di un remake.
Per tutti coloro che non vedono l’ora di poter mettere mano a questo remake e vedere con i loro occhi cosa Naughty Dog ha pensato (a proposito, occhio agli spoiler!), vi proponiamo in anteprima alcune dichiarazioni di alcuni esponenti della software house, in moda tale da avere qualche nozione in più in vista della vostra prossima (nuova) avventura.
Alcuni esponenti di Naughty Dog svelano alcuni dettagli su The Last of Us Parte I
“Per me, è la somma delle migliorie apportate a renderlo un remake e non un remaster. Non si è trattato semplicemente di importare su hardware migliore gli stessi personaggi, gli stessi ambienti, la stessa direzione artistica e via dicendo. Abbiamo rivisto ogni aspetto: la direzione artistica, l’illuminazione e i rispettivi aspetti tecnici. Persino il design dei personaggi. E abbiamo applicato all’originale l’esperienza accumulata in dieci anni, appoggiandoci alle nuove tecnologie per creare un risultato che lo aggiornasse senza snaturarlo in alcun modo”.
“Abbiamo reso il mondo più concreto. Ambienti e spazi hanno preso vita. La luce filtra tra gli alberi, il muschio galleggiante nelle strade allagate si agita al passaggio, gli insetti ronzano tra i cespugli, le auto barcollano quando qualcuno ci atterra sopra. Ognuno di questi dettagli accresce la plausibilità della scena, calando inevitabilmente il giocatore nell’atmosfera. Anche il combattimento è stato reso più viscerale. Quando ci si ripara dietro un’auto abbandonata, questa si scuote e cigola. Gli spari mandano in frantumi i finestrini e squassano la carrozzeria. Tutto contribuisce a elevare l’esperienza”.
Shaun Escayg
“Molte delle modifiche apportate al sistema di combattimento hanno riguardato elementi che [nell’originale] erano stati messi assieme in modo poco elegante. Alcune sequenze seguivano un copione predefinito, dallo svolgimento estremamente preciso”.
“Nell’approcciarci a The Last of Us Parte I, abbiamo voluto rendere più realistiche quelle sequenze di combattimento sfruttando il nostro motore di IA e gli strumenti a disposizione. Ora gli incontri sono più dinamici, poiché i nemici dispongono di nuovi comportamenti di ricerca e indagine, possono analizzare la topografia per programmare gli spostamenti e valutare la visibilità. Di conseguenza, l’approccio furtivo risulta applicabile in un numero maggiore di circostanze. E per questo, l’intero gioco risulta più stimolante. Nessuna situazione si ripete uguale a sé stessa. Il giocatore può ritrovarsi in scenari nuovi ed emozionanti che nemmeno noi di Naughty Dog avevamo previsto”.
John Bellomy
“La visione creativa originaria prevedeva di enfatizzare lo splendore della natura che riprende il sopravvento, piuttosto che dipingere un mondo apocalittico cupo e distopico. Su PS3 la vegetazione non era molto fitta, mentre sfruttando la potenza di PS5 abbiamo potuto applicare shader complessi, modelli particolareggiati e un livello di dettaglio e volume che trasmettono appieno il senso di una natura che ha riconquistato la città”.
Sebastian Gromann