Le scorse settimane sono state davvero molto intense per i fan PlayStation a causa di una marea di rumor riguardanti The Last of Us: Part II, esclusiva PlayStation 4 ad opera di Naughty Dog incredibilmente attesa dal pubblico di tutto il mondo.
Chi segue attentamente il mondo dei videogiochi sa che in quest’ultimo periodo sempre più sviluppatori sono costretti a crunch time massacranti per far uscire il gioco di turno nel tempo prestabilito.
Ebbene in queste ore ecco arrivare delle dichiarazioni di alcun sviluppatori Naughty Dog che vogliono anche la software house, a cui dobbiamo tra gli altri la serie di Uncharted e The Last of Us, adoperare questa brutta pratica.
Ovviamente come accade per altri team di sviluppo anche qui si parla di sessanta e settanta ore di lavoro settimanali, con gli sviluppatori costretti ad affrontarle per non rischiare il licenziamento a causa di pressioni dall’alto
Eccovi varie dichiarazioni di più sviluppatori:
«Nell’arco degli ultimi tre/sei mesi di un progetto, le mie ore salgono fino ad arrivare a circa 60 o 70 alla settimana, dipende da quanto è critica la situazione. Alcuni altri fanno anche più ore di così, penso non sia molto salutare».
«La verità è più grigia che bianca o nera. Non c’è obbligo di ridursi al crunch. Ci potrebbe essere parecchia pressione tra colleghi, però. Questo include anche la pressione da parte di persone che sono in effetti i tuoi manager. È una cosa che dipende dal fatto di avere un gruppo di persone devote, brillanti, talentuose, che lavorano duramente a un progetto tutte insieme.»
«Naughty Dog non ti dice che devi lavorare X ore, ma che devi finire il lavoro. Quella quantità di lavoro però è impossibile da completare per qualsiasi essere umano, è semplicemente eccessiva. Se non raggiungi gli obiettivi, vieni licenziato, quindi non è che ci sia poi così tanta scelta.»
«Molti di noi si sentivano come se non fossero nemmeno parte della compagnia. Ci facevamo il cu*o solo per essere trattati come se non fossimo parte di loro. Era una cosa che faceva schifo. E questo andava a braccetto con il lavoro extra e il crunch. Quando lavoravo per Naughty Dog, abitavo a casa con i miei. Poteva passare anche una settimana prima che riuscissi a rientrare e vederli di nuovo.»
Ovviamente prendete il tutto con le pinze, sperando che Naughty Dog smentisca queste pesanti accuse che, se confermate, certamente non farebbero onore al celebre team di sviluppo americano.
Vi ricordiamo infine che The Last of Us: Part II è in arrivo ufficialmente su PlayStation 4 ma non possiede ancora una data di uscita ufficiale.