Mai come in questi anni il mondo videoludico ha visto rapporti più difficoltosi tra sviluppatori ed editori nei confronti del pubblico, e The Last of Us Parte 1, il remake di prossimo arrivo su PlayStation 5 e PC Windows, è un buon esempio di come i rapporti si siano fatti complessi. Come avviene in ogni altro campo della vita, si ha ultimamente la tendenza a diffidare degli addetti ai lavori, preferendo sviluppare teorie proprie che spesso mancano di ogni nesso con la realtà – in modo analogo a quanto accade nella mente dei cosi detti “complottisti”.
The Last of Us Parte 1 Remake “non ha paragone” con la versione originale:
L’argomento di discussione primario, ancora una volta, è uno dei più superficiali del settore: la resa grafica, da sempre il capro espiatorio attraverso cui i gamer insoddisfatti sfogano la propria acidità: quanti se ne contano che a ogni nuovo gioco se ne saltano su con “sta grafica sembra della PlayStation 2”. Ebbene una critica simile è stata rivolta al remake in questione, in più occasioni.
Dopo un po’, com’è naturale quando chi ignora la tua professione inizia a bombardarti di critiche vuote senza sosta, è però arrivata la reazione di Jonathan Benainous, senior enviroment texture artist di Naughty Dog, che ha difeso The Last of Us Parte 1 dichiarando che “non c’è paragone” tra la nuova versione PlayStation 5 e l’originale per PlayStation 3, definendolo un fatto chiarissimo, specie a chi ha avuto modo di provare entrambi i titoli.
La risposta è giunta in reazione all’ennesimo commento d’un utente che lamentava il prezzo del gioco, ritenuto eccessivo se paragonato ai miglioramenti scarsi introdotti nel titolo: “Caro Jonathan, le persone erano molto entusiaste quando fu annunciato che il gameplay sarebbe migliorato e si aspettavano un gameplay al livello di The Last of Us Parte 2 per il prezzo richiesto. Gli upgrade grafici sono stupefacenti, questo è certo, ma credo che il prezzo dovrebbe calare”, ha scritto l’utente Waylander Protoss.
Lo sviluppatore ha dichiarato invece che, giocando entrambi i giochi, le differenze si percepiscono chiaramente. Ha poi spiegato che alcune meccaniche del secondo titolo, come la possibilità di chinarsi e sdraiarsi, non sono state implementate per non ledere i bilanciamenti di gameplay del gioco – se effettivamente il level design è stato pensato senza queste due feature, introdurle potrebbe richiedere una modifica del level design stesso o esporre a grossi rischi di bilanciamento.
“Le persone si lamentano del gameplay osservando un video, ma nessuno ha effettivamente messo mano al controller. Avendo giocato entrambi, non c’è confronto tra PlayStation 3 e PlayStation 5. E la possibilità di muoversi strisciando avrebbe semplicemente rotto il gameplay e gli spazi di combattimento dell’originale, dal momento che non erano stati creati a questo modo in origine”, questa è stata la risposta completa dello sviluppatore.
Purtroppo la saga di The Last of Us è oramai tristemente abituata ad affrontare una nutrita schiera di haters, fin da quando il lancio del secondo portò molti a odiare il gioco a causa delle scelte narrative compiute dagli autori del gioco. Come sempre mi ritrovo a invitare a considerare le cose da più punti di vista: se un gioco del genere viene venduto a 80 euro, è chiaro che il target non è chi già ha giocato ma chi ancora deve farlo. Se avete già posseduto le vecchie edizioni e il prezzo non vi piace il consiglio è semplice: non acquistate. Non subito, almeno. Con pazienza il prezzo calerà fino a una cifra che troverete più adatta.