A seguito della morte di un ragazzo, avvenuta per mano della Polizia in Francia, Presidente Emmanuel Macron durante una conferenza stampa ha attaccato duramente videogiochi e canali social, definendoli “tossici” per i ragazzi. Katsuhiro Harada, game-director di Tekken, ha evidenziato come dare la colpa a qualcos’altro, sia il metodo migliore per sfuggire dalle proprie responsabilità.
La consapevolezza in questione a cui fa riferimento lo sviluppatore, potrebbe essere il crimine a sfondo razziale commesso dall’agente francese: Harada ha poi evidenziato tutti i classici aspetti per cui i videogiochi avrebbero un’influenza negativa sulle persone. A partire dai ragazzi incapaci di portare al termine gli studi, fino agli atti più violenti: non è di certo la prima volta che i videogiochi vengono accusati di influire negativamente sulla vita dei videogiocatori.
Dopo l’ennesima critica all’industria, il game director di Tekken non ha tardato a scagliarsi contro il Presidente francese, affermando che fra non molto i videogiochi saranno visti come la causa di ogni male sul nostro pianeta.
Dare la colpa a qualcos’altro è il modo migliore per sfuggire dalle responsabilità.
-I ragazzi non studiano a causa dei videogiochi.
-Le persone sono violente a causa dei videogiochi.
-I videogiochi sono la ragione per cui la mia vita non sta andando per il verso giusto.
-Fra non molto i videogiochi saranno la causa di ogni problematica presente sulla Terra!
Uno sviluppatore capace di dare vita a una minaccia così importante è eccezionale!
Blaming something is a great way to escape the burden of responsibility.
– Children don’t study because of video games.
– People are violent because of video games.
– Video games are the reason my life isn’t going well.
– In the near future, video games will be responsible… https://t.co/QTWqL5cH7S
— Katsuhiro Harada (@Harada_TEKKEN) July 6, 2023
In Francia, dopo la morte di un diciassettenne ucciso dalla Polizia, sono scoppiate delle proteste da parte dei cittadini. Secondo quanto riportato, ad aver spinto le forze dell’ordine a puntare la pistola contro il giovane è stato il fattore razziale: Nahel M. era di origini arabe e marocchine. Nonostante il poliziotto sia stato arrestato e lo stesso Presidente francese abbia condannato il gesto pubblicamente, ciò non è servito a fermare le rivolte.