Una storia davvero buffa e simpatica quella che ha per protagonista Superman, l’iconico supereroe della DC Comics, e il suo ultimo interprete, quello stesso Henry Cavill che, tra le altre cose, è anche il volto televisivo di quel Geralt di Rivia tanto caro in particolar modo al mondo dei gamer.
La storia risale ai tempi de L’Uomo d’Acciaio, film diretto da Zack Snyder con protagonista Superman per cui Henry Cavill si guadagnò la parte dopo aver vinto il casting tenutosi nel 2013. L’attore dichiarò che il nipotino, dopo aver detto a scuola di avere un supereroe per zio, fu accusato di mentire e non fu creduto, rischiando di essere rispedito a casa a causa della sua insistenza nel difendere la propria posizione.
L’aneddoto fu diffuso nel corso di un’intervista concessa a Jay Leno nel corso del The Tonight Show. Il protagonista della storia dell’ultimo Superman è Thomas, figlio della cognata di Henry Cavill. L’attore ha detto: “Mio nipote Thomas era talmente eccitato che è corso a scuola. Ora, devi sapere che lui ha una particolare ‘reputazione’ per aver raccontanto alcune storie inventate ai propri insegnanti in passato. Questa volta però è andato a scuola vestito da Superman, perché suo zio è Superman!”.
“L’insegnante gli chiesto ‘Thomas, perché indossi questo? Non dovresti indossarlo a scuola’. ‘Beh, perché mio zio è Superman’, ha risposto lui, e l’insegnante decise di prenderlo da parte. Si mise nei guai”. La maestra intervenne appunto per dire al ragazzino che Superman non esiste, e vista l’insistenza di Thomas decise di far chiamare i genitori e mandarlo a casa.
Fortuna vuole che la madre del bambino, dopo aver risposto alla chiamata della scuola ed esser messa a parte di quanto accaduto, si risolse a inviare a scuola proprio Henry Cavill, cosi che sia i compagni che l’insegnante, vedendo arrivare proprio l’attore che calza i panni del noto supereroe, capissero che Thomas non stava dicendo una bugia. Una simpatica storia su un ragazzino pieno di fantasia che, spinto dall’emozione di avere uno zio da poco divenuto volto del celebre personaggio fumettistico, ha forse reagito in modo eccessivo; tuttavia da un bambino una simile reazione è, direi, più che comprensibile.