Una delle saghe più famose della storia dei videogiochi è sicuramente Suikoden. Un franchise di Konami che negli anni è stato eretto a fenomeno di culto di due generazioni ben precise: quella PS1 e quella PS2. I primi due capitoli: Genso Suikoden e Suikdoen 2 sono attualmente riconosciuti come facenti parte di quel gotha ristretto di JRPG considerati “immortali”.
A conti fatti però, la celebrità di questi giochi si deve molto al loro post mortem, dato che durante gli anni in cui la saga di Suikoden era attiva (ovvero fino al 2006), i primi due capitolo ricevettero un discreto successo, ma non quell’amore incondizionato e quell’affezione al brand che si nota oggi quando si parla dei due succitati titoli.
In questa strana situazione, a 19 anni dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga e dopo la morte del padre del franchise (Yoshitaka Murayama), Konami decide di ascoltare le voci dei fan che da tempo chiedevano un ritorno di Suikoden, riproponendo in versione ammodernata Genso Suikoden e Suikoden 2. In questo turbinio di nostalgia dunque, vi raccontiamo il nostro ritorno al passato nella recensione di Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars.
La genesi di un capolavoro
Molti non sanno che l’ispirazione iniziale di Murayama non arriva dal Giappone. Il progetto Suikoden nasce da una fascinazione dell’autore per un romanzo cinese del XV Secolo chiamato: I Briganti. Al pari de Viaggio in Occidente e della storia di Sun Wukong, anche I Briganti costituisce uno dei quattro grandi romanzi della letteratura cinese. Questo splendido libro racconta le gesta di 108 ribelli, una volta arcidemoni e suddivisi tra Spiriti Celesti e Terrestri. 108, come le 108 Stelle del Destino di Suikoden, ovvero il numero di personaggi reclutabili in ogni capitolo della saga.
Che siate dunque amanti o meno del micromanagemnet, sappiate che un gioco con 108 personaggi, all’epoca dell’uscita del primo e del secondo Suikoden fu qualcosa di straordinario e incredibilmente soddisfacente. Tutt’oggi rimane una caratteristica marcata e peculiare che ci ha fatto ancora godere in alcuni momenti. Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars non lascia per strada nulla di quanto proposto dai giochi originali. Le dinamiche di reclutamento, di iterazione tra i vari personaggi e la complessa articolazione tra esplorazione e ricompensa rimane uno delle più geniali caratteristiche dei giochi.
Una narrativa straripante
La componente narrativa in nei primi due Suikoden ha una valenza estremamente importante. Anche in Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars vale lo stesso discorso. Niente è stato modificato e quello che il giocatore si trova davanti è a conti fatti più di 200 ore (divise tra i due giochi) di colpi di scena, tradimenti, sorprese, brutalità e tematiche crude. La saga di Suikoden, ancor di più i primi due capitoli, presentano la forza intrinseca degli anni ‘90 di non lesinare sul racconto. Ci si trova davanti a genocidi, brutalità, razzismo, xenofobia, bullismo, ma anche amore, amicizia, famiglia, altruismo.
La caratterizzazione dei personaggi è sempre stata una chiave importante del gioco così come la personalità degli ambienti rappresentati, che offrono una base importante. Non è solo la cultura giapponese, ma in generale un mix tra occidente ed oriente, con richiami alle più importanti caratteristiche del fantasy classico ma anche moderno (con ovviamente richiamo al periodo 1997-2000, ovvero quando furono pubblicati i giochi). Il valore aggiunto anche in Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars è e rimane la presenza di Luca Blight in Suikoden 2, ovvero, per chi vi scrive, il miglior villain della storia dei videogiochi per caratterizzazione e messa in scena.
Un gameplay solido
Dal punto di vista del gameplay, poco c’è da dire per questa Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars. La base di gioco è la medesima dei classici di riferimento: un classico JRPG a turni con party fino a sei membri e la peculiarità della presenza delle battaglie campali strategiche. Quando in sede di recensione di Eiyuden Chronicles: Hundred heroes vi raccontavamo dell’ispirazione del titolo, ora per chi vorrà potrà giocare il punto di riferimento a cui su cui si è basato il team di sviluppo (ex veterani Konami che seguirono Murayama nel suo distaccamento dall’azienda).
In aggiunta al restauro del gameplay originale sono state aggiunta una serie di meccaniche di miglioramento della qualità della vita: la pressione di un tasto per accelerare le battaglie, la possibilità di renderle automatiche selezionando “Auto” dal menù battaglia, il salvataggio automatico (resta invariato il salvataggio manuale alle locande e alle sfere di salvataggio) e il registro conversazioni se per caso ci si è persi qualche passaggio per sbaglio. Invariata ovviamente la presenza dell’hub di gioco personalizzabile in cui raggruppare i 108 personaggi, migliorabile e ricco di segreti (esplorate!). Tutte novità che non cambiano nulla rispetto al passato, ma che migliorano notevolmente il peso del grinding e in generale la morbidezza dell’esperienza di gioco.
Restauro tecnico
Dove è stato apportato il miglioramento e il restauro più evidente è a livello tecnico e grafico. Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars propone in linea con i moderni JRPG ispirati ai classici di un tempo degli sfondi in HD puliti, nitidi e di ottima fattura. SI tratta di una versione ammodernata del passato e dunque non una virata allo stile diorama come nel caso di Octopath Traveler. Detto ciò, la piacevolezza dell’esperienza è ora sublimata da questi sfondi che donano carattere e personalità alle idee artistiche dietro le ambientazioni, andando a valorizzare quello che fin dal principio è stato un lavoro certosino sulla caratterizzazione del mondo di gioco che doveva coccolare, stupire e scuotere il giocatore. Ci sono alcuni momenti dell’esperienza di gioco in Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars che grazie alla restaurata veste grafica 8sia negli sfondi che negli effetti visivi aggiornati) ora acquistano una potenza ancora maggiore (dannata rupe!).
Notevole anche la miglioria audio, che ora presenta nuovi suoni ambientali oltre a una rifinitura delle sonorità della colonna sonora che in entrambi i giochi è un valore aggiunto pazzesco a quanto mostrato a schermo. Da considerare infatti che non esiste doppiaggio e per questo l’attenzione posta al sound design e alla colonna sonora già all’epoca per i giochi originali fu una cosa che colpì molto critica e fan.
Peccato per la localizzazione. Il gioco presenta la traduzione italiana, ma in alcuni momenti presenta degli errori grossolani che a memoria non erano presenti nel gioco originale. Per qualche motivo dunque, deve essere andato storto qualche passaggio. Non stiamo parlando di situazioni di Cannarsiana memoria, ma è indubbio che in alcuni momenti i dialoghi subiscano delle virate stonate verso termini un po’ fuori contesto. Sicuramente verrà sistemato, ma ci è dispiaciuto notare che da questo punto di vista si sarebbe potuto avere maggiore attenzione.
La recensione in breve
Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars riporta sul mercato due capitoli monumentali della storia dei videogiochi. Lo fa riportando in auge un franchise storico rimasto nel cuore della gente. L'opera di restauro è impeccabile e curata, peccato per alcuni inciampi della localizzazione.
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Voto Game-Experience