Atteso per il prossimo 26 aprile, Stellar Blade è la nuova IP dello studio coreano SHIFT UP, divenuto studio second party di Sony, e naturalmente in esclusiva PlayStation 5. Con protagonista la provocante EVE alle prese con la riconquista della Terra passata sotto il controllo dei mostruosi Naytiba, Stellar Blade è un action che ha saputo far parlare di sé fin dal primissimo annuncio, sia per il character desing sopra le righe, che per i molteplici paragoni con altri titoli di grosso calibro.
Proprio per spazzare via i dubbi (o per crearne di altri), SHIFT UP ha rilasciato una demo del gioco sul PlayStation Store in modo da offrire a tutti la possibilità di provare con mano le avventure terrestri di EVE. Avventure che, come potrete leggere nelle prossime righe, sono ben diverse da quello che ci si poteva aspettare. Bando alle ciance, ecco a voi l’anteprima con le nostre impressioni a caldo su Stellar Blade.
Nier-like o Souls-wannabe?
Dopo una breve, ma intensa introduzione in stile cinematografico, che ci presenta il setup del gioco, verremo catapultati nel vivo dell’azione di Stellar Blade. EVE, eroina di quest’avventura, è l’unica sopravvissuta di un battaglione volto a riconquistare la Terra, ora sotto il controllo dei Naytiba, creature mostruose assetate di sangue e potere. Cresciuta lontana dalla Terra, EVE dovrà addentrarsi in uno scenario decadente e desolato per adempiere alla missione assegnatole, scoprendo di volta in volta il passato della razza umana.
Dopo aver fatto la conoscenza di Adam, che ci accompagnerà durante il corso della nostra avventura grazie a un drone bellico, EVE dovrà fare esclusivo affidamento sulle sue forze per sgominare le orde di Naytiba inferociti che si annidano fra i palazzi diroccati della città in rovina, palcoscenico alle vicende narrate nel gioco.
NieR: Automata, del quale abbiamo recentemente recensito anche il primo volume del manga-prequel edito da JPOP, è sicuramente fra le principali fonti d’ispirazione per Stellar Blade, ma non certamente l’unico. Stando alle previsioni iniziali, e anche a giudicare dai primi trailer non propriamente indicativi in termini di gameplay, Stellar Blade si presentava come uno stylish action fortemente ispirato ai vari NieR nonché a Bayonetta, con il quale sembrava condividere la stessa fluidità e spettacolarità delle movenze.
Contro ogni pronostico invece, Stellar Blade ha molti più tratti in comune con un Souls-like, che non con i due titoli sopracitati. I Naytiba infatti sono nemici in grado di vendere cara la propria pelle e i riflessi saranno fondamentali per non finire in poco tempo carne da macello. Parata e schivata saranno quindi i vostri più preziosi alleati grazie ai quali potrete attutire i colpi o rispedirli al mittente a patto però di premere i relativi pulsanti con il giusto tempismo.
Altri elementi, come ad esempio le pozioni per ripristinare la vita ricaricabili unicamente presso le stazioni di servizio che, per non farci mancare nulla, faranno anche tornare in vita i nemici circostanti, sono presi direttamente dai vari Souls-like in circolazione. Questi fattori spostano di fatto il target di Stellar Blade verso un pubblico probabilmente più esigente in termini di gameplay e difficoltà, tagliando fuori invece chi si aspettava un’esperienza più rilassata, o chi sperava che il prezzo del biglietto per assistere al fascino di EVE fosse meno salato.
Questione di riflessi
La demo di Stellar Blade ha quindi diviso nettamente coloro che l’hanno provata, fra chi è rimasto piacevolmente sorpreso da questa svolta “soulslikiana” e chi invece avrebbe preferito una maggiore attenzione alla fluidità e lo spettacolo anche a costo di semplificarne il gameplay. Fluidità e tecnicismi che, almeno per quanto riguarda la nostra prova, hanno convinto a fasi alterne.
Se è vero che giochi simili puntano ad allenare al massimo i riflessi, è vero anche che alcune animazioni di EVE rendono parate e schivate più difficili del normale, visto che andranno eseguite con un anticipo non indifferente. I nemici sono piuttosto ostici e nella demo avremmo a disposizione già alcune skill sbloccate all’interno di uno skilltree, mentre per poter beneficiare delle rimanenti si dovrà logicamente attendere la versione completa.
Legnosità percepita anche durante le fasi esplorative del gioco nelle quali, oltre alla onnipresente vernicia gialla a segnalare la strada corretta da percorrere, arrampicarsi e volteggiare non sempre da l’effetto sperato, risultando invece un ostacolo fra voi e il prossimo Naytiba da sventrare. Discorso simile per i pochi enigmi ambientali visti nella demo, approssimativi, oltre che ripetitivi.
La sensazione generale è che, probabilmente, il livello di esperienza testabile in questa demo non consenta ad EVE di realizzare con immediatezza alcune movenze che andranno invece a essere oliate e perfezionate sbloccando le dovute abilità. Talvolta ci è capitato di ingolfarci durante le battaglie contro più nemici, non riuscendo a districarci nel migliore dei modi, come invece accade per gli scontri testa a testa.
Riserbo, quello adottato dagli sviluppatori di Stellar Blade, che pervade un po’ tutta questa versione dimostriva. La demo ci ha infatti mostrato quella che, con ogni probabilità, è soltanto la punta dell’iceberg di ciò che invece sarà il combat system definitivo di Stellar Blade. Un assaggio che, al netto delle imperfezioni di cui sopra, potrebbe ancora dire a gran voce la sua.
Una blader alla moda
Che Stellar Blade abbia stile è un dato di fatto. Che questa sia tutta farina del sacco di SHIFT UP è invece un altro paio di maniche. Gli sviluppatori del team coreano non hanno fatto mistero di prendere a grandi mani da altri masterpiece del panorama videoludico, soprattutto per i già citati Bayonetta, NieR: Automata e compagnia bella. Il numero di volte con cui questi nomi compaiono fra queste righe non sono però soltanto un buon segno.
Se da un lato è possibile soprassedere sulla ripresa di alcuni elementi tipici dei Souls-like, ormai divenuto a tutto gli effetti un genere a sé stante, alcune similitudini con altri titoli sono invece poco giustificabili. Parliamo ad esempio del drone controllato da Adam, una copia carbone dei Pod di Nier, oppure la stessa location in cui si svolge la demo, davvero troppo simile all’opera di Yoko Taro. Elementi che fanno pensare a un tributo di uno studio di piccola caratura che non a un titolo Tripla A second party con tanto di logo PlayStation fieramente appiccicato sopra.
Anche dal punto di vista narrativo, la demo di Stellar Blade non è stata in grado di stuzzicarci a dovere seppur siamo certi che gli sviluppatori siano rimasti volontariamente sul vago per poi stupirci con la versione completa del gioco. Competere con le sconfinate lore di From Software o con il genio di Yoko Taro sarà sulla carta complicato, ma la speranza è certamente l’ultima a morire.
L’elefantessa (sexy) nella stanza
Che il fan service in Stellar Blade fosse uno dei principali selling point, già a giudicare dai primissimi teaser, era cosa certa. Basti vedere anche il precedente lavoro dello studio coreano Goddess of Victory: Nikke, goliardico shooter con protagoniste delle eroine in stile anime dalle forme oltre ogni umana concezione. Il lupo perde il pelo ma non il vizio si direbbe, e infatti SHIFT UP non ha perso il suo “know-how” nemmeno stavolta, confezionando un roster di protagoniste iper-prosperose per il suo Stellar Blade.
Come al solito l’argomento divide, mettendo da una parte chi accusa l’eccessiva sessualizzazione della protagonista e chi invece sbatte i pugni sul tavolo contro il cosiddetto “politically correct” reclamando più protagoniste sensuali e provocanti, come in passato. Giochi come Bayonetta, Lollipop Chainsaw, NieR: Automata hanno fatto del character design piccante il loro marchio di fabbrica, riuscendo però a brillare anche sotto molti altri aspetti. Un trend che, stando a parte della critica, si sarebbe perso nel recente passato in virtù della censura e del perbenismo.
A leggere in giro per la rete Stellar Blade sarebbe già stato eletto a nuovo baluardo di questo filone, ovvero colui che riporterà quel sexy che tanto piaceva e tanto è stato invece malamente bistrattato dalle varie correnti di pensiero inclusive. Una descrizione però che, a giudicare da questa prima ora di gioco, non ci sembra corrispondere alla realtà. Il fanservice di Stellar Blade non ci è infatti parso piccante, provocatorio, ironico né tantomeno “scorretto”, ma solo e unicamente esilarante.
Esilarante perché, laddove un Bayonetta riusciva a solleticare i sensi dei giocatori (o perché no, delle giocatrici) con un semplice espediente registico o una semplice frase pronunciata dalla storica doppiatrice, la protagonista di Stellar Blade è totalmente priva di qualsivoglia malizia. Laddove 2B e le altre androidi di NieR: Automata, nonostante la loro indole glaciale, avevano un look volutamente cutie e ammaliante per via dello scopo della loro creazione (ovvero assecondare gli essere umani sotto vari aspetti), le forme sproporzionate e morbidose di Stellar Blade (con tanto di fisica per seno e glutei ai limiti del ridicolo) non hanno alcuna rilevanza all’interno della lore, che invece trasuda di drammaticità e cupezza.
Lungi da noi criticare a prescindere un bel corpo all’interno di un dramma intergalattico: resta però il fatto che il fanservice in Stellar Blade è stato inserito a forza, cozzando completamente con tutto ciò che si è potuto evincere già da questa prima ora e mezza di gioco. Una forzatura con l’unico scopo di rendere forse più interessante un titolo che altrimenti avrebbe faticato ad attirare l’attenzione? Vogliamo credere di no, visto che comunque Stellar Blade ha saputo comunque offrire buoni spunti in termini di gameplay. Della sagacia combinata alla sensualità messe in mostra dalla Strega di Umbra prima e delle altre colleghe poi però, ancora non ci sono tracce.