Dopo il lancio di Oltre la Luce, torniamo a parlare di Destiny 2, Stagione degli Eletti andrà a coprire il periodo dall’ormai passato Febbraio fino a Maggio inoltrato, sono ormai passati diversi mesi da quanto Bungie ha introdotto le novità atte a dar respiro al GaaS più amato dalla community, sarà sufficiente?
Abbandonare il sistema delle espansioni per abbracciare quello più moderno e dinamico delle stagioni è qualcosa che Bungie deve aver imparato dalla sorellanza con Activision. Tutti i titoli più giocati adottano ormai un sistema pensato per garantire una costante sensazione di progressione, distribuendo i nuovi contenuti con parsimonia in modo tale da non lasciare che il giocatore “bruci” tutte le novità in poco tempo.
Applicare questo concetto ad un GaaS come può essere Destiny 2 non è tuttavia semplice, il titolo targato Bungie ha alle spalle una storia molto travagliata che ha sofferto tantissimo il distacco da Activision Blizzard, prolungando il suo ciclo vitale in maniera spesso troppo artificiosa e non sempre curandosi dei giocatori. Stagione degli Eletti rappresenta un punto di respiro sia per la community che per il mondo dei Guardiani. Abbandonate le cinematiche impressionanti ed i tentativi spesso abbozzati di proporre una storyline capace di competere con i titoli più story driven, Destiny 2, a partire da Oltre la Luce fino alla Stagione degli Eletti, va a riforgiare il suo modo di narrare l’universo creato da Bungie.
Le vicende che coinvolgono i giocatori si fanno infatti più stringate ed assomigliano più a mere giustificazioni per mettere a ferro e fuoco l’universo che a concreti tentativi di raccontare una storia. Tuttavia, gli storiografi dell’universo di Destiny avranno di che gioire data la massiccia presenza di documenti, descrizioni e contenuti pensati per alimentare la lore del titolo.
Le vicende che coinvolgono i giocatori si fanno infatti più stringate ed assomigliano più a mere giustificazioni per mettere a ferro e fuoco l’universo che a concreti tentativi di raccontare una storia. Tuttavia, gli storiografi dell’universo di Destiny avranno di che gioire data la massiccia presenza di documenti, descrizioni e contenuti pensati per alimentare la lore del titolo.
Stagione degli Eletti, così come tutte le novità stagionali, ha l’ingrato compito di tenere impegnati i giocatori per un arco temporale complessivo di tre mesi, introducendo si qualche novità interessante ma ricordandoci sempre che non si tratta di una vera e propria espansione, di conseguenza i contenuti, le ricompense e le attività vanno comunque soppesate in un’economia relativamente povera che sfrutta l’inventiva degli sviluppatori piuttosto che la loro creatività in termini di game design.
Stagione degli eletti va infatti ad introdurre, tra i vari contenuti, una nuova modalità: i Campi di Battaglia.
Il nome della nuova modalità dovrebbe far capire ad i più appassionati quali sono le vicende che vi ruotano attorno, l’amore per la guerra ed un cameratismo galattico, indovinate un po’ chi sono? Esatto, i Cabal, si, ancora una volta. I Campi di Battaglia rappresentano la volontà di Bungie nel creare un’esperienza di gioco tutto sommato nuova utilizzando qualcosa di già rodato, in questo modo ci troveremo a combattere orde di nemici sparse per l’universo in una modalità cooperativa PvE che, almeno questa volta, prevede la presenza del Matchmaking. Si tratta di attività da svolgere con altri due compagni, siamo dunque lontani dall’esperienza di veri e propri raid. Le destinazioni cambiano su base settimanale e mettono a disposizione un boss finale da raggiungere man mano che andremo sterminando le orde dei suddetti nemici. Purtroppo le meccaniche che riguardano i Boss, almeno finora, si assomigliano tutte e, finita quella sensazione di novità, settimana dopo settimana lo spettro della noia e della ripetitività comincia a farsi sempre più vivo
Campi di Battaglia riesce dunque ad intrattenere una community che fondamentalmente si stava girando i pollici fino a poco tempo fa fornendo una nuova attività da svolgere su base settimanale che va ad integrarsi con il manufatto stagionale, il suddetto manufatto contribuisce infatti a migliorare l’esperienza dei campi di battaglia andando così a creare un piccolo circolo vizioso che difficilmente sarà capace di reggere tre lunghissimi mesi. A far compagnia alla nuova modalità troveremo due assalti che i veterani del titolo troveranno in qualche modo familiari: stiamo parlando di D.A.G.A Caduta e La Tana dei Diavoli. L’idea è quella di far tornare dei contenuti già conosciuti alla community adattandone la difficoltà ai paradigmi di Destiny 2, purtroppo una scelta del genere non fa altro che scoprire il fianco ad un riciclo di asset che ha praticamente invaso l’intera produzione, con buona pace dei sostenitori. I due nuovi assalti faranno da apripista a Terreni di Prova e, oltre a proporre di fatto un contenuto già visto, le linee di dialogo proposte vanno ad ignorare completamente i fatti avvenuti dal lancio degli assalti fino ad Oltre la Luce, rendendo l’esperienza di gioco davvero dissonante con il mondo di Destiny 2.
La Stagione degli Eletti non è tuttavia da buttare, i contenuti che vanno ad integrarsi con quelli già inseriti in precedenza e vanno a tamponare, almeno per quanto riguarda l’equipaggiamento il buco creatosi con il fenomeno del Sunsetting. Anche la componente randomica del loot è stata leggermente bilanciata, sebbene l’intera esperienza di gioco continui a basarsi sul grinding più estremo. In conclusione, non vediamo novità particolarmente sfavillanti all’orizzonte, i detrattori di Destiny 2 faranno bene a starne lontano e non perché questi contenuti non siano apprezzabili ma semplicemente perché la filosofia stessa del titolo non è cambiata.
Tanta carne al fuoco dunque per tutti coloro che hanno trovato in Destiny 2 un prodotto capace di intrattenere e divertire ma non sarà certo la Stagione degli Eletti a farvi cambiare idea.