Chiamali se vuoi colpi di fulmine, ma in questo caso nel modo letterale. Stando alle ultime ricostruzioni di Kotaku, la scelta di chiudere gli studi interni di Google Stadia è stata presa all’improvviso. La cosa più “strana” della vicenda sono gli elogi ricevuti una settimana prima dal capo del progetto Phil Harrison nei confronti proprio dello studio interno.
Gli elogi, come detto, sono arrivati solo pochi giorni prima dalla decisione di Google di tagliare il proprio team per usare tale risorse nella chiusura di contratti con le diverse software house.
Stadia Games and Entertainment ha fatto dei passi enormi costruendo un team che eccelle in più campi, creando una forte lineup per i giochi esclusivi dedicati alla piattaforma. A breve vi daremo conferma dei piani di investimenti per la strategia interna e gli obbiettivi da raggiungere nel 2021 e olte.
Insomma, stando a ciò che scriveva Phill Harrison il 27 gennaio 2021 non c’era modo di preccuparsi per gli sviluppatori interni. Il tutto sembrava procedere bene, peccato che poi tali piani si sono rivelati la chiusura degli Stadia Games Entertainment, con tanto di licenziamenti. Una cosa che Jade Raymond non ha preso bene decidendo di abbandonare il progetto.
Tra i più delusi ci sono gli sviluppatori che hanno saputo della chiusura dello studio interno in contemporanea con la stampa del settore, chiedendo di ricevere spiegazioni dalla dirigenza. Una fonte interna ha dichiarato a Kotaku che gli impiegati avevano ricevuto una riassicurazione per una durata pluriennale di tale progetto.
Un po’ è colpa anche di Microsoft…
Kotaku aveva fatto presente pochi giorni fa come uno dei principali fattori che hanno spinto Google a chiudere lo studio interno, sia stata l’acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft. In quel momento Google avrebbe realizzato che, per garantire alla piattaforma streaming Stadia un certo flusso di contenuti, sarebbe stato necessario investire enormi quantità di denaro.
Tali quantità di denaro andavano dilazionate in molti anni e ai vertici Google l’idea non piaceva molto, dunque, è stata presa la decisione di interrompere i lavori in corso e di mantenere Stadia come un servizio dedicato ai giochi terze parti.