Negli ultimi giorni abbiamo assistito al lancio delle due Closed Beta relative ai prossimi titoli di casa Ubisoft, ovvero For Honor e Ghost Recon: Wildlands, in uscita in questi prossimi mesi. Noi come sempre abbiamo analizzato e testato i due titoli prima della valutazione finale, ma ciò che abbiamo notato nelle reazioni del pubblico alle due versioni di prova rilasciate da Ubisoft ci ha fatto pensare. Il pubblico non ha preso in simpatia Ubisoft negli ultimi anni, lo dimostrano gli User Score su Metacritic e l’opinione comune che si legge quotidianamente sui social network, ma perché?
La gallina dalle uova d’oro
Contrariamente a quanto si sarebbe detto una decina di anni fa, forse anche meno, l’opinione pubblica nei confronti di Ubisoft ha subito un drastico calo. Stiamo parlando di uno dei principali Publisher a livello internazionale, con studi sparsi per tutto il mondo e che copre una miriade di generi su diverse piattaforme, se qualcosa va storto, un motivo ci sarà. Nonostante le varie notizie e i gossip sul mondo videoludico portino l’utenza verso un odio viscerale nei confronti delle politiche e nelle scelte di marketing di determinati publisher, l’ondata di negatività non si abbatte tanto sulle scelte ma proprio sulle produzioni di casa Ubisoft. I motivi di tale odio, spesso insensato, risiedono in diversi errori che, come tutti, il grande publisher può aver commesso nel corso degli anni, uno su tutti: L’eccessiva spinta sulla serie Assassin’s Creed, divenuta in pochi anni, per molti, scontata e scialba.
Proprio come accade con l’opinione comune su Fifa e Call of Duty, la cadenza annuale con la quale Ubisoft ha continuato a rilasciare gli episodi degli assassini ha fatto infuriare non poco tutti i fan che avrebbero desiderato delle produzioni più dettagliate, toccando l’apice con Assassin’s Creed Unity e il suo lancio disastroso. Dopo il rilascio si Assassin’s Creed Syndicate e dei capitoli minori ambientati in India, Russia e Cina, Ubisoft sembra aver finalmente prestato ascolto alle richieste del pubblico rompendo quella che era ormai divenuta una tradizione a cadenza annuale, facendo prendere una pausa alla serie, facendone di sicuro giovare la qualità. Eppure l’opinione della massa continua ad essere negativa. Se questo è uno dei motivi per il quale il pubblico non vede più di buon occhio le produzioni del Publisher francese, le motivazioni a supporto di un possibile elogio sono molte di più in verità. È vero che nel corso degli anni la saga di Assassin’s Creed è divenuta forse troppo ripetitiva e che un periodo di pausa avrebbe giovato all’intera serie ma, a conti fatti, Ubisoft è il publisher che ha rilasciato più titoli, soprattutto nuove IP, sin dal lancio di Xbox One e Playstation 4. Laddove altri grandi Publisher hanno sempre richiesto il supporto delle case produttrici come Electronic Arts e Square Enix, Ubisoft è riuscita, nel corso di pochi anni, a rilasciare una grandissima varietà di nuovi titoli, tutti multipitattaforma che spaziano in dimensioni e generi.I social Network, nel loro piccolo, grande mondo, forniscono uno specchio più o meno generale che riflette l’opinione che il pubblico, magari quello meno informato, può avere su diversi argomenti. Le reazioni negative e fredde alla Beta di For Honor e Ghost Recon lasciano spazio a pochi dubbi e, sebbene il titolo sia stato comunque apprezzato da molti, tanti altri l’hanno criticato aspramente, bocciando la produzione ancora prima della sua uscita, bollandolo già come gioco da scaffale, senza probabilmente averne capito le meccaniche.
Il coraggio di rinnovarsi
La vera carta vincente sfoderata da Ubisoft in questa generazione sta proprio nel coraggio di rinnovarsi, portando alla luce tantissime nuove IP che affondano le loro radici non solo nel comparto Single Player, già rodato e collaudato nel corso degli anni, ma aprono le porte a titoli interamente basati sul multigiocatore come The Division e Rainbow Six: Siege. A rinfoltire il catalogo di titoli targati Ubisoft, nati se sviluppati nel corso di questa generazione troviamo una lunga lista di nomi. Introdotta da Watch Dogs, l’innovazione portata da Ubisoft si è protratta con produzioni tripla A del calibro di Steep, For Honor, Ghost Recon: Wildlands e The Crew, variando dagli sportivi fino agli sparatutto con una finestra sul mondo dei racing game. Ovviamente non tutti i titoli rasentano la perfezione e, come spesso accade con il rilascio di una nuova IP, molti accorgimenti arriveranno in futuro, sta di fatto che Ubisoft si è dimostrata molto attiva in questi anni, rivelandosi come uno dei pochi publisher che, oltre a pubblicare i proprio titoli, reinventandosi e rischiando, finanzia molti progetti indipendenti tra i quali affiorano grandi nomi come Rayman, Trials Fusion, Child of Light e Valiant Hearts. Tanto di cappello dunque per un publisher che ha saputo rischiare e che continua a farlo, proponendo sempre soluzioni nuove che, pur non essendo sempre funzionanti, permettono di vivere nuove esperienze di gioco. L’unico e onnipresente neo nelle produzioni Ubisoft è da ricercare nel comparto multigiocatore dei vari titoli, spesso problematica, la gestione dei server sembra non essere il cavallo di Battaglia di Ubisoft ma, problemi a parte, non cambia comunque l’impronta che guarda al mondo dei videogiochi si come un Business ma anche come una forma d’arte atta a innovare ed intrattenere. Il nostro suggerimento, come sempre, è quello di lasciare poco spazio ai pregiudizi e alle dicerie, provate i titoli che più vi attraggono senza fermarvi alla copertina come molti potrebbero suggerirvi di fare. Il 2017 sarà un anno ricco di uscite e Ubisoft farà la sua mossa sebbene non sia ancora ben chiaro di cosa ci aspetti.