Dopo il lancio internazionale, non privo di problemi, Sea of Thieves spiega le vele nella sua versione finale. Chiaramente si tratta di un titolo impossibile da recensire dopo pochissimo tempo e che, per sua natura, richiede un approccio decisamente diverso dalla maggior parte delle produzioni maggiori. Noi abbiamo levato l’ancora, salpando verso mete ignote alla ricerca dell’end-game in un titolo assolutamente innovativo che getta le basi per un progetto scalabile e che guarda al futuro.
Una delle domande più frequenti che è possibile leggere tra commenti sui social e forum vari è sicuramente questa: come si gioca? Una domanda innocente e forse troppo dispersiva che però ci aiuta a comprendere meglio in che modo Sea of Thieves arriva sul mercato, proponendo un modello di gioco decisamente atipico ma, una volta tanto, innovativo e sconosciuto. Per spiegarci meglio basta un piccolo esempio: immaginate l’uscita di un nuovo Call of Duty o addirittura di una nuova proprietà intellettuale, basta leggere il genere di riferimento per farsi un’idea di cosa si andrà a fare materialmente all’interno del gioco. A prescindere dalla qualità della produzione sappiamo quindi che in uno Shooter andremo a sparare a nemici di varia natura, un racing game ci mette al volante di un qualsiasi mezzo e un GdR ci lancia in un’avventura fatta di dialoghi ed interazioni. Sea of Thieves dal canto suo non va a “creare” un nuovo genere bensì va a posizionarsi all’interno di una cerchia di titoli non facilmente definibili, introducendo meccaniche da MMO, Sandbox, Action e Shooter attraverso un mondo generato proceduralmente che lascia una totale libertà d’azione ai giocatori che lo popolano. Se dovessimo dunque rinchiudere la produzione di Rare all’interno di un termine ben definito, questo sarebbe un generico e poco realistico “MMO” ma, come già detto prima, le meccaniche e le funzioni che vanno a costituire la spina dorsale del titolo attingono da diversi generi e confluiscono all’interno di un’esperienza innovativa che ha come obiettivo la libertà del giocatore.
Si tratta di libertà non soltanto in termini ludici ma anche prettamente comunicativi, una libertà che va a toccare il punto primordiale dell’interazione videoludica. Al di là dei sofismi ci troviamo di fronte ad un prodotto tutto da scoprire e sicuramente difficile da digerire. I nostri primi passi su Sea of Thieves, agevolati da un’esperienza abbastanza consistente tra Alpha e Beta si sono mossi in modo abbastanza sicuro e spedito ma è normale che i giocatori che mettono piede ( o gamba di legno, ndr ) per la prima volta sulle bianche sabbie del titolo Rare possano trovarsi spaesati.
Dopo aver scelto il nostro pirata o alter-ego attraverso un editor del personaggio praticamente inesistente verremo dunque catapultati, da soli o con la nostra ciurma, all’interno del mondo di gioco. La prima cosa da fare su Sea of Thieves, oltre a prendere confidenza con i comandi della nave, è quella di scoprire gli elementi principali degli avamposti. Costituiti da piccoli villaggi, gli avamposti rappresentano il punto sicuro del gioco, all’interno di questi “hub” potremo trovare i mercanti di armi, vestiti ed accessori attraverso i quali andare ad ornare il nostro personaggio nel modo migliore spendendo le monete duramente guadagnate durante le missioni. Oltre ai mercanti troviamo gli NPC più importanti del gioco ovvero quelli appartenenti alle fazioni, questi personaggi, tipicamente vicini tra loro, saranno il nostro punto di riferimento per le tre fazioni in gioco. Suddivisi in Cacciatori D’oro, Ordine delle Anime e Alleanza dei Mercanti, la suddivisione in fazioni su Sea of Thieves permette una diversificazione delle missioni decisamente più variegata rispetto a quanto visto nella beta. Mentre i Cacciatori D’oro ci chiedono di recuperare i forzieri sparsi per il mondo attraverso mappe ed indovinelli, l’Ordine delle Anime ci chiederà di uccidere dei nemici in particolare e l’alleanza dei mercanti ci chiederà di recuperare merci in giro per il mondo per poi consegnarle in un avamposto specifico. Uno dei punti più critici di Sea of Thieves è proprio il grinding necessario per farmare le reputazioni delle tre fazioni, al completamento delle missioni riceveremo infatti, oltre all’oro, dei punti reputazione che, missione dopo missione, andrà a cumularsi sbloccando così missioni sempre più avanzate.
I primi passi su Sea of Thieves possono dunque risultare ripetitivi alla lunga ma, come già anticipato in precedenza, la priorità assoluta, insieme alle reputazioni delle fazioni, sta nel prendere confidenza con i comandi della nave. In base al numero di giocatori che andranno a comporre la ciurma sarà infatti possibile scegliere tra due modelli di navi, da 1 a 2 giocatori saliremo a bordo di una barca abbastanza piccola ma veloce e facile da manovrare, da 3 a 4 giocatori invece saremo al comando di un vero e proprio galeone molto più complesso e lento ma decisamente più resistente. I principi della navigazione su Sea of Thieves si basano sulla direzione del vento e sul senso dell’orientamento del giocatore che, sprovvisto di una minimappa, dovrà affidarsi alla bussola e alla mappa principale per raggiungere la meta desiderata. Navigare tra le acque di Sea of Thieves è per sua natura un gioco di squadra, il timoniere e gli altri giocatori dovranno infatti collaborare muovendo le vele a favore del vento e indicando la direzione da prendere o comunicando la presenza di ostacoli o navi nemiche. A questo proposito ci spostiamo verso quella che è la componente PvP del titolo, Sea of Thieves mette diversi giocatori all’interno di una mappa condivisa ma non è detto che gli altri giocatori siano necessariamente ostili, è infatti possibile collaborare svolgendo missioni in parallelo o comunque commerciando beni come bottini o casse del tesoro. In generale, per quanto abbiamo visto, la maggior parte dei giocatori tende comunque ad attaccare gli sconosciuti, un po’ per paura, un po’ per spirito piratesco, Sea of Thieves diventa facilmente teatro di battaglie navali molto avvincenti. Subire danni e procurare danni va ad innescare delle meccaniche di riparazione e di evasione dai colpi avversari utilizzando con saggezza le vele e applicando le assi di legno laddove si crea una falla nello scafo. Anche in questo caso i ruoli assegnati in una ciurma sono fondamentali per garantire un gioco di squadra, nella più banale delle ipotesi un giocatore riparerà i danni, l’altro si occuperà di gettare l’acqua fuori bordo mentre gli altri due, rispettivamente uno dal timone e l’altro ai cannoni, si occuperanno dell’offensiva.
Le porte aperte da Sea of Thieves sembrano veramente tante anche se l’impressione di aver già visto tutto quello che c’era da vedere incombe come una spada di Damocle, la strada per diventare pirati leggendari è tuttavia ancora lunga e continueremo a solcare i mari in vista della recensione finale.