Fino a qualche anno fa probabilmente sarebbe stato difficile immaginare che il successo planetario riscosso da titoli nati su PC e votati al PvP avrebbe potuto avere non solo una controparte su dispositivi mobile, ma addirittura la possibilità di giocare a tali titoli in cross-play con i giocatori PC e console. Invece è esattamente ciò che è successo nell’ultimo periodo con il rilascio su smartphone e tablet di PlayerUnknown’s Battlegrounds e di Fortnite che a distanza di poche settimane uno dall’altro hanno entrambi ricevuto un rilascio su iOS, con la versione per Android già disponibile per il primo ed in arrivo nei prossimi mesi per il secondo. Andremo quindi ad analizzare unicamente la versione mobile dei due giochi, senza soffermarci sulla struttura del gameplay dei due giochi che ormai ben conosciamo (se volete sapere che ne pensiamo di PlayerUnknown’s Battleground vi invitiamo a leggere la nostra recensione) ma basandoci sull’esperienza data dalla versione mobile. Per completezza vi diciamo che le prove effettuate sono state fatte sia su tablet che smatphone Apple: lo smatphone è un iPhone 6S, non un prodotto di ultima generazione ma abbastanza carrozzato per far girare senza troppi problemi la maggior parte delle app presenti sull’App Store, mentre il tablet è un iPad Air 2, il modello più vecchio fra quelli che garantiscono il supporto ad entrambe le app ma nonostante i suoi anni riesce a funzionare in maniera dignitosa con diversi giochi anche fra i più esigenti in termini di risorse.
La prima differenza fra i due prodotti la si nota subito all’avvio di ciascun gioco: mentre PUBG ci chiederà se vogliamo creare un account partendo da un profilo guest o dal nostro profilo Facebook, su Fortnite ci sarà permesso effettuare il login sia con il profilo Epic che con i maggiori social media fino ad usare gli stessi account PlayStation Network e Xbox Live. Ciò è chiaramente dovuto ad una scelta ben precisa di Epic Games che ha delle forti ripercussioni sui due giochi che affronteremo in seguito: a differenza di PUBG, Fortnite non solo permette di utilizzare il proprio profilo di Fortnite proveniente dalle altre piattaforme, ma anche di giocare insieme ai player PC e console. Tuttavia abbiamo notato che sulla versione PC di PUBG ora a fianco al nome dei singoli giocatori che partecipano alla partita è visibile il logo di Steam, lasciando presagire un futuro cross-play fra PC e le altre versioni del gioco, siano esse console o mobile. Per via della presenza di funzionalità cross-play su Fortnite, tutti i contenuti presenti nella Battle Royale delle versioni PC e console del gioco sono disponibili anche nella versione mobile: tutti gli aggiornamenti, le patch e gli eventi che Epic mette a disposizione per le versioni casalinghe del gioco le possiamo ritrovare anche nella sua versione per iOS ed era piuttosto lecito ceh fosse così. Dall’altra parte era altrettanto lecito aspettarsi che la versione mobile di PUBG, avendo diversi server e l’impossibilità di giocare in cross-play, non fosse del tutto uguale a quella casalinga, invece con enorme sorpresa abbiamo constatato che le due versioni differiscono per elementi minori di contenuti e gameplay.
I due aspetti che differenziano maggiormente i due giochi dalle controparti PC sono chiaramente l’interfaccia di comando e la componente tecnica. I primi chiaramente sono basati su un sistema di input tramite touch screen piuttosto immediato per entrambi i giochi ma che va inevitabilmente a penalizzare i giocatori di Fortnite che si ritrovano in partita contro giocatori PC inevitabilmente avvantaggiati da un sistema di puntamento e movimento molto più veloce e accurato di quello touch, tant’è che è già possibile trovare in rete filmati in cui i giocatori PC sbeffeggiano i malcapitati utenti mobile. A differenza di PUBG che per il momento mette a confronto i soli giocatori mobile, quindi comunque persone che giocano con la stessa tipologia di controlli, le prime partite di Fortnite serviranno inevitabilmente per prendere dimestichezza col sistema di puntamento del gioco, anche se entrambi i titoli permettono l’attivazione di modalità di mira assistita per poter rendere la vita ai giocatori un po’ più facile. Tuttavia Epic ha annunciato di essere al lavoro sull’integrazione del supporto di pad bluetooth per iPhone e iPad come il Nimbus della SteelSeries che verrà rilasciato con i prossimi aggiornamenti e che permette di giocare a Fortnite in maniera non dissimile da quella proposta da Nintendo con la modalità tablet di Switch. Inoltre attualmente l’applicazione non è compatibile con le Apple TV di ultima generazione, ma una volta integrato il supporto del pad la sua trasposizione sul meda center della Apple non dovrebbe presentare alcuna difficoltà e darebbe ulteriore valore aggiunto a questa versione iOS del gioco: lo stesso discorso potrebbe essere chiaramente fatto per i media center Android una volta rilasciato il gioco anche su questo sistema operativo.
L’altro aspetto di confronto è chiaramente legato al comparto tecnico: chiaramente non ci mettiamo a paragonare la resa grafica dei giochi rispetto alle versioni PC, quanto a come ciascuno dei due giochi scelga di affrontare il downgrading. Fortnite decide di sacrificare molti degli elementi di contorno del gioco, fra cui ombre dinamiche, giochi di luce, il movimento del fogliame e così via; tutti elementi che non vanno a minare il gameplay e la cui assenza riesce a garantire un buon livello di dettagli ai settaggi più alti, tuttavia il gioco non permette una personalizzazione del settaggio grafico ma si adatterà alla migliore possibile a seconda dell’hardware utilizzato. Ad esempio su iPad Air 2, per poter mantenere una buona fluidità in-game il gioco è costretto a non usare filtri AA troppo potenti e non sono rari i pop-in dei modelli nello scenario. Inoltre Fortnite è particolarmente esoso non solo in termi di risorse ma anche di batteria, rischiando di scaricare il vostro dispositivo molto velocemente. PUBG lascia invece libertà al giocatore di scegliere fra alcuni settaggi predefiniti permettendo di selezionare se favorire risoluzione, fluidità o dettagli, anche se al primo login il gioco ci consiglierà quale settaggio preferire fra low, medium e high in base all’hardware che abbiamo a disposizione. Inoltre, anche a dettagli medi, le texture di PUBG appaiono molto meno definite rispetto a quelle di Fortnite e lo scenario da l’impressione di essere più spoglio di quanto già non sia su PC.
Nel complesso sia Fornite che PUBG si presentano nella loro modalità mobile come due prodotti piuttosto completi: sia i contenuti della Battle Royale di Fornite che quelli offerti da PlayerUnknown’s Battlegrounds calcano perfettamente quelli presenti nelle altreversioni, limitati solo dai controlli touch screen che si ripercuotono soprattutto nelle partite cross-play di Fornite ma che potrebbero essere aggirati una volta introdotto il supporto per i pad. Tolto questo aspetto, i due titoli offrono una delle migliori esperienze online che si potevano avere su queste piattaforme, nella speranza che i futuri aggiornamenti vadano ad appianare sempre di più le divergenze con le versioni per piattaforme casalinghe.