Circa un mese fa Sony ha comunicato ai suoi iscritti al servizio PlayStation Plus che l’8 marzo 2019, quindi fra meno di 12 mesi l’azienda giapponese smetterà di erogare i titoli gratuiti mensili tramite Instant Collection relativamente alle piattaforme PlayStation 3 e PlayStation Vita. Una decisione che, se decontestualizzata, potrebbe essere presa unicamente come negativa, ma che mi ha portato a fare una serie di riflessioni che hanno portato ad una serie di ragionamenti.
Abbasseranno il prezzo del PlayStation Plus?
Una delle prime cose che si sono chiesti gli utenti a fronte di questo annuncio è se Sony avrebbe diminuito il prezzo dell’abbonamento in vista della mancata erogazione di uno specifico contenuto. Chiaramente sarei contento di essere smentito dalla stessa Sony, ma mi pare evidente che il prezzo sia dell’annuale che del trimestrale del PlayStation Plus rimarrà invariato e per capire il perché di questa mia affermazione dobbiamo ripercorrere un po’ le tappe che hanno portato alla nascita di questo servizio: il PlayStatio Plus è stato lanciato nel giugno del 2010 come servizio a pagamento legato al PlayStation Network, l’infrastruttura online di Sony che in quel periodo se la passava piuttosto male e che nel 2011 se la sarebbe passata ancora peggio a seguito di un attacco che costrinse l’azienda a spegnere il servizio di gioco online per un mese e mezzo in ottica di una pesante revisione dell’infrastruttura. Il PlayStation Network fu un vero buco nero mangiasoldi per Sony: con il lancio della PlayStation 3 ed una sempre più massiccia presenza dell’online nei videogiochi, Sony decise di fare una mossa di marketing che sul lungo termine si rivelò un vero e proprio suicidio e, in opposizione a Microsoft che faceva pagare un abbonamento annuale per accedere ad Xbox Live sin dalla prima Xbox, dichiarò che gli utenti non avrebbero dovuto pagare per giocare online. Tuttavia per tutta la settima generazione videoludica non solo Xbox Live è stato motivo di vanto per tutti i fan della console di Microsoft, ma Sony non riuscì nemmeno a proporre un servizio adeguato, offrendo un’infrastruttura network instabile e più volte vulnerata. Per cercare di portare un po’ di soldi nelle casse dell’azienda da investire nella manutenzione del servizio online, Sony creò la possibilità per l’utente di acquistare “premium” che consentiva al giocatore di avere una serie di benefit, tra i quali la possibilità di poter giocare senza costi aggiuntivi ad una selezione di titoli che venivano resi disponibile di mese in mese. Con l’annuncio di PlayStation 4 Sony mise in chiaro che sarebbe stato obbligatorio sottoscrivere un account premium per poter giocare online con la maggior parte dei giochi resi disponibili sulla piattaforma, allinenadosi di fatto alla politica di Microsoft, ma che oltre a quello avrebbe continuato ad erogare l’Instant Gaming Collection estendendo il servizio anche a PlayStation 4. L’introduzione de “l’online a pagamento” ha portato ad un netto miglioramento dell’infrastruttura online ed ad un aumento degli utenti paganti, ma di conseguenza Sony ha dovuto rivedere le sue strategie commerciali legate alla Instant Gaming Collection che ha assunto un ruolo di minore rilevanza, proponendo titoli comunque di una certa qualità, ma molto meno appetibili per chi bramava quasi esclusivamente titoli ad alto budget. L’accezione data al PlayStation Plus come dispensatore di giochi “gratuiti”, figlia di ciò che era il servizio ai tempi della PlayStation 3, è assolutamente errata: il PlayStation Plus è un servizio che offre un ventaglio di benefit fra i quali il più significativo è la possibilità di giocare online, i giochi per PlayStation 3 e PlayStation Vita rappresentano solo una piccolissima parte delle proposte del Plus e visto che ormai entrambe le piattaforme in Europa hanno raggiunto la parte finale del loro ciclo vitale, al punto che solo una minima parte di utenti sarebbe “toccata” dalla decisione di Sony in quanto ancora utilizzatore delle due console ed è quasi certo che i 60 euro annui richiesti per la sottoscrizione al Plus al netto delle varie promozioni (quota che tra l’altro Sony ha aumentato nel corso del 2017 allineando il prezzo dell’annuale a quello dell’Xbox Live) rimarranno tali.
L’eterna lotta tra indie e tripla A
Inutile girarci intorno: i tripla A fanno gola al pubblico di massa. Lo dimostra il successo di immagine che ha avuto Sony con la Instant Game Collection di questo mese nella quale sono stati inseriti due grandi esclusive a disposizione di tutti gli abbonati, ovvero BloodBorne e Ratchet and Clank. Personalmente apprezzo che venga data molta rilevanza ai titoli indie o comunque produzioni che, per motivi di budget, non sono riusciti ad avere una campagna marketing su larga scala e che senza di esso sarebbero rimasti sconosciuti ai più: del resto il PlayStation Plus è stato uno dei fattori che ha permesso al grande pubblico di scoprire alcuni titoli che sono riusciti ad avere un successo planetario ed una diffusione virale, come per esempio Rocket League che fu reso gratuito agli utenti PlayStation Plus il giorno del suo rilascio sul mercato. Non mi capaciterò mai di come molti commenti che ho letto erano di utenti entusiasti all’idea di un BloodBorne gratuito nonostante già possedessero il gioco, mentre di fronte ad un titolo semisconosciuto che però potrebbe essere di loro gusto il più delle volte noto un astio ingiustificato nei confronti di Sony. Pur non potendo quantificare, sappiano per certo che le licenze dei titoli offerti mensilmente rappresentano un costo per Sony e che la quota del PlayStation Plus serve anche a coprire tale costo. Appurate queste due cose, è lecito aspettarsi un cambio di rotta da parte dell’azienda nella selezione dei titoli da mettere in catalogo: in futuro potremo vedere più titoli per PlayStation 4, oppure più spesso dei tripla A o ancora un tempo minore fra il momento in cui un tripla A viene reso diponibile sul mercato e quello in cui lo stesso viene offerto all’utenza. Il tempo ci dirà che cosa avrà intenzione di fare Sony nei prossimi mesi, però sono certo che una migliore e più variegata offerta di titoli per PlayStation 4 sarà più apprezzata dalla maggioranza degli utenti rispetto a preservare la presenza di giochi PlayStation 3. Infine, come in molti hanno ipotizzato, questa scelta di Sony potrebbe essere segnale delle prossime mosse dell’azienda, dando consistenza ai rumor che vogliono il rilascio di PlayStation 5 fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020: dare un taglio al passato ed al supporto alle vecchie console per avere un occhio al futuro dell’azienda e del brand PlayStation.