Lo scoppiettante reveal dei giochi in sviluppo per PlayStation 5 e del suo design futuristico da parte di Sony ha strappato perlopiù consensi fra gli spettatori della diretta, scatenando però il dibattito su quali possano essere i pro e i contro della console alla luce di quanto rivelato. Sappiamo, per esempio, con certezza che la prossima console di casa Sony farà il suo debutto durante la prossima finestra delle vacanze natalizie, anche se non si ha ancora una data precisa e, soprattutto, non se ne conosce il prezzo. Tutto, o comunque tanto, dipenderà dalla fascia di prezzo in cui si collocherà il successore di PS4 nelle due sue distinte varianti (Digital Only e Standard), ma non è nemmeno troppo presto per iniziare a stilare una lista dei pregi e dei difetti da tenere in considerazione per l’acquisto della prossima PlayStation.
Gioco nuovo, gioco vecchio
Il focus in questo reveal dello scorso 12 Giugno è stato senza dubbio sui giochi attualmente in sviluppo, in esclusiva e non, per PlayStation 5. Fra i vari titoli mostrati durante la diretta, abbiamo potuto ammirare per la prima volta gli attesissimi sequel (o espansioni) di Spiderman, Ratchet & Clank, Horizon e Resident Evil, nonché qualche volto nuovo come Project Athia, Deathloop, Returnal, Pragmata e così via. L’ammontare delle eslcusive tripla o doppia A rivelate è considerevole, ma il dubbio che questi giochi siano stati effettivamente concepiti per essere fruiti su PS5 e non invece trasposizioni da PS4, rimane. Se da una parte giochi come lo stesso Ratchet & Clank, Horizon 2 Forbidden West o Kena ci hanno stupito in positivo, mostrando sprazzi di ciò che ci aspetterà per il futuro del console gaming, altri titoli non sembrano poter giustificare l’esborso per un nuovo hardware. Qualcuno, come me per esempio, spera ancora che dietro al trailer di Bugsnax si celi il prossimo gioco di Kojima o che Goodbye Volcano High sia uno scherzone architettato per depistarci, titoli che comunque sono confermati come crossgen (usciranno entrambi anche per PS4) e assolutamente non significativi delle potenzialità della next gen. Le rivoluzioni in termini di hardware però, non passeranno soltanto dalla veste grafica, e questa potrebbe essere la chiave di lettura non solo per PlayStation 5, ma per entrambe (mi perdoni Signora Nintendo) le console della prossima gen, che punteranno invece a ridurre drasticamente i caricamenti, offrendo giochi ancora più vasti e “massicci”, dando ancor più libero sfogo alla creatività degli sviluppatori. Come? Ma grazie al supporto dell’SSD naturalmente, il nuovo tormentone delle console in dirittura d’arrivo.
Si ma mio cuggino l’SSD ce l’ha già sul PC da vent’anni
Trend topic dopo il primo reveal delle specifiche tecniche di PlayStation 5 è stato sicuramente l’annuncio circa la presenza dell’SSD integrato sulla prossima console di casa Sony. Senza entrare troppo nei tecnicismi, SSD sta per Solid-State Drive, ovvero unità di memoria a stato solido. Questo dispositivo di memoria di massa utilizza appunto la memoria allo stato solido per l’archiviazione dei dati, rendendolo più veloce, affidabile e silenzioso rispetto ai supporti di tipo magnetico. L’annuncio ha destato stupore principalmente per due motivi: il primo, positivo, lo si deve all’incremento delle possibilità offerte agli sviluppatori dalla console proprio grazie all’implementazione di questo dispositivo, il secondo invece, meno eclatante, è perché la tecnologia SSD rimane pur sempre datata essendo in circolazione su PC ormai già da una decina d’anni. Quest’ultimo fatto ha generato l’ironia e la perplessità di alcuni utenti della rete, soprattutto PC user, che hanno definito questo tanto acclamato cavallo di battaglia del tutto anacronistico e per nulla meritevole di caroselli e sbandieramenti, alimentando ulteriormente l’eterna guerra fra possessori di PC e console. L’obiezione da parte dei cosiddetti “PCisti” è certamente fondata sui fatti, ma c’è una piccola differenza fra quanto visto sinora su PC e quanto invece potremo vedere sulle prossime console che rende l’introduzione dell’SSD su PlayStation 5 una vera e propria rivoluzione, con la prospettiva di superare addirittura le performance del primo. PlayStation 5 potrà infatti beneficiare di una larghezza di banda di 5 GB/s per quanto riguarda l’acquisizione dei dati in memoria, cosa utilissima, per esempio, nei titoli a stampo open world, che non dovranno più massacrarci con interminabili caricamenti o con fastidiosi effetti di pop-up delle texture. Oltre all’elevato bitrate, più alto di qualsiasi SSD attualmente presente sul mercato, gli sviluppatori potranno sfruttare ben 6 canali dedicati presenti sull’interfaccia, a differenza degli unici due livelli di priorità per i dati disponibili sui comuni dischi NVMe. In sostanza, l’SSD di PS5 potrà offrire prestazioni più alte della media essendo pensato per l’utilizzo esclusivo dei giochi, diversamente da quanto accade su PC dove gran parte delle performance dipendono direttamente dal Sistema Operativo in uso e dalla sua configurazione. In conclusione, possiamo dire che l’avvento delle SDD su home console potrà rivoluzionare il mercato degli stessi supporti, un po’ come accaduto in passato con PlayStation 3 e il diffondersi dei BluRay.
Classic vs Digital Only
Altro dibattito da tener conto nella scelta di PS5 è sicuramente la “sfida” fra le due distinte versioni che compariranno sugli scaffali di tutto il mondo a fine anno. Da una parte abbiamo la versione classica, dotata di lettore Bluray, dall’altra l’inedita (per Sony) versione “Digital Only“, che consentirà l’avvio dei soli titoli scaricati in digitale tramite l’apposito store. Nonostante non siano state date ancora indicazioni precise riguardo al prezzo di lancio delle due versioni, è logico aspettarsi una sostanziale differenza fra le due, con la versione Digital Only che potrà costare dai 50€ ai 100€ in meno. Al di la del prezzo, è bene tenere sempre a mente quanto sia orientato il mercato sulla vendita del fisico o del digitale al giorno d’oggi, cercando però di ragionare anche in ottica futura. Le offerte dei vari retailer fisici sono sempre più frequenti, ma anche gli store digitali si stanno adeguando al trend degli sconti. Certo è che permangono le limitazioni del possedere un titolo in versione digitale riguardo alla possibilità di rivendita e, per chi lo ritiene importante, di collezionismo. Qualcuno potrebbe infatti non voler rinunciare ad aggiungere l’ennesima scatolina alla propria esposizione, anche se non è scontato che i giochi in futuro non potranno includere anche un codice nella confezione per poter riscattarne e quindi scaricarne la versione digitale. Discorso analogo per la retrocompatibilità di PS5, vincolata alla versione dotata di lettore Bluray in caso di giochi fisici per PlayStation 4.
Ok il prezzo è giusto
Tutto sembra quindi vertere sul costo di lancio di PlayStation 5. Stando ai rumor, il prezzo potrebbe oscillare dai 399€, proiezione minima per la versione Only Digital, a un massimo di 699€ per la versione completa. Sony ha specificato inoltre che non ci saranno né ritardi né tanto meno rincari dovuti all’aumento del costo della manodopera e dei materiali causato dall’epidemia COVID-19. A spaventare i più è sicuramente lo spettro dei 700€ ipotetici della versione completa, costo che però è tutt’altro che sproporzionato se confrontato con l’hardware che monterà PlayStation 5. Sony non s’è infatti risparmiata nella componentistica in dotazione sulla sua prossima console, che dovrà infatti garantire una prospettiva di vita di almeno 6-7 anni. Proprio per questo le potenzialità della console saranno visibili a lungo termine e solo quando gli sviluppatori avranno preso piena coscienza e manualità dell’hardware stesso.