Collegare PlayStation e smartphone ma anche collegare non-gamer alle console, invogliandoli ad approciarsi alla propria piattaforma in modo tale di allargare il proprio bacino d’utenza. L’idea del PlayLink è semplice alla base: realizzare una serie di giochi riconoscibili da tutti per la presenza di un logo preciso e basati su due idee di base ben precise: l’uso di uno smartphone (oggetto ben noto anche ai non-gamer) come controller al posto del tradizionale gamepad, oggetto che ha sempre allontanato chi non bazzica il mondo dei videogiochi, e l’offrire un’esperienza che possa essere giocata in multiplayer locale. Oggi analizzeremo tre diversi giochi che sono stati pubblicati sullo Store di PlayStation recentemente, ovvero Sapere è Potere, SingStar Celebration e Hidden Agenda.
DA QUALCHE PARTE QUALCOSA DI INCREDIBILE ATTENDE DI ESSERE CONOSCIUTO
Il titolo di Sapere è Potere è emblematico di quello che è il gameplay del gioco: si tratta chiaramente di un gioco a quiz dove fino a sei giocatori si potranno sfidare in una gara a chi ne sa di più articolata in tre fasi: ciascuna delle fasi è composta da tre domande a risposta multipla ed un minigioco conclusivo. Alla fine delle tre fasi i giocatori con i punteggi più alti saranno avvantaggiati nella scalata della piramide finale che decreterà il vincitore della sfida. Di base non ci sarebbe nulla di male nel proporre un gioco a quiz ricalcando le orme di quel Buzz che fece parecchio successo su PlayStation 2: il gioco si presta davvero per essere giocato da tutti e la presenza di uno schermo dedicato per ogni giocatore ha permesso l’integrazione di un sistema di malus che i giocatori potranno scatenare contro gli avversari occultando le risposte alle domande. O meglio, il gioco si presterebbe ad essere giocato da tutti, se non fosse per due o tre problemi che affliggono l’esperienza di gioco. In primis la varietà delle domande, o meglio la varietà di argomenti: durante le varie fasi di gioco abbiamo infatti notato come alcune categorie di domande fossero molto ricorrenti, soprattutto quelle dedicate al cinema ed ai supereroi, il che potrebbe portare quelle persone non interessate a queste tematiche a stancarsi rapidamente del gioco. Secondariamente la difficoltà delle domande stesse, perché se da una parte è giusto che non vengano chiesti quesiti da esame universitario che annullerebbero il fattore divertimento, dall’altra non è altrettanto divertente dover capire se la famosa montagna con i volti dei presidenti americani scolpiti sia il monte Rushmore o il monte Olimpo. Sarebbe stata apprezzata qualche funzionalità aggiuntiva come un selettore della difficoltà, con domande più o meno impegnative a seconda del livello scelto, e soprattutto qualche modalità aggiuntiva o qualche menu che permettesse di personalizzare la partita non avrebbe guastato nel migliorare un’esperienza di gioco che si rivela essere piuttosto deboluccia.
COME JOIN THE PARTY, IT’S A CELEBRATION
Il secondo gioco che abbiamo visionato è SingStar Celebration che può essere descritto con una parola sola: SingStar. SingStar è un brand di party games basati sul tradizionale karaoke particolarmente in voga anche esso nell’era PlayStation 2 e nei primi anni di PlayStation 3 che, nonostante abbia avuto momenti migliori, è rimasto comunque uno dei brand Sony più conosciuti dai non-player. In realtà SingStar Celebration è stato inserito all’interno del progetto PlayLink ma non è la prima volta che il gioco offre la possibilità di utilizzare il proprio cellulare come microfono dato che questa caratteristica era già stata implementata in SingStar Ultimate Party, l’edizione 2014 del gioco che lanciò la piattaforma SingStar su PlayStation 4. Che cos’è quindi questo Celebration? Si tratta di un corposo aggiornamento del gioco che introduce alcune novità basate sui feedback della community. In primo luogo è stata ampliata ed approfondita la modalità party, grande mancanza in Ultimate Stars, che permette di realizzare diverse sfide suddivise in round durante i quali vi potrete cimentare in Passa il microfono, Medley, Micro-medley, Passa il medley e Primo al traguardo: se per caso dovessero improvvisamente apparire alla vostra porta un gruppo di amici canterini, la modalità party saprà soddisfarvi. Inoltre è ora possibile sfidare gli amici in multiplayer asincrono grazie alla modalità Sfida che vi permetterà di visualizzare punteggi e performance dei vostri amici per cercare di battere i loro risultati ed oltre a ciò l’interfaccia grafica è stata ridisegnata per essere più user friendly ed è stato ampliato il supporto gli acquisti effettuati sul SingStore con le vecchie versioni PS3 della serie. Oltre a questo non c’è molto da dire, è il solito vecchio SingStar, anzi è SingStar visto che queste novità non sono esclusive di SingStar Celebration, ma saranno presenti anche nella versione gratuita del gioco e negli aggiornamenti dell’Ultimate Stars. La vera differenza sta nella nuova setlist di canzoni messa a disposizione: acquistando SingStar Celebration si avrà accesso a 30 brani inediti che includono sia hit degli ultimi anni sia brani storici e riconoscibili da tutti, oltre ad offrire la compatibilità con tutti i brani acquistati dal SingStore. Unica vera critica? I prezzi delle singole canzoni restano ancora piuttosto alti.
MURDER, SHE TOUCH
Veniamo infine a quello che è il prodotto più interessante dei tre che vi proponiamo oggi: Hidden Agenda è un’avventura cinematografica realizzata dagli autori di Until Dawn e che con Until Dawn condivide diverse meccaniche, un thriller poliziesco che in un paio di ore vuole raccontare le vicende dell’agente Marney e dell procuratore distrettuale Graves che si mettono sulle tracce del Manipolatore, un pericoloso assassino che riuscito a celare la sua identità a lungo continuando a commettere efferati omicidi. Le informazioni di un detenuto, accusato e condannato per quegli omicidi in quanto ritenuto il Manipolatore, farà riaprire il caso e metterà le due protagoniste sulle tracce dell’omicida. Da qui si districa la storia, fatta di scelte di vario tipo che includono sia quali atteggiamenti le protagoniste dovranno tenere durante un dialogo o un’interrogatorio sia se sparare o meno ad un bersaglio: tali scelte scateneranno una sorta di “effetto farfalla” come quello presentato in Until Dawn che porteranno l’avventura a concludersi con uno dei diversi finali previsti dagli sviluppatori. Alcune scelte saranno talmente importanti da avere subito un riscontro all’interno del gioco, di altre invece non ne scopriremo le conseguenze se non nelle battute finali di gioco. Pur condividendo diverse idee di gameplay con Until Dawn (ma anche Heavy Rain), ciò che differenzia Hidden Agenda dal precedente titolo di Supermassive Games è il sistema di interazione con il gioco. Non tanto perché potremo eseguire con lo smartphone comandi che potrebbero essere benissimo impartiti con il gamepad e neppure perché lo smartphone ci permette di avere sotto mano dati sui personaggi visti nel gioco e sugli eventi narrati: quello che veramente differenzia Hidden Agenda è l’esperienza collettiva offerta dal gioco. Vi è mai capitato di giocare ad una di queste avventure interattive insieme ad un amico od al vostro partner decidendo insieme quali azioni compiere per vedere come la trama si evolve? Personalmente no, ma parlando con diversi amici mi è capitato di sentir dire loro “L’ho giocato insieme alla mia ragazza” dato che questo tipo di giochi si prestano ad essere “giocati insieme” pur offrendo un’esperienza single player e l’unico limite risiede nel fatto che il controller viene tenuto in mano da una sola persona che avrà sempre l’ultima parola su ciò che succede a schermo. Ecco, Hidden Agenda va oltre questo aspetto coinvolgendo attivamente tutti gli spettatori della vicenda (fino ad un massimo di sei persone giocanti) chiedendo a tutti di operare in maniera autonoma le scelte proposte tramite il proprio cellulare: nella maggior parte dei casi sarà la maggioranza a vincere, ma in alcune situazioni verrà richiesto un voto unanime che porterà tutti i partecipanti a doversi soffermare sulle scelte ed ipotizzare dove ciascuna di esse potrebbe andare a parare. La forza di Hidden Agenda (e del PlayLink) è quindi quella di creare una vera e propria esperienza multiplayer da divano per un genere di gioco che ancora non aveva visto l’implementazione di questa caratteristica. Tirando le somme, oltre a cio che ho appena descritto, la trama del gioco è coinvolgente e intrigante e scorre piacevolmente, le animazioni facciali così come le musiche sono ben realizzate, non così belle invece alcune texture che fanno perdere un po’ di qualità all’impatto visivo ma comunque nulla per il quale stracciarsi le vesti. Data la natura di esperienza condivisa intrinseca, chiaramente il gioco non poteva durare troppo, ma l’ottimo raporto qualità/prezzo (il gioco costa 20 euro) giustifica perfettamente l’acquisto.