L’uscita di Hellblade Senua’s Sacrifice ha messo ancora una volta in evidenza l’importanza dell’audio, proponendo un sistema esistente ma decisamente poco usato: l’audio bineurale. Nonostante la sua effettiva qualità ed efficacia spesso le risorse nello sviluppo vengono dedicate alla grafica. Il cambio di prospettiva, però, sta facendo, seppure lentamente, evolvendo le cose.
Sin dal primo approccio è chiaro un elemento: Hellblade Sansua’s Sacrifice è un titolo rischioso. La storia e le tematiche trattate, spostano di diritto il gioco sviluppato dai ragazzi di Ninja Theory nella ostica, ma quanto mai affascinante, categoria di titoli spinosi. Hellblade Senua’s Sacrifice, infatti, è la rappresentazione della psicosi e di tutte le sue drammatiche e complesse sfaccettature. Sansua, la protagonista, ed è affetta da allucinazioni visive e uditive, in pratica la mente è costellata da vivide immagini, per lei indistinguibili dalla realtà, e constanti e molteplici voci. Riprodurre in modo convincente una malattia “introspettiva” che non ha sintomi esterni visibili, è decisamente un’impresa ardua; ma i ragazzi di Ninja Theory ci sono riusciti egregiamente, non solo con delle immagini e un ambiente di gioco ben esplicativi, ma soprattutto tramite uno strumento ancora più efficace: l’audio bineurale.
Cos’è l’Audio Binaurale?
Per quanto esista da un secolo e sia effettivamente tornato in auge grazie alla realtà virtuale, ai più l’audio bineurale è un sistema sconosciuto. Allora esattamente cos’è? Il sistema di registrazione binaurale, grazie alle sue caratteristiche 3D, attualmente è l’unico strumento in grado di emulare il funzionamento uditivo umano. Come si può evincere dalla foto, un comune sistema binaurale ( il più famoso è il 3Dio), è composto da due microfoni posizionati ai lati a forma di orecchio. La conformazione e la densità permette di registrare e analizzare i suoni come se si trattasse di un orecchio e un cervello umano, quindi sentire perfettamente la provenienza del suono.
Ritornando al caso di Hellblade Senua’s Sacrifice, una volta indossate le cuffie ( il modo migliore per godersi l’audio 3D) saremo travolti da mille voci e sussurri posti in diverse posizioni assolutamente ben distinguibili, il tutto a ben rappresentare la patologia della protagonista. Descrivere l’esperienza e la sensazione provata è estremamente difficile, ma quel che certo, sin dai primi minuti, è la completa e vera immersività, e il potere trascinarti totalmente nel mondo di gioco.
Ipotesi di Binaurale
Se il coinvolgimento è l’elemento cardine dell’audio bineurale, non è difficile legarlo- come detto in precedenza- alla realtà virtuale. Molti visori, infatti, implementano sistema audio 3D avanzati capaci di offrire un’esperienza sonora eccezionale, la naturale evoluzione di una periferica che fa del coinvolgimento in prima persona il suo cavallo di battaglia. Dato i numerosi vantaggi è normale chiedersi come mai, oltre alla realtà virtuale e rarissime eccezioni, l’audio binaurale non sia stato applicato anche in altri videogames. Le motivazioni sono da ricollegarsi a un discorso puramente tecnico e pratico. Nonostante i risultati siano nella maggioranza dei casi eccellenti, registrare con microfoni con sistema binaurale non è né semplice, né economico, necessità di molte prove e un ovvio comparto tecnico specifico. Gli sviluppatori sono, di conseguenza, più predisposti ad andare incontro ai desideri dei giocatori, focalizzandosi più su elementi d’effetto, come per esempio la grafica e il comparto tecnico.
Al di là delle difficoltà tecniche, è inutile negare che determinati generi beneficerebbero dell’audio binaurale. Primo fra tutti il genere horror, dove l’atmosfera è tutto e l’audio svolge un ruolo essenziale. Negli anni sono stati tanti gli esperimenti che hanno prodotto dagli ottimi risultati, per citarne uno, non si può non tenere in considerazione Dead Space. L’audio del gioco è stato realizzato con lo scopo di portare il giocatore a mantenere uno stato di tensione contante. L’obiettivo, inutile dire, è stato egregiamente raggiunto, ma con l’audio 3D avrebbe, con la percezione dell’audio più nitido e in diverse in più direzioni, raggiunto un altro livello di realismo, rendendo inevitabilmente il gioco più ansiogeno.
Non solo atmosfera
Il genere horror non è l’unico, però, a trarre dei vantaggi dell’audio binaurale. Le sue caratteristiche possono essere sfruttare in tanti altri genere, andando così oltre alla tendenza attuale di confinarlo in giochi in cui l’atmosfera la fa da padrone. La praticità del gameplay potrebbe essere la parole chiave, inserire quindi l’audio 3D in tutti quei contesti dove sentire in modo preciso potrebbe essere estremamente interessante. Il primo fra tutti il genere stealth, insomma sapere solo ascoltando dove sono precisamente i nemici, è sicuramente un modo stimolante di andare vanti.
Per quanto le ipotesi siano un eccellente modo di fantasticare, è opportuno però citare uno di quei rarissimi giochi che si avvalgono dell’audio e che ben si discostano dai giochi “atmosfera”: PlayerUnknown’s Battlegrounds. Il gioco con 10 milioni di copie vendute è sicuramente uno dei grandi fenomeni e successi dello scorso anno. Avvalendosi quindi de suo successo, gli sviluppatori si sono prefissati l’obiettivo di migliorare la chat vocale, un tasto dolente dei multiplayer online. Il titolo ha adottato la tecnologia Vivox e conseguentemente l’audio 3D, per dalle alle comunicazioni vocali tutta un’altra impronta: non sarà necessario vedere fisicamente il personaggio perché sentendo saprà sempre dove sono situati i nostri compagni ed eventuali nemici. Questa nuova introduzione consentirà di avere effettivamente un’esperienza completa, e poter cambiare sempre la strategia in base a come si evolve l’azione.
Con PlayerUnknown’s Battlegrounds è chiaro che il realismo è l’obiettivo primario, se non lo si riesce a raggiungere con la grafica, si “ripiega” nel sonoro. E’ evidente che negli ultimi anni la qualità degli effetti sonori sta assumendo sempre più rilevanza, anche in generi prima impensabili, non sarà quindi strano se nel tempo sentiremo sempre più parlare di audio binaurale.