È finalmente arrivato il momento di scoperchiare quel vaso di pandora chiamato Xbox One X ed analizzarne le effettive prestazioni e potenzialità. Durante i giorni scorsi vi abbiamo mostrato l’unboxing della console arrivata in redazione e qualche contenuto riguardante l’offerta di Microsoft per la sua nuova console. Dopo aver passato un bel po’ di tempo in compagnia di Xbox One X siamo dunque pronti a dirvi la nostra su quelle che sono le effettive capacità e le potenzialità a lungo termine della nuova console di casa Microsoft.
Da Project Scorpio a Xbox One X
Sin da mesi prima del suo annuncio ufficiale, le notizie ed i rumor riguardanti una nuova console mid-gen in arrivo da Redmond hanno tartassato il web in ogni sua forma. Sono ormai passati quasi due anni da quello che prima era percepito come un semplice miraggio, una voce di corridoio, fino ad arrivare allo scorso anno, durante il quale il buon Phil Spencer ha annunciato ufficialmente l’esistenza di quella che veniva denominata Project Scorpio. L’industria dei videogiochi sta attraversando un momento di profonda mutazione, sia dal punto di vista del prodotto videoludico che dalla sua stessa filosofia in termini di produzione hardware. Una console mid-gen rappresenta qualcosa di nuovo dunque, sia per Sony con Playstation 4 Pro che per Microsoft.
Xbox One X rappresenta dunque il nuovo approccio ad un’industria in fortissima ascesa e punta a riprendere uno degli elementi più importanti per il consumatore: le prestazioni. Che le console di ultima generazione abbiano avuto dei problemi sin dal loro lancio non è certo un segreto e l’influenza sulla massa di termini come “risoluzione” e “frame-rate” hanno consentito di portare avanti una gara, spesso insensata, su quale prodotto fosse effettivamente migliore. Al di là delle disquisizioni puramente filosofiche su cosa renda effettivamente buono un prodotto troviamo infatti la solida certezza dei numeri e delle prestazioni.
Dopo l’arrivo sul mercato di Playstation 4 Pro, la risposta di Microsoft, pur essendo stata annunciata prima della diretta rivale, arriva dopo un anno, il suo nome è Xbox One X.
Andiamo dunque ad analizzare il nuovo gioiellino di casa Microsoft per scoprire, dopo fiumi di parole, cosa si nasconde sotto la scocca nera della nuova console.
Questione di numeri
Il primo elemento che colpisce, sin dal momento dell’apertura della scatola, è dato dalle dimensioni. Incredibilmente piccola per il potenziale che nasconde, Xbox One X misura 30cm x 24cm x 6cm, guadagnando qualche millimetro in altezza su Xbox One S e distribuendone qualcuno in larghezza. Il peso di 3,81 kg rende Xbox One X più pesante della mastodontica Playstation 4 Pro nonché la console più pesante sul mercato. A differenza della classica Xbox One che, una volta aperta, si presenta praticamente vuota se non per la presenza di Hard Disk e Lettore al di sotto dell’enorme ventola posizionata sulla facciata superiore, lo sviluppo di Xbox One ha portato gli ingegneri ad ottimizzare ogni singolo millimetro quadrato della console, implementando un sistema di raffreddamento davvero eccezionale che scopriremo più avanti.
Incredibilmente piccola, Xbox One X nasconde un potenziale enorme.
Piccola e pesante, Xbox One X rappresenta dunque un piccolo scrigno di potenza pura da liberare attraverso i nostri giochi preferiti. Nata all’insegna della retrocompatibilità, il passaggio dei contenuti dai modelli precedenti ad Xbox One X è stato ulteriormente facilitato grazie alla possibilità di sfruttare la propria rete LAN per trasferire i dati da una console all’altra. La velocità massima di trasferimento si assesta dunque sui 100mb/s nel caso di fastethernet o 1gb/s nel caso di gigabitethernet ( più raro ma sicuramente più veloce ); se invece volete trasferire i vostri dati alla “vecchia maniera” sarà possibile utilizzare un semplice Hard Disk esterno e trasferire/copiare i contenuti da una console all’altra. A questo punto va ad aprirsi il primo argomento tecnico riguardante le migliorie apportate all’Hardware di Xbox One X rispetto alle precedenti Xbox One e Xbox One S. Rinunciando alla tecnologia SSD per quanti riguarda i supporti di memoria, Xbox One X continua ad usare un Hard Disk meccanico, questa volta implementando il SATA 3 a differenza di Xbox One e Xbox One S che montavano ancora SATA 2. Nonostante non ci sia praticamente nessuna differenza in termini di tempi di installazione, l’implementazione del SATA 3 garantisce un incremento del 50% in termini di banda passante per il trasferimento dei dati con ripercussioni sui termini di caricamento dei giochi, leggermente più brevi, e del trasferimento dei dati da un supporto di memoria all’altro.
Il vero miracolo di ingegneria compiuto da Xbox One X non risiede però nel suo disco fisso e nemmeno nella CPU e GPU come molti potranno pensare. Microsoft ha pagato a caro prezzo la scelta incredibilmente sbagliata di adottare le RAM di tipo DDR3 invece di DDR5, andando a creare un gap prestazionale con il suo principale concorrente difficilmente colmato dalla presenza dell’ESRAM. Non vogliamo scadere in tecnicismi troppo eccessivi ma è giusto analizzare le ragioni e le conseguenze di una scelta apparentemente innocua e votata al risparmio che ha però giocato un ruolo determinante nello sviluppo dei titoli di questa generazione. Gli 8 GB di RAM DDR3 montati su Xbox One garantivano una banda passante di 68,3 GB/s contro i 176GB/s garantiti dagli 8GB DDR5 implementati su Playstation 4. Un gap prestazionale enorme che ha spinto Microsoft ad adottare la tattica dell’ESRAM per compensare, una scelta intelligente ma estremamente scomoda che ha avuto non poche ripercussioni in termini di sviluppo con enormi difficoltà nella gestione delle texture in Full-HD e nella risoluzione complessiva dei titoli in sviluppo. Con Xbox One X, Microsoft ha deciso di giocare sul sicuro, implementando sulla sua nuova console ben 12GB DDR5, riconquistando il primato e garantendo una velocità prestazionale fuori da ogni schema. Gli sviluppatori avranno infatti a disposizione ben 9GB di RAM per garantire il passaggio di dati verso la GPU, una risorsa fondamentale garantita anche dalla scelta di impostare la Dashboard della console a 1080p utilizzando un upscaler tradizionale invece del 4K nativo. Il sistema operativo va dunque a consumare “soltanto” 3GB di RAM lasciando agli sviluppatori i 9GB restanti, uno spazio immenso all’interno del quale gestire i titoli in esecuzione.
La potenza e il controllo
Dovendo mantenere una totale compatibilità con i titoli già usciti su Xbox One, la CPU di Xbox One X mantiene la stessa architettura utilizzata sui vecchi modelli, cambiando però la frequenza. Mentre infatti ci ritroveremo con la stessa CPU a 8 Core presente sia su Xbox One che su Playstation 4, la velocità di calcolo di Xbox One X guadagna un sostanzioso 31% grazie ai suoi 2,30GHz contro gli 1,75GHz di Xbox One e i 2,1GHz di Playstation 4 Pro.
La scheda video più potente mai montata su una console.
Un sostanziale miglioramento che aumenta la capacità di calcolo della console lavorando esclusivamente sull’ottimizzazione della CPU. Cambiare totalmente architettura passando dall’attuale Jaguar alla molto più prestante Vega avrebbe innescato un pesantissimo lavoro di riscrittura e adattamento di tutti i titoli e applicazioni in commercio, andando a costituire un vero e proprio salto generazionale. L’esigenza di proporre un prodotto di fascia alta a prezzo comunque accessibile e mantenere intatta la compatibilità con tutti i titoli sul mercato ha imposto dunque la scelta dell’ottimizzazione che si è tradotta in un miglioramento prestazionale interessante ma non proprio abissale. L’ottimizzazione delle prestazioni e degli spazi ha inoltre concesso a Microsoft e AMD di dedicare maggior spazio alla GPU, proponendo la scheda video più potente mai montata su una console. Basti pensare infatti alla differenza tra il primo modello di Xbox One e Xbox One X per rendersi conto di quanto sia abissale la differenza tra le due macchine. 11 Compute unit presenti all’interno della scheda video di Xbox One contro i 40 di Xbox One X vanno infatti a costituire una differenza davvero incredibile che, in concomitanza con l’aumento della frequenza da 853MHz di Xbox One a 1172 MHz di Xbox One X si traducono in un boost prestazionale che porta Xbox One X vicina ad una console nuova generazione.
Anche sul fronte del raffreddamento Xbox One X si porta in prima linea sul fronte dell’innovazione adottando un metodo finora associato soltanto ai PC di fascia altissima. A sostituire il “ventolone” presente su Xbox One e Xbox One S troviamo infatti un sistema di raffreddamento a camere di vapore. Senza entrare troppo nei tecnicismi, un sistema di raffreddamento a liquido che, a contatto con le componenti riscaldate produce vapore raffreddando immediatamente la console e riciclando l’aria attraverso le apposite aperture sui lati. Una soluzione talmente rapida ed efficiente che ha permesso agli ingegneri di eliminare il problema dell’alimentazione esterna integrando il tutto all’interno della console senza alcun rischio. Stiamo parlando di un sistema di raffreddamento molto avanzato che permette alla console di “respirare” semplicemente dalle griglie posizionate sui lati che aspirano l’aria dell’ambiente per rilasciarla dalla parte posteriore, eliminando così la griglia superiore in modo da dare la possibilità di posizionare la console in spazi anche molto stretti. Durante la nostra prova abbiamo “stressato” la macchina eseguendo tantissime applicazioni e titoli, monitorando il riscaldamento ed il rumore prodotto. Soprendentemente Xbox One X è una console molto silenziosa e, caricamento dei dischi a parte, è davvero difficile sentirla mentre si gioca con le cuffie. Sul fronte del riscaldamento abbiamo notato qualche picco sulla parte centrale-superiore, molto distante dalle parti vitali della console, il calore è infatti direzionato in modo da essere espulso dalla parte posteriore.
Estetica e videogiochi
Dal punto di vista del design ci ritroviamo tra le mani una macchina che riprende fortemente lo stile già proposto da Xbox One S, il pad in dotazione è stato mantenuto e si presenta nelle classiche vesti nere invece che bianco, così come l’intera console. L’idea di un design molto squadrato, minimale, conforme ad uno stile moderno, semplice ed efficiente garantisce a Xbox One X una certa eleganza che effettivamente mancava all’originale Xbox One.
Sebbene parleremo in modo molto più approfondito delle migliorie dedicate ai singoli videogiochi, è giusto precisare che, a prescindere dal rilascio di patch dedicate, qualsiasi titolo disponibile su Xbox One X è soggetto a dei miglioramenti prestazionali. Mentre titoli come Assassin’s Creed Origins e Star Wars Battlefront II possono godere di miglioramenti sensibili non soltanto in termini di risoluzione ma anche prestazione ed effetti, altri titoli si limiteranno a scalare in 4K mantenendo però una fluidità maggiore rispetto alle versioni originali. In alcuni casi è infatti possibile notare miglioramenti sui filtri anisotropici o sull’anti-aliasing mentre in altri il frame-rate risulta più stabile e fluido. Di questo parleremo nei prossimi giorni, focalizzandoci sui titoli più importanti tra i 130 Xbox One X Enhanced. A sorprendere e suscitare curiosità vi è però un fatto molto interessante: anche i titoli in retrocompatibilità hanno subito dei miglioramenti, titoli come Halo 3 e Fallout 4 si presentano in pompa magna pur non essendo stati ritoccati dagli sviluppatori. In questa sede ci limitiamo dunque ad accennare le migliorie apportate ai titoli per approfondirli singolarmente nei giorni a venire.
In conclusione, dopo aver analizzato le varie specifiche e testato con mano le vere potenzialità di un hardware come Xbox One X, vogliamo guardare al futuro pensando alle potenzialità di una console del genere. Se infatti titoli già molto prestanti riescono a sfruttare, attraverso patch dedicate, le potenzialità della nuova console, i titoli a venire, ideati direttamente con gli SDK di Xbox One X avranno una maggiore possibilità di espandersi in direzioni ancora non esplorate andando magari a limitarsi nelle versioni Xbox One e Playstation 4. I 9GB di RAM a disposizione, in concomitanza con la potenza della scheda video, vanno sicuramente a costituire una forte leva in fase di produzione andando ad esplorare potenzialmente nuovi orizzonti sfruttando le potenzialità della console nel modo più adatto. Forza Motorsport 7 ha dato prova di quanto è possibile spingersi con Xbox One X, raggiungendo prestazioni molto simili a PC di fascia altissima, andando così a competere in un’ambiente finora incontrastato, non ci resta che aspettare e scoprire in che modo gli sviluppatori sceglieranno di sfruttare l’impeto di potenza offerto da un miracolo dell’ingegneria come Xbox One X.