Gennaio, come se la fine delle vacanze non fosse già sufficiente, è da sempre un mese caratterizzato per lo più da poche e facilmente dimenticabili uscite, e le eccezioni sono una vera rarità. Se le novità scarseggiano e l’idea di aspettare impassibili una possibile uscita interessante non è nelle vostre corde, allora cosa fare? Come sopperire alla mancanza? Con il tappabuchi per eccellenza: il ricaccione. L’assenza di uscite è la perfetta occasione per ripescare dallo scaffale o acquistare i vari giochi che, per un motivo o per un altro, ci siamo lasciati scappare e sono finiti nel dimenticatoio. Tutti quegli ottimi titoli, insomma, che ci hanno sempre incuriosito ma che abbiamo messo da parte privilegiandone altri, e che ora possiamo, complice il passare del tempo, trovare a prezzi più che accessibili. Per inaugurare il ricaccione, abbiamo scelto eccellenti GDR dalla spiccata longevità che devono essere assolutamente recuperati: Dragon Age: Inquisition e Pillars Of Eternity.
Dragon Age: Inquisition
Terzo capitolo della saga videoludica targata Bioware uscito nel 2014, Dragon Age: Inquisition è un titolo mastodontico dettagliatissimo in ogni aspetto, pieno di dialoghi, personaggi ben caratterizzati e attività tra crafting, missioni, esplorazione e un livello di difficoltà equilibrato e mai troppo complesso. Inquisition si differenzia, poi, dai suoi predecessori anche per l’ottimo comparto grafico che risulta, a distanza di cinque anni, ancora piacevole grazie all’ottimo utilizzo del motore grafico (Frostbite 3). La trama che si ricollega al secondo capitolo, però, è il vero fulcro del gioco, ben realizzata tanto da trascinare il giocatore in un susseguirsi di trame, sottotrame e missioni secondarie, talmente vasta che è possibile giocarlo per più di cento ore senza rischiare di ripetere due volte la stessa tipologia di quest. Il gioco targato Bioware è ovviamente un gioco complesso che ha la capacità di evolversi e mutare in ogni aspetto (anche il combattimento) a seconda delle scelte che faremo prendere al nostro personaggio, e il tutto si rispecchierà in uno dei tanti finali presenti, obbligandoci a ponderare tutte le azioni e le risposte. Dragon Age: Inquisition è un GDR eccezionale, complesso, profondo e scritto con grande abilità, un vero ricaccione che non farà pesare l’assenza di nuovo titoli anche per chi non avvezzo al genere.
Pillars of Eternity
Pillars of Eternity è il GDR occidentale dall’approccio meravigliosamente classico, nato da una delle campagne Kickastarter più remunerative del mondo videoludico. Prendendo a piene mani l’eredità di Baldur’s Gate, gli sviluppatori sono riusciti a riportare in auge elementi come la visuale isometrica, rilegati per anni e solo ai titoli del passato. Proprio come nella tradizione, il lungo tempo passato allo sviluppo del personaggio è fondamentale e richiede attenzione e pianificazione. In Pillars of Eternity, infatti, ogni eroe ha punti di forza e debolezza rilevanti, che vanno necessariamente tenuti in considerazione nella creazione del team. Un titolo sicuramente molto complesso, ma in grado di regalare tante soddisfazioni. Ovviamente, non è la nostalgia l’unico pregio di Pillars of Eternity: la trama, l’interazione sociale tra i protagonisti, la caratterizzazione dettagliata e splendida delle creature e dell’ intero mondo sono elementi rari, difficili da trovare. Il lavoro certosino degli sviluppatori è palese anche nella costruzione al limite del maniacale dei dialoghi. La scelta al termine di un lungo monologo può risultare insignificante se non si è stati attenti ad ogni singola sfumatura e aspetto che il personaggio di turno ha cercato di comunicarci. Le direzioni possibili della trama sono tante (tantissime) ed è estremamente complesso quindi contarle, ancor più difficile dare un’idea precisa di quanto sono estese, dato che sono talmente ben nascoste nella progressione dei personaggi che dovremmo giocarci una seconda volta per rendercene conto. Obsidian è sempre stata nota per le sue abilità narrative ma mai come in Pillars of Eternity avevano potuto esprimere e dar sfogo al loro talento. La vera immedesimazione e immersività si ha dopo tante ore di gioco, ma il tempo dedicato porterà ad essere sorpresi e ammaliati dalla grandezza e la complessità narrativa di Pillars of Eternity.
Un gioco dalle mille sfaccettature e longevo, insomma un perfetto ricaccione, così come il sue seguito, Pillars of Eternity 2: Deadfire.