Manca ormai pochissimo all’uscita di Sekiro: Shadows Die Twice (22 marzo), e in attesa della nostra recensione vogliamo, tramite questo speciale, approfondire il mondo e il folklore giapponese che caratterizzerà l’ultima fatica targata FromSoftware. Una tematica quanto mai attuale visto che dopo lungo periodo di silenzio (complice il grande e inaspettato successo di Nioh), lo scenario dell’antico Giappone torna presente sugli scaffali dei videogiocatori grazie ad una serie di promettenti titoli in uscita quest’anno.
Il sanguinoso periodo Sengoku
In Sekiro: Shadows Die Twice vestiremo i panni di uno shinobi sconfitto in battaglia contro il clan rivale Ashina. Oltre all’onore questo shinobi ha perso anche il braccio, che all’inizio del gioco verrà sostituito da una protesi ottenendo così l’appellativo di Sekiro “Lupo senza un braccio”. Il nostro protagonista dovrà quindi farsi largo per portare a termine la sua vendetta e salvare il suo Shōgun, tra demoni e serpenti giganti e membri del clan rivale all’interno di uno dei periodi più violenti e sanguinosi della storia giapponese. Sekiro è ambientato, infatti, nel dell’era Sengoku che letteralmente significa “periodo degli Stati combattenti” intorno al sedicesimo secolo, un’epoca per il Giappone di profonda crisi a causa dei costanti conflitti fra i numerosi feudi.
I Daimyō, (signori locali di rango militare che gestivano vaste porzioni di terra appartenenti allo Stato) iniziarono a rivendicare la propria indipendenza dallo Shōgun (il generale più forte formalmente nominato dall’imperatore) andando in guerra con i feudi vicini. Un lungo periodo di conflitto che getto però le basi culturali del Giappone, così come la sua unificazione e che fece emergere personaggi ed eroi ancora vividamente presenti nell’immaginario collettivo. Concentrandoci sui personaggi è impossibile non citare Hattori Hanzo, conosciuto anche come Hattori Masanari, un maestro samurai che ebbe un ruolo essenziale nell’unificazione del Giappone e la fine del conflitto, salvando la vita del suo futuro Shogun Tokugawa Ieyasu ed ebbe un ruolo chiave nella sua salita al potere.
Una figura quella di Hattori Hanzo che mescola verità storica con il mito, dato che, per le sue straordinarie abilità, in molti racconti gli sono state attribuite facoltà soprannaturali, cosa che lo ha portato ad essere un nome fortemente presente anche in ambito videoludico (ad esempio Nioh tanto per citarne uno). In Sekiro: Shadows Die Twice non sarà presente Hattori Masanari (o almeno per le informazioni che abbiamo fino ad adesso), ma è certo che il protagonista del titolo sarà fortemente ispirato, per le capacità e la figura che assumerà, al sopra citato eroe.
Il folklore giapponese: Yokai
Dopo una doverosa parentesi sul contesto storico è il momento di concentrarci, ai fini del nostro articolo, sul mondo di gioco che caratterizzerà Sekiro: Shadows Die Twice. Innanzitutto, secondo voci di corridoio, il gioco pare che dovesse inizialmente essere un nuovo episodio di Tenchu, famosa serie di videogiochi stealth ambientati più o meno nello stesso periodo. Poi il game director Hidetaka Miyazaki, in corso d’opera, ha aggiunto altri elementi divento così un altro titolo, quello che abbiamo visto in questi mesi. L’ambientazione, però, è rimasta la stessa del progetto iniziale, caratterizzata da elementi sovrannaturali e creature mostruose, in perfetto stile FromSoftware.
In Sekiro: Shadows Die Twice gli elementi mistici avranno un ruolo essenziale, ed è proprio su quello che vogliamo soffermarci. Il folklore dell’estremo oriente è estremamente radicato nella cultura popolare, tanto da influenzare la letteratura e l’arte: proprio durante l’era Sengoku, venne dipinto lo Hyakki Yagyo Emaki, un rotolo su cui era rappresentata la cosiddetta “La parata notturna dei cento demoni”, mostri e creature antropomorfe, arrivate con le stesse fattezze fino i giorni nostri.
Lady Butterfly e il generale Gyoubu Masataka Oniwa e Ogre Incatenato, sono solo alcuni dei boss e nemici che attualmente conosciamo e che il mal capitato protagonista dovrà fronteggiare durante il gioco, palesemente ispirati al mondo al mondo Yōkai. Gli yōkai sono spiriti mostruosi (radicati nello Shintoismo) che possono assumere fattezze animali o umanoidi e animalesche oppure essere oggetti che, dopo 100 anni, prendono vita. Le più celebri creature appartenenti al mondo yōkai sono gli Oni, creature giganti e mostruose, estremamente diversi tra di loro, con artigli taglienti, capelli selvaggi e due lunghe corna che crescono dalla loro testa. Creature nate come benevole, ma che hanno assunto col tempo il ruolo di guardiani dell’inferno.
Hidetaka Miyazaki, ispirandosi al folklore giapponese, ha creato un mondo che sembra essere pieno di fascino, misticismo e quanto mai ostico. Del resto FromSofware ci ha abituali a mondi di gioco artisticamente ispirati, non ci resta quindi che attendere la recensione per vedere se Sekiro: Shadows Die Twice sarà all’altezza delle aspettative.