Il grande giorno è arrivato, i server di Destiny 2 sono finalmente aperti e noi non potevamo mancare. Recensire un titolo come Destiny 2 richiede tempo e dedizione, proprio per questo abbiamo deciso di rendervi partecipi di questo processo raccontando, giorno per giorno, la nostra esperienza di gioco nel bene e nel male.
L’apertura dei server è sempre un evento epocale fatto di emozioni, voglia di scoprire ed esplorare insieme a tutto il mondo. Destiny, tra amore e odio, è stato capace di introdurre i giocatori console a quello che è uno spiraglio del mondo degli MMO e, grazie al supporto di una community veramente immensa, è divenuto rapidamente un metro di paragone per tutti i titoli del genere su console. Destiny 2 porta con se il classico fardello del seguito e se per Caparezza il secondo album è sempre il più difficile, la stessa regola vale anche per i videogiochi. La nostra esperienza di gioco inizia in modo traumatico, tra errori che ci costringono a giocare in tethering a causa di un problema già riscontrato nella beta e il classico traffico immenso di utenti che crea problematiche non indifferenti durante le prime ore di gioco. Superate con tenacia e tanta, tantissima pazienza, tutti gli inconvenienti, il nostro Stregone Insonne è pronto per avventurarsi nell’universo di Destiny 2. Già durante la beta avevamo avuto modo di assaporare i toni della trama, questa volta molto più coinvolgente e curata, proprio per questo la prima ora di gioco è passata senza troppe sorprese. L’offerta di Destiny 2 sembra però voler confermare una sostanziale evoluzione più che una vera e propria rivoluzione, rafforzando dei concetti già espressi nel primo capitolo e introducendo una serie di contenuti molto interessanti.
La zona pubblica, questa volta popolata, ci porta a conoscenza dell’everversum, ancora presente, del deposito e del centro messaggi più altri due NPC che non vi sveliamo. Nel deposito è possibile recuperare gli articoli acquistati attraverso le microtransazioni nel capitolo precedente, nulla è perduto dunque.
Non vogliamo assolutamente fare spoiler sulla storia, ci terremo quindi a debita distanza dalle informazioni sensibili. Il primo pianeta sul quale ci ritroviamo a fare a pugni con i Caduti è la Terra, abbandonata l’Antica Russia del primo capitolo, la Zona Morta Europea sarà la zona di riferimento. Già annunciata come l’area più grande dell’intero gioco, la Zona Morta Europea è il posto perfetto per introdurre le novità più interessanti che riguardano le pattuglie e le attività extra-narrative. Abbiamo dunque avuto modo di provare le Avventure, ovvero delle missioni secondarie con una sotto trama non sempre interessantissima ma comunque abbastanza divertenti per poi passare ai settori perduti, ovvero delle zone “segrete” ( ma mostrate nella mappa ) all’interno delle quali bisogna sconfiggere un miniboss per raccogliere il bottino.
Le missioni principali saranno avviabili direttamente durante le pattuglie senza dover andare in orbita per avviarle, facilitando così gli spostamenti senza caricamenti inutili. Gli eventi pubblici rappresentano un’occasione per collaborare con altri giocatori e ottenere ricompense, questa volta mostrate sulla mappa di gioco, gli eventi vengono notificati con cinque minuti di anticipo rispetto all’inizio in modo da evitare quelle ricerche compulsive del primo capitolo. Ogni pianeta sembra avere un NPC di riferimento e un sistema di reputazione che ricompensa il giocatore al livello 20 dopo aver portato a termine le attività e avere quindi ottenuto sufficienti punti reputazione.
Sebbene una sensazione di fondo di more of the same ci accompagni per tutta la durata del gioco, diversi elementi rivisti e alcune meccaniche introdotte conferiscono un’inaspettata freschezza al titolo, tradendo quelle che erano le impressioni della beta. Destiny 2 sembra qualcosa di nuovo ma non troppo, le abilità dello stregone vanno ad interagire perfettamente con le esigenze del giocatore, conferendo la giusta mobilità e protezione nel momento del bisogno. La prima specializzazione è quella solare, per sbloccare le altre sarà necessario portare a termine alcune attività, al momento abbiamo quella del vuoto ma non l’abbiamo ancora sbloccata. Forti del nostro livello 13 ci approcciamo a Titano, il secondo pianeta, questa volta infestato dall’alveare e dai caduti, l’esperienza di gioco sembra abbastanza ridondante con avventure, settori nascosti ed eventi pubblici, ancora nessun segno di un assalto ma forse è ancora presto.
Dopo aver sterminato migliaia di nemici e portato a termine alcune missioni della campagna decidiamo di buttarci nel crogiolo per testare le nostre abilità. Un paio di partite confermano una stabilità dei server sorprendente e, quando si riesce ad entrare in una partita senza essere sbattuti fuori in caricamento, non si avverte la minima sensazione di Lag o instabilità. Una modalità simile ad “Uccisione Confermata” di Call of Duty si dimostra una valida alternativa al classico deathmatch, spingendo i giocatori a muoversi in gruppo nella mappa giocando di squadra e raccogliendo le kill dei compagni o salvandoli dall’uccisione.
C’è ancora molto da dire su Destiny 2, il primo giorno si è rivelato però piuttosto intenso. La presenza quasi costante di errori legati alla connessione ha minato pesantemente l’esperienza di gioco ma la pazienza è la virtù dei forti. Certo, un lancio più “pulito” sarebbe stato auspicabile visti e considerati i report delle beta rilasciate, eppure lo stesso errore che affliggeva la beta è ancora presente nella versione finale e rende praticamente impossibile portare a termine alcune attività. Soluzioni drastiche come il cambio di router sono inaccettabili, il tethering aiuta ma non è infinito, vedremo se Bungie si attiverà nei prossimi giorni per migliorare una situazione disperata.