Nonostante l’evidente scomodità, la poltrona dell’ufficio del signor Arts in quel momento appariva come il più comodo dei letti. “L’incubo è finito”, pensò mentre un solco simile ad un ghigno comparve sul volto dell’uomo d’affari che aveva trasformato un mondo fatto di sogni come quello dei videogiochi in una fredda industria atta al mero profitto.
“Ho assolutamente bisogno di un caffè” pensò Arts, avvicinandosi all’interfono per chiamare la segretaria
“Liara portami subito un caffè bollente!”
Ma l’interfono non dava segni di vita. Il signor Arts riprovò, furioso, mentre il dubbio si insinuava nella sua mente. Forse dopotutto l’incubo non era ancora finito, i fantasmi avevano qualcos’altro da dirgli. Nel momento in cui l’orologio del signor Arts puntavano le loro lancette sulla mezzanotte, tutte le luci si accesero di colpo in un bagliore sovrannaturale mentre dei passi rimbombavano in un freddo eco tra le mura dell’enorme ufficio, dei passi sordi, pesanti, accompagnati da uno stridio metallico. Una cupa figura incappucciata fece il suo ingresso nella stanza, portava con se un vassoio di metallo dorato con sopra una tazza di ceramica con rifiniture d’oro.
Il signor Arts avvertì, sotto il suo smoking Armani, il freddo morso della paura mentre l’oscuro passeggero avanzava verso la scrivania e, incapace di formulare anche la più semplice delle frasi, si appiattì sulla sua poltrona di pelle. La figura misteriosa si trascinò in avanti, sbattendo fragorosamente il vassoio sulla scrivania e il tonfo che ne seguì trasformò la paura che attanagliava il signor Arts in puro terrore.
Paralizzato dai propri sentimenti, il signor Arts volse il suo sguardo prima verso il vassoio, poi verso l’individuo incappucciato e fu allora che quest’ultimo tese un braccio, indicando la tazza di ceramica. Il signor Arts, troppo impaurito per pensare razionalmente allungò il collo per sbirciare il contenuto della tazza. Non fu sorpreso quando scoprì che la tazza non conteneva il caffè che aveva ordinato, ma un brivido percorse comunque la sua schiena quando si accorse che la tazza era stracolma di monete, di tutte le valute conosciute.
“Che significa?” mormorò il signor Arts.
La misteriosa figura non rispose nè distolse il suo freddo sguardo dagli occhi impauriti dell’uomo d’affari. Indicò invece il calendario, che segnava la data 10 Giugno 2035, spostando poi il suo sguardo verso la finestra dell’ufficio.
Il signor Arts avanzò timoroso verso quella che pensava fosse la finestra panoramica del suo grattacielo, ma scoprì con orrore di essere in un lurido motel la cui miglior vista dava su un centro commerciale.
A quel punto la strana figura, mantenendo un silenzio tombale, fece cenno al signor Arts di seguirlo e si avviò verso la porta. Solo allora capì l’origine di quegli stridii metallici che accompagnarono l’arrivo del misterioso ospite. L’essere si trascinava dietro grosse catene, non catene comuni ma forgiate invece con delle monete d’oro, talmente tante da intravederne i vari disegni.
Il signor Arts, si avviò verso l’esterno e rassegnatosi all’evidenza dei fatti realizzò che non c’era nulla da temere, era ancora nel mondo dei sogni. Eppure sembrava tutto così reale. Cos’era quella strana sensazione che provava in fondo al petto?
L’uomo d’affari non si stupì quando, varcato l’uscio della porta, si ritrovò in una sala conferenze gremita di persone con una enorme striscione che recitava le parole E3 2035. Sul megaschermo dietro al palco si ergeva un’enorme scritta che recitava “Electronic Arts” e il signor Arts si rivolse pomposamente alla misteriosa figura con arroganza.
“Come vedi siamo ancora al Top”.
Dal suo canto, l’essere incappucciato non mostrò nessuna reazione, limitandosi ad indicare il palco. La conferenza già iniziata quando lo sgomento attanagliò il signor Arts, quando si rese conto che per ogni titolo che veniva presentato gli spettatori della presentazione andavano scomparendo, lasciando spazio a poltrone vuote. Nessuno applaudiva per ciò che veniva presentato, finché non rimase soltanto la stampa specializzata che, in una fremente eccitazione, pendeva dalle labbra del presentatore.
“Com’è possibile?! Perché non c’è nessuno? Abbiamo il parco titoli più vasto del mondo, copriamo tutti i generi, siamo sempre stati primi nelle vendite! Che fine ha fatto Mirror’s Edge, che fine hanno fatto Dragon Age, Mass Effect e tutti i nostri titoli sportivi?”
Mentre il panico prendeva il sopravvento, la vista dell’uomo d’affari andava sfocandosi, e la disperazione ebbe la meglio quando il signor Arts si rese conto di essere inspiegabilmente in lacrime, aveva distrutto una creatura che lui stesso aveva creato, corrompendo la sua purezza con l’avidità.
Il cuore del signor Arts si fermò per un attimo quando si rese conto che i titoli che aveva tanto vantato erano presenti sul megaschermo, la gente aveva semplicemente smesso di giocarli.
“Com’è potuto succedere? Come ha fatto un titolo come FIFA a cadere nel dimenticatoio? Come hanno fatto i server di Battlefield a svuotarsi? Cos’è successo? Esigo una spiegazione!”
Una lama più affilata della sua stridula voce attraverso il petto del signor Arts quando vide che il presentatore teneva in mano uno Smartphone e non un Gamepad, tutti i titoli che lui ha amato e vantato, le sue creature più splendenti erano state trasformate in titoli per mobile, pieni zeppi di microtransazioni, contenuti a pagamento ed espansioni.
Fu quando il presentatore annunciò, pieno di orgoglio, la nuova formula a pagamento per ricaricare le armi su Battlefield Mobile che l’intero palco della fiera andò poco a poco scomparendo fino a trasformarsi in una cassa, sulla quale un senzatetto blaterava della fine del mondo sotto la pioggia in una città molto simile a New York.
La figura misteriosa si stagliava di fronte al signor Arts come un pilastro di verità e dannazione mentre la pioggia bagnava il suo cappuccio.
“Dimmi chi sei..” Bisbigliò il signor Arts ormai distrutto dai sensi di colpa.
“Sei qui per punirmi? Sei una mia creazione? Eppure Assassin’s Creed non è opera mia, non ricordo di aver creato un personaggio come te”. Le lacrime del signor Arts si confondevano tra le fitte gocce di pioggia.
“Ho capito dove ho sbagliato, ti prego riportami indietro, non posso più sopportarlo!”
La figura del signor Arts, ormai in ginocchio, distrutta, sembrava rimpicciolirsi a poco a poco, quando il vento portò con sè una rivista che si aprì davanti agli occhi dell’uomo d’affari, dove in prima pagina figuravano due notizie in evidenza:
“Dragon Age 8 Mobile edition promosso a pieni voti dalla stampa ”
“Dopo mesi di scavi, le scatole contenenti le copie di Mirror’s Edge Catalyst sono state ritrovate”
Il signor Arts avvertì un tocco freddo sulla spalla quando, alzando gli occhi notò che l’uomo incappucciato si era chinato su di lui. A quel punto, dopo essersi alzato, in preda allo sconforto supplicò l’uomo.
“Ti prego, fai che tutto questo non accada, riportami indietro, non lascerò che tutto finisca così”
La figura misteriosa trafisse il signor Arts con il suo sguardo quando decise di togliersi il cappuccio, rivelando così la sua vera identità. Il Capitano Shepard non disse una parola, si limitò a tendere la mano verso il signor Arts che, pieno di speranza, si avvicinò alla sua creazione più preziosa.
Profondo fu lo sgomento del signor Arts quando si rese conto di non poter stringere la mano di Shepard, Il Capitano non apparteneva più a questo mondo, non poteva essere toccato, come se il suo ricordo si fosse guastato.
Fu allora che una folla di ragazzini investì i due, portando con loro Shepard che, perso nella massa scomparì lasciando il signor Arts da solo, sotto la pioggia, nel pieno di una constatazione agghiacciante.
Nessuno di quei ragazzini di fermò davanti al negozio di videogiochi aperto pochi metri più avanti, a nessuno importava più, i videogiochi erano morti.
Prima di chiudere di nuovo gli occhi, Arts rimase a fissare il senzatetto a cui prima non aveva dato ascolto. Parlava di gameplay, multiplayer competitivo e divertimento. Cose da tempo dimenticate. Solo allora si accorse della maglietta di Mass Effect 3 da lui indossata, ormai ridotta a brandelli. Quello non era un semplice pazzo. Era un videogiocatore come tanti altri che in quel futuro, erano alla ricerca di qualcosa ormai perduto.
Quando riaprì gli occhi, Arts era nuovamente nel suo letto. Non pioveva, non c’erano platee ne spettri, era solo nella sua camera. Una strana euforia lo pervadeva mentre andava verso la finestra, rendendosi conto che la mattina era giunta. Affacciandosi alla finestra chiese ad un ragazzo che passava lì sotto che anno fosse.
“Siamo nel 2015 signore.” Rispose questi con sguardo interrogativo.
2015, siamo ancora in tempo, pensò il signor Arts. Immediatamente prese il telefono, quasi mosso da una febbre incredibile e chiamò in ufficio.
“Liara, cancelli tutti gli appuntamenti fino alla fine dell’anno. Gli azionisti possono attendere. Mi passi il reparto produzione anche. Immediatamente!”
La ragazza rimase stupita “Signore è sicuro? Tutto bene?”
“Si cara, e prenditi una vacanza, è Natale! Via via! A casa! E saluta tutti!”
“C-certo signore, grazie signore”
L’interno del reparto produzione rispose dopo qualche squillo, quando una voce annoiata fece capolino tra le linee telefoniche
“Si, pronto…”
“STEVE! Sono io! Electronic Arts! Buongiorno!” esclamò il nostro amico con voce squillante!
“A signore! Eeeeeh altri dlc in arrivo signore, non si preoccupi, microtransazioni per tutti!”
“No no no, basta con questa storia. Si cambia rotta. Adesso! Limitiamo l’uso dei dlc. Garden Warfare 2 è ancora lì vero? Bene, chiamate le case, ditegli che il nostro online multiplayer non si pagherà! I nostri giocatori già comparano un gioco solo online, non c’è bisogno che paghino anche per poter giocare. Tutti dovranno giocare! Più giochi offerti su Origin! E Dragon Age Inquisition, voglio più giochi come quello, mi raccomando! Supporto costante! Assumente i designer scontenti delle altre case, fateli venire da noi, trattiamoli come meritano e facciamoli lavorare! Dobbiamo riportare il giocatore al centro di tutto! Basta con questi soldi!” il signor arts sembrava un treno, e anche Steve non credeva alle proprie orecchi.
“Signore ma è sicuro di quello che sta dicendo?”
“Si vecchio mio. E mi raccomando, Faith dovrà essere impeccabile. Fate un restyling, rimandate, posticipate, annullate dlc, quello che volete, ma quel gioco dovrà essere perfetto. Perfetto capito?”
“Si signore, mi metto subito al lavoro!”.
Il signor Arts era felice. Quando attaccò il telefono, senti montagli dentro qualcosa che aveva da tempo dimenticato, una passione che gli bruciava dentro e che aveva permesso di creare tutto quello che aveva adesso. Come aveva potuto dimenticarlo? Non l’avrebbe più permesso. I videogiochi erano la sua vita, la gioia che questi trasmettevano ai giocatori il suo cibo. Mai più sarebbe rimasto digiuno. Si cambiava rotta. Fuori dalla finestra, fiocchi grandi comi pixels continuavano a cadere dal cielo, ma erano davvero dei gran bei pixels.
FINE
Scritto a 6 mani da Daitarn, Daxter e Rena20c