Sinceramente parlando: quando fu presentato il primissimo trailer del film di Sonic nel 2019, quello che il web avrebbe poi ricordato con l’appellativo di ugly Sonic, vedendo il modo in cui il pubblico recepì quel trailer il nostro primo pensiero fu “Eccolo lì, l’ennesimo film tratto da un videogioco destinato a fallire”. E invece siamo al terzo capitolo di una saga che vede come protagonista la mascotte SEGA per eccellenza, in una veste che da quel trailer ad un anno sarebbe stata completamente rivista: l’iconico riccio blu deve andare veloce e velocemente sta incassando bene al box office americano, dove nel primo weekend ha già fatto 60 milioni al botteghino (in Italia il film sarà invece disponibile dal 1 gennaio distribuito da Eagle Pictures). Insomma, pare che la Sonic mania non accenni a fermarsi, forse rinnovata anche da un personaggio tanto carismatico come Shadow the Hedgehog che è anche apparso recentemente nel gioco a lui dedicato contenuto nell’edizione rimasterizzata di Sonic Generations, ma nei fatti cosa ha di buono il film del famoso riccio?
Rollin’ around at the speed of sound
Sonic 3 si apre con il risveglio di Shadow, il riccio alieno dagli aculei rossi e neri che arrivò sulla terra 50 anni prima e che, a causa dei suoi poteri incontenibili e distruttivi, fu sottoposto ad un sonno criogenico che ha permesso di tenerlo a bada fino ad oggi. Il suo risveglio e la sua conseguente fuga dal laboratorio della G.U.N. nel quale era rinchiuso ovviamente non sono eventi causali, così come non è un caso che la stessa G.U.N. si rivolga al nostro protagonista per cercare di salvare una Tokyo minacciata dall’incontenibile potere della sua controparte. La prima sonora sconfitta ricevuta da Shadow porterà Sonic a stringere un’alleanza con il suo storico nemico, il dottor Ivo “Eggman” Robotnik, interpretato ancora una volta da Jim Carrey che in questo film copre anche il ruolo del professor Gerald Robotnik, il nonno che Eggman non aveva mai conosciuto, ma che condivide con il nipote i baffi e una certa predisposizione per la robotica usata per fini personali.
Sarà proprio la riscoperta del parente ritenuto perduto che porterà Eggman ad allearsi con il nonno e Shadow, intenzionati a vendicarsi per la perdita di Maria, altra nipote di Gerald e cugina di Eggman nonché unica vera amica di Shadow durante il periodo appena successivo il suo arrivo sulla Terra. La ragazza è venuta a mancare durante un tentativo di fuga da parte di Shadow e Gerald dai laboratori G.U.N. ed i due adesso incolpano l’agenzia della sua morte e vorrebbero vendicarsi distruggendo il quartier generale a Londra. La storia in sé non presenta alcun guizzo creativo, anzi è costellata da cliché e soluzioni narrative che lasciano alquanto basiti (uno su tutti, il piano con il quale il team Sonic riesce ad eludere la sorveglianza strettissima del quartier generale della G.U.N. è una di quelle cose che mi aspetto nelle peggiori commedie americane con protagonista Kevin Hart, ma con meno linguaggio scurrile), ma se chiudiamo uno o più occhi su questi momenti che lasciano basiti, cosa otteniamo?
Un action movie tutto sommato intrattenente, con un personaggio come Shadow che comunque fa la sua bella figura sullo schermo sia per il suo design accattivante sia grazie all’interpretazione dell’idolo delle folle Keanu Reeves (in italiano invece doppiato da Claudio Moneta che già aveva coperto lo stesso ruolo nella serie Netflix Sonic Primes) e che, vivendo il suo arco di redenzione all’interno del film, riesce a farsi apprezzare. Le scene d’azione indubbiamente “gasano” anche grazie ad una CGI che fa un passo in avanti rispetto al precedente capitolo: la regia gioca con le inquadrature per rendere l’azione estremamente frenetica e dinamica e raggiungono il loro picco nello scontro finale, quando il tutto viene riportato in una dimensione “spaziale”. Tuttavia in questo capitolo solo una minima parte delle scene d’azione coinvolgerà anche i personaggi umani, lasciando la fetta maggiore alle interazioni fra i protagonisti alieni e le tecnologie futuristiche create dai due scienziati.
Allo stesso modo, le storie che riguardano i due protagonisti umani, Tom e Maddie, sono solo elementi di sfondo di un quadro che vuole mettere in risalto il team Sonic, Shadow ed i due Robotnik, ma anche l’agente Stone, personaggio secondario ricorrente che in questo capitolo spicca particolarmente. Ma forse è meglio così, considerando che nel precedente film c’è stato un particolare focus sul matrimonio della sorella di Maddie che appesantiva la pellicola: qui invece si va dritti al sodo, concentrando l’attenzione sui veri protagonisti del film, quelli che gli spettatori vogliono vedere.
Got places to go, gotta follow my rainbow
Già, ma quali spettatori? Di quale pubblico parliamo? Sebbene negli ultimi anni diversi film ispirati a icone dell’infanzia anni ’80 e ’90 abbiano avuto fra le fila del pubblico persone di 30 anni o più che aspettavano da decenni l’uscita in sala di un prodotto dedicato ai loro beniamini, è abbastanza evidente che Sonic 3 (come del resto anche i due capitoli precedenti) sia un film realizzato avendo come target i bambini. E badate bene, non sto dicendo che ci sia qualcosa di male a guardare un film per famiglie una volta superata la maggiore età, ma le facoltà mentali dello scrivente si sono dovute scontrare duramente con un elemento del film che durante tutta la visione è riuscito ad urtare i nervi: l’umorismo. Dall’inizio del film tutte le battute, le gag o comunque i momenti che dovevano suscitare ilarità si avvalevano di una comicità semplice, sciatta, infantile, adatta appunto a far presa e scatenare una risata in un pubblico di più piccoli.
Questo si percepisce principalmente nelle scene che coinvolgono il povero Jim Carrey che a questo giro ci offre non uno ma due personaggi che sembrano fare di tutto per presentarsi come due patetici pasticcioni e non come i villains che dovrebbero essere. Nella risoluzione finale del film la cosa emerge in particolare, con uno dei momenti più imbarazzanti della pellicola che porta un personaggio a sparire dalle scene con uno degli espedienti di slapstick comedy più anticlimatici che abbia mai visto.
A contribuire alla sensazione di “disagio” è anche il montaggio in determinate scene in cui nonno e nipote devono interagire fisicamente e per fare ciò la produzione si è presumibilmente avvalsa di una controfigura: il problema è che fra una scena e l’altra spesso si ha la sensazione che manchi qualche frammento di pellicola, qualcosa che avrebbe reso più fluida e credibile l’azione a schermo, rendendo come un senso di estraniazione nei confronti di questi momenti.
Duole quindi dirlo, ma probabilmente tutti i momenti in cui Jim Carrey è in scena rappresentano il principale anello debole del film (ad eccezione del già citato piano per entrare nella G.U.N. che è forse il punto più basso della pellicola), almeno dal punto di vista di uno spettatore adulto che si rende conto di essere fuori tempo massimo per un film con questo mood, ma soprattutto che ha una visione ben diversa di quello che dovrebbe essere l’intrattenimento mainstream, anche per bambini.
La recensione in breve
In conclusione, vale la pena andare a vedere questa nuova iterazione di Sonic? Dipende. Se avete apprezzato il mood dei precedenti film allora adorerete questo film perché migliora quasi tutti gli aspetti della saga, ad eccezione del povero Eggman che passa dall’essere un eccentrico ma elegante villain ad un personaggio patetico come il Thor di Endgame. Se invece pensate di essere troppo cresciuti per questo genere di umorismo potreste comunque decidere di godervi il film nelle sue parti migliori oppure soccombere alla trama banale che viene a forza tirata avanti per le quasi due ore di film. Un consiglio? Probabilmente ve lo godrete di più se lo visionerete con vostro figlio o un nipote che abbia l’età in target per il film, godendovelo in maniera più spensierata.
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Voto Game-Experience