Rare ha fomentato diverse discussioni nei gruppi e nei forum del loro nuovo MMO a tema piratesco, Sea of Thieves, quando annunciò l’arrivo d’un aggiornamento che avrebbe implementato una tassa in oro da pagarsi in caso di morte del proprio personaggio. Tassa che tra l’altra sarebbe dovuta essere proporzionale a quanto la morte fosse stata evitabile, costando di più in caso di morte facilmente prevenibile e meno in caso la stessa fosse stata inevitabile.
Idea buona per molti e meno per altri. Sicuramente niente di nuovo e di castrante come molti oppositori dell’idea avevano supposto; sono diversi i giochi in cui simili meccaniche sono implementate e tipicamente funzionano sottraendo una percentuale delle ricchezze possedute, senza dunque il rischio di ridurre all’assoluta povertà il malcapitato.
Tutte chiacchiere prive di fondamento, comunque, poiché Rare ha deciso di cambiare rotta, dichiarando che l’aggiornamento in questione non arriverà mai.
Joe Neate, Executive Producer del gioco, ha spiegato come lo studio di sviluppo abbia deciso di ritirare l’idea a seguito dei molti feedback negativi registrati nella community del titolo (feedback da biasimare, comunque, in quanto nessuno nelle community si è preoccupato di capire come questa tassa avrebbe funzionato prima di pensare al peggio.
Insomma la mossa arriva per evitare rotture e spegnere le fin troppe discussioni accesesi sui vari gruppi e forum dedicati a Sea of Thieves.
Una decisione dolorosa, dal mio punto di vista, poiché quando il pubblico arriva a imporsi sul libero lavoro d’un artista la scintilla della creatività, in parte, muore (perché in fin dei conti il videogioco è una forma d’arte).