La tanto attesa nuova IP di Xbox è giunta fra noi. Dopo parecchi anni di gestazione e un reveal in pompa magna nel 2020 è giunta finalmente l’ora di toccare con mano l’avventura horror in esclusiva per PC e Series S|X. Scorn, è terrore e raccapriccio, un viaggio nelle opere di Giger e Beksiński sapientemente omaggiati dagli sviluppatori con sede in Serbia di Ebb Software. Sarà stato un colpo di fulmine?
Prendete l’immaginario creato dall’artista svizzero H. R. Giger, divenuto celebre per aver contribuito alla realizzazione dell’inconfondibile stile biomeccanico delle ambientazione e delle creature di Alien, e combinatelo con le opere distopiche e surrealiste del pittore polacco Zdzisław Beksiński. Aggiungeteci un pizzico del body horror tipico di Cronenberg, marchio di fabbrica del regista canadese rivisto anche di recente con lo spettacolare Crimes of the Future. Infornate per una decina di anni, tempo impiegato dallo studio serbo di Ebb Software per realizzare la sua opera prima grazie anche ai soldi raccolti tramite campagne di crowd funding. Quello che otterrete è Scorn, un horror conturbante in prima persona in esclusiva per PC e Xbox Series S|X già disponibile anche sul catalogo di GamePass.
Nello spazio nessuno può vederti giocare
Scorn infila in un tritacarne le opere dei tre autori sopracitati per ricavarne un’avventura cupa e disturbante, dove i lunghissimi silenzi e il senso costante di inquietudine prevalgono sul caos e sulla frenesia. Vi farete strada fra ingegnosi puzzle e nemici assetati di sangue nei tortuosi e lugubri corridoi che compongono le location del gioco, non senza prima aver adeguatamente apportato modifiche corporali che vi consentiranno di entrare in sintonia con un mondo tanto malato quanto affascinante come quello di Scorn.
Quello di Scorn è un mondo desolato, macabro e inospitale. Un mondo dove l’architettura e la tecnologia si è elevata a forma vivente predominante, mentre gli esseri umani, o ciò che sembrano rassomigliargli, non sono altro che meri strumenti. Niente acciaio o cemento, neppure vetro o plastica, la carne e le ossa sono gli unici materiali presenti in questa terra, plasmati e rimodellati per creare edifici, stanze, corridoi, orpelli e congegni. Non è ben chiaro se il protagonista sia originario di quel posto o sia finito lì per caso, quel che conta in Scorn è che lì, in quel posto terribile, è meglio non rimanerci. Scorn è quindi la storia di una silenziosa ed inquietante fuga da un luogo di morte e sventura. L’unica via di salvezza passa attraverso la mutazione e la mutilazione, l’innesto di impianti che garantiscono il passaggio luoghi altresì inaccessibili. Un saliscendi nei tenebrosi cunicoli di quella che sembra essere a tutti gli effetti l’epicentro del male che ha divorato tutta la vita del pianeta per poi vomitare fuori creature e luoghi orribili.
Lunga vita alla nuova carne!
Come già ampiamente prevedibile, Scorn gioca le sue migliori carte nel ricreare un’atmosfera certamente spaventosa, senza scadere nei soliti cliché dei giochi horror. L’utilizzo magistrale da parte di Ebb Software per quanto riguarda il sonoro e il contrasto di luci ed ombre sono gli ingredienti perfetti che consentono al giocatore di vivere un’esperienza tanto alienante quanto soffocante. La scelta di sgombrare lo schermo da qualsiasi HUD, tranne pochissime occasioni, è congeniale senso di immersione che si percepisce dall’inizio alla fine dell’avventura. La colonna sonora, quasi impercettibile e rarefatta, unita a pochi flebili rumori e versi inquietanti, completano un comparto audio da far venire i brividi lungo la schiena.
I primi istanti di Scorn sono assolutamente spaesanti. Vi risveglierete in un groviglio di tubi e materiale organico, per poi essere catapultati senza ne fronzoli ne troppe spiegazioni nel vivo del gioco. Durante la prima ora di gameplay dovrete superare alcune prove più o meno intuitive che vi consentiranno di proseguire nelle profondità della cattedrale che fa da palcoscenico delle vicende narrate, si fa per dire, in Scorn. L’impatto è certamente disorientante e potrete contare unicamente sul vostro intuito ed intelletto per capire come procedere. Collegando il proprio braccio ad alcuni dispositivi sparsi un po’ ovunque potrete interagire con essi e azionare quindi ascensori, bracci meccanici ed altri congegni dall’aspetto poco rassicurante. Starà a voi capire come e quando utilizzarli. Tutto, o quasi, passa quindi dall’esplorazione e dalla risoluzione degli enigmi che costellano il gioco ed influenzano, coi suoi pro e i suoi contro, tutto il gameplay di Scorn.
L’unico modo per uscirne è pezzo per pezzo
Se a primo impatto il rischio che si prende Scorn è quello di spaventare i giocatori meno pavidi per la complessità dei suoi enigmi, sappiate che qui non mancheranno i momenti di azione nuda e cruda. Ed è forse questa mancanza di coraggio e perseveranza ad aver tradito a lungo andare Ebb Software. Durante la realizzazione di Scorn sviluppatori di Ebb Software devono essersi trovati di fronte ad un bivio: realizzare uno shooter tradizionale a tema horror sulla falsariga di Doom che possa attirare quanto più gente possibile, oppure creare qualcosa di nuovo, più di nicchia, in grado conquistare il cuore di coloro che cercano un’esperienza audiovisiva che va oltre al semplice FPS dall’elevato tasso di spargimento di plasma. La sensazione è che lo studio serbo si sia tragicamente fermato nel mezzo, senza aver effettivamente perseguito l’una o l’altra strada.
Dopo alcune ore di silenzioso e terribilmente pacifico, per modo di dire, girovagare, incontrerete infatti la vostra prima arma. Uno strumento che ricorda da vicino la pistola che il buon Max Renn si ritrovò ad utilizzare in Videodrome, ormai sopraffatto dal segnale cancerogeno delle trasmissioni che tormentavano la sua mente e alteravano i suoi sensi. Pur non sfociando mai nell’action puro e nei combattimenti sfrenati a suon di proiettili, Scorn cercherà di allietare la vostra permanenza su questo mondo già di per sé ostile con alcuni fra gli abomini più repellenti e, soprattutto, più desiderosi di assaggiare la vostra carne. Se la presenza di altre creature ci è parsa assolutamente coerente il gunplay di Scorn e, più generale, il sistema di combattimento, risultano essere il punto debole del titolo di Ebb Software.
Quando alcune delle creature che popolano il mondo di Scorn cercheranno di mettervi il bastone fra le ruote, l’unico modo per uscirne indenni è quello di sbarazzarvene sfruttando le armi che raccoglierete in giro. Ed è qui che la magia di Scorn s’interrompe bruscamente: più che la complessità degli enigmi, la vera spina nel fianco del gioco Ebb Software è rappresentata dai continui game over e dalle conseguenti inutili ripetizioni di porzioni di gameplay attribuibili una gestione poco lucida e confusionaria delle fasi di combattimento. L’introduzione di un sistema di cura non è sufficiente a coprire del tutto i buchi lasciati dall’imprecisione dei controlli e dalla poca reattività della armi, che spesso si traducono in un’ingente quantità di danni subita anche dai nemici apparentemente più innocui. La frustrazione è dovuta soprattutto ad un uso non proprio intelligente dei check point, troppo poco presenti per un titolo dove l’esplorazione è al centro dell’esperienza ludica.
Scorn: la conta dei cadaveri
Sia che lo giochiate su PC o, come è avvenuto per noi di GX, su Xbox, Scorn si comporta in maniera eccellente, con un’ottima resa visiva coadiuvata anche da un framerate stabile a 60 FPS. Ebb Software ha spremuto per bene l’Unreal Engine 5 e il risultato è sotto gli occhi di tutti, così come evidente è la scelta di proporre il gioco unicamente sulle nuove ammiraglie di casa Microsoft, tagliando quindi fuori la ormai vecchia generazione rappresentata da Xbox One. Notevoli anche le animazioni, dalla ricarica delle armi alle interazioni con i dispositivi che troverete lungo il percorso. Per tutte le 6 ore circa di durata della campagna non abbiamo riscontrato problemi di sorta, indice di ottimo lavoro compiuto dalla software house.
La recensione in breve
Scorn è un'esperienza prima che un gioco, terrificante e stupefacente allo stesso tempo, in grado di inquietare e terrorizzare senza l'utilizzo dei classici stratagemmi del genere horror, ma combinando in maniera intelligente grafica e sonoro. Lo stile visivo puramente derivativo non è un difetto, Scorn infatti ha il merito di aver dato ai giocatori la possibilità di passeggiare fra le opere di Giger e di Beksiński vivendo così in prima persona il terrore nato dalle loro matite e dai loro pennelli. Fra intricati corridoi, biomacchine che si interfacciano con il proprio corpo e enigmi cervellotici, Scorn ha pressoché tutti gli elementi per un avventura sicuramente spaventosa, peccando però sul lato prettamente ludico. Ebb Software infatti inciampa quando si tratta di aggiungere un pizzico di azione in più ad una formula che, col senno di poi, avrebbe potuto funzionare benissimo anche senza armi e nemici.
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Voto Game-Experience