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Home»Notizie»Sam Lake ed il doppiatore di Max Payne celebrano i vent’anni del gioco

Sam Lake ed il doppiatore di Max Payne celebrano i vent’anni del gioco

Sì, è piuttosto difficile da credere ma Max Payne, lo sparatutto neo-noir che tra le altre cose ci ha regalato il bullet time Sam Lake
Alberto RossiBy Alberto Rossi27 Luglio 2021
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Max-Payne-Sam-Lake
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Sì, è piuttosto difficile da credere ma Max Payne, lo sparatutto neo-noir che tra le altre cose ci ha regalato il bullet time e dialoghi incredibilmente profondi e dal tono tipicamente cinematografico, ha ora compiuto ben 20 anni. Per celebrare un evento così importante, il direttore creativo di Remedy Entertainment, Sam Lake ed il doppiatore di Max Payne stesso, James McCaffrey, hanno fatto una chiacchierata insieme per discutere di alcune curiosità legate a questo indimenticabile Capolavoro.

Per chi non lo sapesse, il buon Lake è stato lo scrittore di Max Payne, ma è diventato inoltre anche famoso per aver fornito il volto del personaggio, questo anche a causa del budget non propriamente altissimo di cui ha potuto godere il primo capitolo della serie. Difatti proprio in tal senso il look è stato cambiato con Max Payne 2: The Fall of Max Payne, dato il budget più alto. La voce di McCaffrey è invece rimasta tutt’ora associata al personaggio, con il doppiatore che non avrebbe dovuto prendere parte al terzo capitolo perché Rockstar Games voleva qualcuno che sembrasse più vecchio e più segnato dal tempo dato che voleva mettere in scena un Max più distrutto. Per fortuna, quella decisione è stata alla fine (e giustamente) ribaltata.

  • Dopo il 2000, la fine del mondo era diventata un cliché. Ma chi ero io per parlare, un meditabondo vendicatore che lottava da solo contro un impero del male, per mettere a posto una grave ingiustizia? Tutto era soggettivo. C’erano solo apocalissi personali. Niente è un cliché quando un qualcosa sta realmente accadendo sulla tua pelle.
  • Non c’era gloria in questo. Non avevo chiesto questa merda. I guai erano piovuti da soli addosso a me. I buoni e i giusti erano come polvere d’oro in questa città. Non avevo illusioni. Non ero uno di loro. Non ero un eroe. C’ero soltanto io e la mia pistola. Le mie opzioni si erano ridotte ad un’unica soluzione.
  • Non si trattava di quanto fossi intelligente o bravo. Era caos e fortuna, e chiunque pensasse diversamente era uno sciocco.

Eccovi la video intervista:

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