I creatori di OlliOlli fanno un passo verso il mondo degli shooter ma non dimenticano le proprie origini. Rollerdrome è un concentrato di adrenalina e frenesia che viaggia sulle ruote di pattini anni ’80, violenza e quel pizzico di distopia che rende sempre tutto molto più intrigante. Siamo lontani dalla dolcezza di OlliOlli e Roll7 questa volta ha confezionato un’opera leggermente più matura ma non per questo meno divertente.
Inside the Rollerdrome
Sebbene si tratti di un titolo gameplay-centrico, Rollerdrome viene incorniciato in poche ma essenziali linee narrative. Incarnando il dogma del “less is more”, l’opera di Roll7 si cristallizza in ogni suo aspetto assumendo un carattere quasi assiomatico fatto di semplicità ed esecuzione. Ogni fibra di Rollerdrome è rivolta verso l’essenziale e questo, come avremo modo di scoprire più avanti in recensione, rappresenta la massima aspirazione del titolo.
Classificare Rollerdrome può sembrare semplice, si tratta di uno sparatutto in terza persona strutturato ad arene con innesti da skate game. L’abilità di Roll7 non sta tanto nel riuscire a proporre un’opera frizzante e vivace quanto nel far convivere due aspetti molto distanti tra loro come lo shooting e lo skateboard. L’anima di Rollerdrome è, sulla carta, abbastanza semplice da digerire; si tratta di uno sparatutto in terza persona strutturato ad arene dove non dovremo far altro che eliminare tutti i nostri avversari e fare più punti possibile. Una formula classica e decisamente arcade quella proposta da Rollerdrome che va comunque ad inserirsi in un contesto narrativo appena accennato ma molto interessante. Siamo in un futuro distopico in un 2030 che sarebbe sembrato lontano negli anni ’80 ma che oggi ci appare come spaventosamente vicino. Il mondo come lo conosciamo noi non esiste, la violenza e la cultura delle mega-corporazioni strizza l’occhio alla distopia cyberpunk senza però entrare nel dettaglio. La Matterhorn è una corporazione che ha in mano tutto, anche lo sport e il Rollerdrome è la sua punta di diamante. Dei gladiatori provenienti da una sorta di retro-futuro che trae giovamento dalla violenza. In Rollerdrome vestiremo i panni di Kara, un’atleta che sogna di competere fino ai vertici di questo sport.
Come accennato in apertura, Rollerdrome vive di semplicità ed il comparto narrativo non è da meno, al di là di alcune scene di intermezzo tra i vari round non avremo infatti modo di interagire direttamente con l’universo del gioco e le varie interazioni si limiteranno a dipingere i tratti di una lore che non verrà mai approfondita più di tanto.
Pattini e sangue
Rollerdrome si mostra in tutto il suo splendore soltanto una volta scesi nell’arena, si tratta infatti di uno di quei titoli capaci di esprimersi in maniera completa soltanto attraverso il cuore del medium: l’interazione. In Rollerdrome tutto il resto è un contorno, l’importante è divertirsi, giocare bene e raggiungere i propri traguardi. La configurazione del titolo è classica per il genere arena, si tratta infatti di una serie di livelli all’interno dei quali ci verrà chiesto di eliminare tutti i nemici, superare determinate sfide e cercare di non morire, niente di più, niente di meno. Ancora una volta semplice, diretto e conciso, Rollerdrome si introduce al giocatore attraverso un tutorial di base che illustra in maniera piuttosto chiare le regole di base del gioco, progredendo tra i vari livelli della campagna principale verranno introdotte meccaniche sempre più avanzate ma mai indispensabili. Rollerdrome è un titolo basato sulla spettacolarità, le quattro armi messe a disposizione del giocatore si riveleranno fondamentali se usate in maniera ponderata e la componente acrobazie andrà invece a gestire tutto il resto. Si tratta di un delicato bilanciamento tra potenza di fuoco e tricks che rendono Rollerdrome un’esperienza inizialmente molto libera e variegata ma che non riesce a rinfrescarsi abbastanza durante il corso della campagna, rischiando di diventare ripetitiva e noiosa durante le fasi più avanzate. Durante le sessioni di gioco sarà dunque necessario gestire sia i movimenti sui pattini che la mira verso gli avversari, intermezzando il tutto con le acrobazie, unico modo per ricaricare le munizioni delle nostre armi. Sul fronte delle acrobazie si sarebbe potuto osare certamente di più e troppo spesso si rischia di ripetere le solite acrobazie di base in un momento concitato per ricaricare le armi e poter far fuoco sui nemici. L’idea alla base è interessante ma la gestione pad alla mano rischia di diventare non esageratamente complessa ma sicuramente impegnativa da gestire al meglio. Non si tratta di un problema legato alla difficoltà, Rollerdrome mette a disposizione tantissimi aiuti che permettono ai giocatori di affrontare le sfide in serenità, dall’azzeramento dei requisiti per passare ai livelli più avanzati fino ad una vera e propria immortalità, il problema risiede nella varietà e nella gestione delle acrobazie. Un sistema decisamente troppo semplicistico e di base infallibile ci permette di effettuare acrobazie infinite pur di mettere qualche pallottola nella pistola e vi è una componente di rischio praticamente azzerata nel fallire i tricks. A creare un legame ancora più solido tra movimenti, shooting e tricks vi è la componente schivata che diventerà sempre più importante man mano che si avanza tra i livelli, permettendo al giocatore di sfuggire a situazioni altrimenti letali. La schivata perfetta, oltre ad aumentare il contatore di punti, apre le porte ad un bullet-time potenziato, ottimo per contrastare i nemici più avanzati.
Per quanto riguarda lo shooting, Rollerdrome si affida ad una sorta di bullet-time con cooldown per rallentare il tempo e dare al giocatore modo di mirare in maniera accurata, utilissimo durante le fasi più veloci e durante le acrobazie, per il resto si affida invece ad un sistema di aggancio di prossimità che rovina un po’ il senso di skill del gioco e compromette in maniera inevitabile il gunplay che resta piatto e anonimo, le quattro armi disponibili sono sicuramente molto diverse tra loro ma condividendo tutte le stesse munizioni, si finirà presto per usarne soltanto un paio, quelle più potenti, cestinando il resto. La struttura delle arene si presenta invece in maniera omogenea, rampe, ringhiere e trampolini abbondano per favore l’esecuzione dei tricks mentre i nemici eliminati vengono sostituiti da altre ondate. Anche in questo caso avremmo preferito maggiore varietà magari nel personaggio con statistiche che impattano il movimento, la potenza di fuoco ed i punti vita. I nemici non hanno infatti parti deboli da colpire ed un colpo in testa fa gli stessi danni di un colpo alla gamba, neutralizzando completamente il valore della precisione.
Stile da vendere
La semplicità di Rollerdrome continua a riproporsi anche sul piano tecnico, si tratta di un gioco molto leggero, snello e privo di orpelli. Il titolo di Roll7 punta tutto sulla direzione artistica e riesce in questo modo a dare continuità ad un titolo che avrebbe soltanto per carisma se avesse avuto uno stile grafico diverso. In questo modo Rollerdrome riesce a raggiungere i 120FPS su Playstation 5 senza troppi problemi, prestandosi in maniera adeguata anche al gioco su Playstation 4 e sui PC più datati. In cambio abbiamo a disposizione un taglio artistico colorato, vivace ed essenziale sebbene avremmo gradito più varietà sia negli ambienti che nei nemici. Rollerdrome riesce dunque a far della semplicità un pregio ma, in alcune occasioni, scopre il fianco ad una monotonia ludica ed artistica che rischiano di compromettere inevitabilmente l’esperienza di gioco. Ciò che inizialmente sembra fresco e diretto diventa con il tempo prevedibile, già visto. Anche la struttura stessa del gioco comincia a cedere sotto il peso del tempo, le tipologie di nemici sono poche, le armi sono appena 4 e dopo qualche ora di gioco si ha quella sensazione di perenne già visto che condiziona l’esperienza. Anche il core–gameplay sembra essere affetto da questa problematica, in nemici più avanzati saranno sicuramente più pericolosi ma tutti restano fermi nell’arena e puntano soltanto a Kara, assumendo il ruolo di burattini che sparano contro il nostro personaggio. L’assenza di una modalità PvP riduce inoltre di molto la longevità complessiva del titolo e pensare che un modello come Rollerdrome si presterebbe tantissimo alla competizione online, andrebbero fatti i necessari ribilanciamenti ma è qualcosa che ci saremmo aspettati da un progetto di questo tipo.
In conclusione, Rollerdrome è sicuramente un esperimento interessante che riesce a mischiare elementi provenienti da generi molto differenti in un’unica, frenetica esperienza di gioco. Tuttavia, il titolo di Roll7 non riesce ad incollare il giocatore per più di qualche ora, cedendo al peso della ripetitività dovuta ad una scarsa varietà di elementi di gameplay, di meccaniche e di nemici. Si tratta di un titolo facile da approcciare ma molto complesso da padroneggiare, i giocatori più hardcore troveranno pane per i loro denti scalando la classifica dei vari livelli ma per tutto il resto, la ripetitività è dietro l’angolo. Roll7 ha già promesso nuovi contenuti in arrivo, pertanto, non ci resterebbe che attendere, la formula alla base del titolo è sicuramente valida ma al momento molto arida. Detto questo, vale sicuramente la pena fare un giretto su Rollerdrome per rinfrescare questa estate, si tratta di uno di quei titoli con una curva di apprendimento abbastanza ripida da concentrare tutta l’attenzione del giocatore sul gameplay, peccato che l’unica forma di competizione disponibile sia quella fornita dalle leaderboards.
Piattaforma testata: PlayStation 5
Piattaforme disponibili: PlayStation 4, PlayStation 5 e PC
La recensione in breve
Rollerdrome è un titolo interessante, un esperimento tutto sommato riuscito da parte di Roll7 che tuttavia non riesce a concretizzarsi sul lungo termine. La base del titolo è solida e molto accattivante ma i vari aspetti e le varie meccaniche non vengono mai approfondite più di tanto, lasciando spazio ad una semplicità alla lunga soffocante. Il modello di progressione è troppo compartimentato e l'assenza di una componente multigiocatore grava pesantemente sulla longevità generale del titolo già appesantito da una scarsa varietà di situazioni e nemici. Rollerdrome è dunque un'ottima base dalla quale partire ma non può essere e non deve essere condierato un punto di arrivo.
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Voto Game-Experience