Un giorno mi è capitato di raccontare ad un profano dell’universo di Warhammer 40.000 cosa significassero esattamente i diecimila anni di storia immaginati da Games Workshop e perché il brand fosse così tanto popolare. Mi ricordo ancora lo stupore negli occhi quando descrissi un universo non statico, ma vivo e dettagliatissimo, che si amplia di anno in anno grazie ai titanici sforzi della Black Library, la vera fucina delle idee dell’universo di Warhammer, dove le storie di immensi eroi e giganteschi orrori si intrecciano per raccontare l’universo in guerra. Tra tutte queste storie in evoluzione, quella della Tredicesima Crociata Nera di Abaddon il Distruttore è stata quella che negli ultimi anni ha avuto più impatto su tutti i media, invadendo ovviamente anche il videogioco. Dopo l’eccellente Battlefleet Gothic Armada, che riproponeva a schermo le partite strategiche del gioco da tavola di battaglia navale tra gli enormi vascelli gotici del quaranta millesimo millennio, Tindalos Interactive ha sviluppato un secondo capitolo, ambientato proprio durante l’ultima invasione del Caos nel tentativo di dare fuoco alla galassia. Il risultato è andato oltre ogni aspettativa, regalandoci uno strategico navale complesso, profondo ed incredibilmente dettagliato.
The Planet broke Before the Guard Did
La prima grande novità di questo Battlefleet Gothic Armada 2 è da ricercarsi proprio nel comparto singolo giocatore, dove ci vengono proposte tre campagne distinte, più un singolo prologo giocabile (che fune da tutorial estremamente basilare), che ci mostrerà l’assalto delle malvage forze del Caos al pianeta Cadia, baluardo dell’umanità a guardia dell’Imperium dell’uomo, e la sua conseguente distruzione, che ha fatto piombare nell’oscurità metà della galassia. La prima campagna ci permetterà di giocare controllando le forze dell’Impero, che rispecchino gli Space Marine, la Marina Imperiale o il Culto di Marte, nei giorni che seguirono il terribile evento. Impossibile non apprezzare anche il ritorno del protagonista del primo capitolo, il leggendario Ammiraglio Spire, emerso dopo secoli di viaggi nelle profondità del Warp che scopre come il nemico che ha combattuto per tutta la vita ha infine trionfato. Le altre campagne ci lanceranno alla guida di una risvegliata dinastia Necron, esseri di metallo senziente, e di una terrificante bioflotta Tiranide, alieni il cui unico scopo è divorare e assimilare tutta la materia organica dell’universo. Questa espansione narrativa giova sicuramente a Battlefleet Gothic Armada 2, permettendoci di approfondire più aspetti del conflitto, e al di là del pensiero popolare, abbiamo apprezzato la possibilità di giocare con altre due fazioni decisamente meno “mainstream” nell’universo di Warhammer, utilizzate anzi sempre come nemico da sconfiggere. A proposito di nemici, pesa un po’ l’assenza di una campagna al comando della Tredicesima Crociata del Caos, essendo in effetti la grande protagonista. Una volta superate le prime missioni, diventa palese l’intento di Tindalos, ovvero quello di far vivere ai giocatori non una serie di battaglie sterili guidate da un unico filo conduttore, ma anzi renderli partecipi del conflitto eterno che perdura nella galassia, sfruttando una mappa tattica macro strategica che permette ai giocatori di scegliere la prossima mossa, pianificare gli attacchi e riorganizzare le flotte. Siamo ben lontani dalla semplice personalizzazione delle navi vista nel primo episodio, avvicinandoci anzi sempre di più al mondo dei 4x come Civilization, cosa che mette in evidenza anche le differenze tra le varie fazioni, al contrario di quanto succede nelle fasi di battaglia.
Date fuoco alla Galassia
La parte relativa agli scontri veri e propri è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al passato, se non con alcune sostanziali migliorie che riguardano i controlli di gruppo e gli abbordaggi. È palese l’intenzione di Tindalos di ampliare sempre di più il volume delle battaglie, coinvolgendo decine di navi, e per questo era necessario implementare un sistema di comandi di gruppo che non fosse né punitivo né d’ostacolo alla partita. Per questo i comandi uniti sono una graditissima innovazione, dove navi con abilità simili possono ora eseguire comandi in sequenza anche contemporaneamente, aprendo così la strada a diversi percorsi strategici. Per gli arrembaggi invece Battlefleet Gothic Armada 2 pone moltissima attenzione agli scontri a bordo delle navi, ora diventanti vitali grazie a diversi livelli di danno attrverso i quali potremmo letteralmente svuotare un vascello del suo equipaggio, rendendolo uno scheletro alla deriva nel Warp. Potremmo sempre recuperare quest’unità, a patto di essere simili nella fazione e nella fisionomia. A tal proposito, ammirevole la volontà di Tindalos di voler differenziare le varie fazioni tramite piccoli espedinti di gameplay, come la velocità per gli Eldar, gli assalti per gli Orki o la potenza di fuoco per il Caos, anche se a livello di vascelli tutte le flotte sono praticamente uguali.
Beata la mente troppo piccola per il dubbio
L’altro grande pregio di Battlefleet Gothic Armada 2 è quello di aver portato nel multiplayer l’intero ventaglio di armate del gioco da tavolo, con abbastanza sottofazioni da accontentare i più esigenti. Per ora le modalità sono solamente due, Deathmach e Conquista, ma data la mole di flotte, difficilmente vi annoierete. Ovviamente il fatto di avere a disposizione così tanta scelta ha invertitolo proporzionalmente le possibilità di personalizzazione, rimaste praticamente confinate nella scelta dell’avatar del proprio comandante. Di contro però, gli sviluppatori hanno spinto sulla quantità di navi da sbloccare ed utilizzare, davvero incredibile e oltre ogni aspettativa, includendo anche vascelli storici che faranno letteralmente impazzire i fan storici di Warhammer 40.000. Quello che stupisce a livello di comparto tecnico di Battlefleet Gothic Armada 2 non è tanto la qualità degli effetti, quanto il livello di dettaglio e minuziosità dedicato ad ogni singola nave. Sarebbe stato impossibile realizzare un gioco sui vascelli gotici di Warhammer senza dover rappresentare le navi nel loro splendore barocco, e per questo Tindalos si è superata. Ogni singola nave è una gioia per gli occhi, seconda solo all’immensa vastità e magnificenza del Warp, lo spazio, ora ridisegnato e arricchito di dettagli. I campi di battaglia sono infatti un tripudio di colori, stazioni spaziali, esplosioni e luci, lontanissimi dalla piattezza precedente, regalandoci scorci di oscura eternità.
PRO:
- Tre nuove campagne distinte
- Ottimo strategico
- Poche ma importanti innovazioni di gameplay
- Tutte le fazioni del gioco da tavola
- Artisticamente un gioiello
CONTRO:
- Solo due modalità multiplayer
- Poca differenza strutturale tra le varie flotte
Versione disponibile: PC
Versione testata: PC
Voto: 8.5