La nuova analisi di Digital Foundry mette in luce come la remaster di Red Dead Redemption si comporti sulle piattaforme moderne, evidenziando differenze anche marcate tra PS5, Xbox Series X|S e la nuova Nintendo Switch 2. L’obiettivo degli sviluppatori è stato quello di avvicinare l’esperienza console alle impostazioni più elevate della versione PC, pur mantenendo ottime prestazioni. I risultati, però, non sono uniformi: mentre Sony punta soprattutto a un incremento della risoluzione e della fluidità, Nintendo propone un salto tecnico sorprendente rispetto alla versione del 2023 su Switch, e Microsoft beneficia dell’assenza dell’originaria remaster dedicata, ottenendo così i miglioramenti più evidenti. Il quadro complessivo racconta una remaster che sfrutta al massimo le peculiarità di ogni hardware.
Su PS5 le novità sono meno appariscenti. Il gioco raggiunge una risoluzione nativa in 4K e un frame rate stabile a 60 fps, sebbene questi fossero già ottenibili via retrocompatibilità. La qualità dell’immagine resta prossima a quella vista su PS4, con alcuni tagli ancora percepibili a livello di ombre e LOD dell’erba. L’impatto visivo complessivo migliora, ma non stravolge l’esperienza originale.
Il discorso cambia radicalmente su Switch 2. Partendo dall’edizione limitata dalla precedente console Nintendo, la remaster sfrutta ora il DLSS per passare da 720p a un nitido 1440p, accompagnato da un frame rate raddoppiato a 60 fps sia in docked sia in portatile. Le migliorie toccano anche antialiasing, pop-up, texture, ombre e stabilità generale; persino il supporto ai controlli mouse contribuisce a un’esperienza molto più vicina agli standard moderni. È la versione che registra il salto tecnico più significativo rispetto al passato.
Su Xbox Series X|S, infine, arrivano probabilmente le trasformazioni più rilevanti. Mancando una remaster dedicata nel 2023, la nuova versione supera di netto la semplice retrocompatibilità dell’originale Xbox 360: su Series X si raggiungono i 4K e i 60 fps, mentre su Series S la risoluzione arriva fino a 1440p. Tutte le migliorie grafiche già presenti su PS5 vengono integrate, creando una delle edizioni più complete e coerenti dal punto di vista tecnico.
Nel complesso, Digital Foundry conferma un’operazione efficace, con prestazioni solide ovunque ma con differenze strutturali tra hardware. PS5 offre un upgrade più conservativo, Switch 2 mostra miglioramenti notevoli e Xbox Series ottiene il passo avanti più consistente rispetto al proprio punto di partenza. Una remaster che, pur con qualche compromesso, riesce nell’intento di rilanciare un classico con prestazioni finalmente all’altezza dell’epoca attuale.
