Se dovessimo richiamare alla nostra mente un lancio disastroso della storia moderna, quello sarebbe senza dubbio Watch Dogs. L’IP di Ubisoft incentrata sull’Hacking e i pericoli del mondo iperconnesso è diventata sinonimo di downgrade grafico e hype che distrugge tutte le aspettative (subissata solo recentemente da No man’s Sky). Gli errori del titolo sono stati sostanzialmente due, ovvero quello di aver mostrato ad un pubblico affamato perennemente di grafica un prodotto che non avrebbe mai potuto raggiungere le meraviglie mostrate nel trailer, e quelle di aver implementato un gameplay innovativo come la gestione dell’hacking in un sistema action tps che poteva benissimo farne a meno. Tra le altre cose, ci mettiamo anche la caratterizzazione di Aiden Pierce, il protagonista del gioco, che aveva lo spessore e il carisma di una panchina da bar. Ben consci però del fatto che l’ambientazione aveva delle eccellente potenzialità, ecco che Ubisoft ha tirato fuori dal cilindro un nuovo capitolo di questo franchise, rimandando l’annuale Assassin’s Creed e a quanto pare imparando dai suoi errori. Dopo una lunga prova approfondita con Marcus, il nuovo protagonista della serie, e con la sua squadra Dedsec, siamo pronti a dire la nostra su Watch Dogs 2, ultima fatica di Ubisoft. E la premessa è doverosa: nel bene o nel male, Ubisoft le cose nuove, le porta sempre avanti.
NEW HACKER IN TOWN
Marcus Halloway è il nuovo protagonista di Watch Dogs 2. Il ragazzo è un giovane hacker di San Francisco, conosciuto con il nickname di Retr0, che si è fatto notare dal Dedsec, un’associazione di hacker professionisti il cui obbiettivo è svelare al mondo il marcio del CtOS, il sistema operativo di connessioni che ormai regola la vita dei cittadini. Siamo infatti nel futuro prossimo, e Watch Dogs 2 è ambientato alcuni anni dopo il primo episodio, quando Aiden Pierce ha combattuto contro il sistema a Chicago, la prima smart city del mondo. Questo però non ha fermato il progresso, ma anzi lo ha accelerato, dando a tutti gli stati uniti una rete globale di connessioni, il CtOS 2.0, in cui tutti sono costantemente connessi, i social governano tutto e ogni cosa può essere trovata online e controllata a distanza. Un mondo non propriamente diverso da quello che ci aspetta tra qualche anno (e che in certi casi è già in essere), in cui le aziende avranno tutte le informazioni su di voi che gli permetteranno di vendervi cose di cui non avete necessità, enormi database che raccolgono tutte le vostre abitudini e in base ad algoritmi ben definiti calcoleranno le vostre probabilità di scelta, di morte o addirittura di commettere crimini. Tutto questo scenario annulla ovviamente la libertà dell’individuo, ed è proprio questo l’obiettivo del Dedsec, mostrare ad un popolo addormentato e dalla testa sempre china sugli smartphone il marcio di un mondo apparentemente perfetto, la consapevolezza di star perdendo la propria libertà mascherata dalla sicurezza, l’illusione della scelta dietro semplici algoritmi matematici. Questo scenario alla Black Mirror e Minority Report è nettamente più maturo e inquietante rispetto alla trama affrontata nel primo capitolo, e dietro la scanzonata personalità di Marcus e dei suoi compagni del Dedsec (comunque molto ben caratterizzati anche se un tantino stereotipati), si cela quasi un monito, nascosto tra le piccole chicche che Watch Dogs 2 porta sullo schermo: i followers al posto dei punti esperienza, la possibilità di postare selfie e filtri, la classica interfaccia di hacking social agli ignari passanti. La trama dunque è promossa nonostante non abbia , visto che passa da una storia di vendetta con un protagonista discutibile, ad una serie di azioni e tematiche attuali, orchestrate da un gruppo di ragazzi che vogliono lottare per la libertà. Il tutto infarcito da una marea di citazioni che chi è nato e cresciuto nelle anni ’90 apprezzerà tantissimo, oltre a trovare tantissimi riferimenti alla cultura di internet attuale, fatta di meme, vine e troll.
IL GRANDE E IL PICCOLO FRATELLO
Il gameplay di Watch Dogs non dovrebbe aver bisogno di presentazioni, ma se consideriamo questo capitolo come un nuovo inizio, allora non possiamo esimerci dal raccontarlo di nuovo. Parliamo di un action game in terza persona ambientato in un contesto free roaming, un sandbox grande e strutturato come la serie di GTA, dove ogni dispositivo elettronico può essere controllato con il nostro smartphone, appositamente modificato per essere uno strumento di hacking. Con il telefono, Marcus potrà controllare i profili di tutti quelli che incontra, ascoltare le loro conversazioni, rubare soldi dal conto corrente, controllare dispositivi elettronici, telecamere, o addirittura i semafori. Questo ci porta ad esaminare le novità introdotte nel nuovo capitolo, che a nostro parere, hanno migliorato sensibilmente l’esperienza di gioco. La prima è il netto miglioramento delle fasi stealth, con l’aggiunta di dispositivi in grado di entrare in luoghi altrimenti inaccessibili a Marcus e compiere le sue stesse azioni in termini di hacking. Date quindi il benvenuto a due droni, uno su ruote e l’altro su eliche, che potranno essere utilizzati nelle vostre operazioni di infiltrazione. Anche il cover system è migliorato, risultando più intuitivo e fluido, mentre il nuovo sistema di parkour vi permetterà di raggiungere altezze maggiori o scavalcare agevolmente piccoli ostacoli per le vostre fughe rapide. Scordatevi però la complessità del sistema di Assassin’s Creed: per quanto agile, Marcus non è un assassino, quindi non lo vedrete mai scalare palazzi a mani nude o saltare da un grattacielo all’altro dopo essere scivolato su un tetto. Anche gli attacchi corpo a corpo sono stati nettamente potenziati grazie all’uso delle bolas, un’arma improvvisata che permette a Marcus di stordire i nemici con la semplice pressione di un tasto. Le capacità di hacking stavolta influenzeranno tutto il gameplay, con stanze raggiungibili solo dopo aver hackerato alcuni server, enigmi ambientali in cui si necessita la conoscenza totale dell’ambientazione e un numero di nemici nettamente superiore alla media che richiede una pianificazione adeguata per ogni mossa. Buona anche l’aggiunta di robot e sistemi di sicurezza che è possibile hackerare, spegnendoli per un periodo di tempo o utilizzandoli per creare dei diversivi. Anche i nemici potranno servire da esche, agendo sui loro smartphone, distruggendoli, facendogli mandare un segnale di disturbo o addirittura inserendo delle prove false nel loro profilo e facendoli arrestare dalla polizia. Fasi stealth e hacking che vanno di pari passo quindi, per un buon gameplay di genere, che però va inevitabilmente a cozzare con le fasi di shooting, un po’ il punto debole della produzione.
QUESTO E’ IL MIO FUCILE
Chiariamoci subito, non stiamo parlando di cattiva realizzazione, quanto più che altro di inadeguatezza del contesto. Le missioni principali possono riassumersi all’80% come missioni di infiltrazione all’interno di strutture per creare disturbo o rubare dati sensibili, e in questo le meccaniche stealth e hacking funzionano alla perfezione. Nel caso però veniste scoperti, nulla vi vieta di imbracciare il vostro Ak-47 e fare letteralmente una strage uccidendo qualsiasi cosa si muova, civili compresi, senza alcun tipo di conseguenza o rimorso, senza che vi sia la minima variazione di trama. Le bocche da fuoco sono parecchie, gli ordigni letali pure, quindi la possibilità di far passare tutto lo stealth in cavalleria è concreta e attuabile. Questo va a stonare con i gadget stealth del gioco, come il taser o le bombe shock, ma anche con la trama: stiamo parlando di un gruppo di hacker ventenni, non del commando d’assalto della delta force. Anche durante il semplice free roaming si potrà tranquillamente uccidere, investire e sterminare chi si vuole, con l’unica conseguenza di mettere la polizia in allerta. La libertà di gioco è fondamentale, ovvio, ma che sia almeno ben contestualizzata. Migliorate finalmente le fasi di guida, dove non sembra più di avere a che fare con rimorchiatori su strada, ma con qualcosa di più simile ad un’auto vera, che è capace di sopportare un certo quantitativo di danni prima di risultare inutilizzabile. Le moto invece sono diventate dei veri e propri proiettili da asfalto, su cui è rarissimo cadere, anche dopo un frontale a 200 km/h. Non cercavamo la simulazione, ma neanche la fantascienza sfrenata. Rimane ancora al possibilità di far apparire i veicoli nelle nostre vicinanze tramite l’app del telefono, così come ora sono disponibili missioni di guida che iv faranno guadagnare follower facili per potenziare il vostro alter ego.
I FOLLOWER SONO LA MONETA DEL VENTUNESIMO SECOLO
Come abbiamo già anticipato, i followers saranno i punti esperienza di Watch Dogs 2. Ad ogni passaggio di livello, verranno sbloccati dei punti ricerca che potenzieranno vari aspetti di Marcus, come le fasi di shooting, la potenza di hacking e l’interazione con gli altri dispositivi. Sono tutte abilità estremamente utili che puntano molto a portare il giocatore ad utilizzarle tutte, fattore non trascurabile in un gioco estremamente libero e complesso come Watch Dogs 2. Tra quelle più apprezzate, abbiamo un indicatore per i png con il conto in banca più cospicuo, un potenziamento hacking che vi permette di controllare le macchine (eccezionale veramente) e i bypass dei sistemi di sicurezza. I follower si guadagneranno ovviamente svolgendo le missioni principali, le numerose secondarie e l’imbarazzante quantità di incarichi presenti sulla mappa di San Francisco, tra selfie in luoghi di interesse, sfide con i veicoli, raccolta di collezionabili e altri incarichi minori. Diciamo che i completisti troveranno pane per i loro denti. Le missioni come abbiamo già detto non offrono molta varietà, ma sono ben congeniate e con un ottimo level design, supportate anche da un’IA nemica finalmente in grado di attuare qualche tattica diversa dal sempreverde pattugliamento nella zona interessata. Anche San Francisco è riprodotta alla perfezione, con tutti i luoghi di interesse tipici della città, un buon numero di npc che la popolano e un’estensione sufficiente a farvi perdere ore e ore di esplorazione.
A livello tecnico Watch Dogs 2 è sospendente. La fluidità del gioco è totale e la modellazione poligonale dei personaggi è incredibile. Ogni minimo dettaglio, soprattutto dei personaggi principali e del loro covo è studiato e ottimamente rappresentato, così come le animazioni, verosimili e fluide. Se tralasciamo un po’ di aliasing, non abbiamo riscontrato difetti di sorta nella nostra prova su Xbox One. Il comparto sonoro è eccellente per quanto riguarda la soundtrack, con anche la possibilità di creare la propria playlist personalizzata e di trovare nuovi pezzi in giro per la città con un’app molto simile a Shazam. Un po’ meno performante l’audio del doppiaggio, su cui abbiamo riscontrato alcuni passaggi fuori sincrono. Buona anche la localizzazione in italiano, con ogni linea di dialogo e testo tradotta e campionata. Lontani quindi i tempi del downgrade, con un titolo di Ubisoft finalmente privo di bug (fino ad ora). Non abbiamo parlato del multiplayer per un semplice motivo, non ci è stato modo di provarlo, visto che nella settimana in cui abbiamo giocato, il comparto online ha avuto problemi. Ci riserveremo di ampliarla recensione non appena avremo modo di provare le modalità a disposizione.
PRO:
- Ottime evoluzioni di gameplay
- Buon sistema stealth
- Libertà totale al giocatore
- Graficamente ottimo
- Tantissime attività da svolgere
- Trama e protagonista attuali
CONTRO:
- Fasi di shooting male integrate nel contesto
- Alcuni dialoghi fuori sincrono
-
Missioni a tratti ripetitive