Through the Woods ha avuto una genesi brillante. Additato da molti come eccellenza nei giochi esplorativi, vincitore di numerosi premi come promessa più attesa nell’universo indie e kickstartato e successivamente passato per Greenlight in poco tempo, il titolo di Antagonist è arrivato la scorsa settimana su Steam, con tutto il suo carico evocativo e le spettacolari atmosfere norvegesi. Le premesse per un eccellente titolo c’erano tutte, e se fossero state rispettate avremmo avuto un ottimo survival game psicologico/horror su cui fare affidamento in queste fredde giornate di fine autunno. Purtroppo qualcosa è andato storto, consegnando un prodotto si estremamente affascinante dal punto di vista dell’atmosfera e della narrazione, ma molto discutibile dal lato del gameplay. Ma andiamo con ordine.
Alone in the Woods
Through the Woods racconta la storia di una madre, un architetto in cerca di ispirazione e pace che si rifugia tra i boschi norvegesi con il suo unico figlio, Aspen, un vivace bimbo biondo di poco più di 11 anni. Tuttavia, la pace e la tranquillità cercati dalla donna sono destinati a finire in fretta, visto che poco dopo essere arrivati, il piccolo Aspen viene rapito da un misterioso individuo, che lo trascina su una barca dall’aspetto antico e sparisce navigando nella nebbia. Presa dalla disperazione, la nostra protagonista inseguirà lo sconosciuto a nuoto, nel disperato tentativo di raggiungere il figlio, ma una volta approdata sulle rive di una misteriosa isola, si renderà conto che il rapimento del proprio figlio sconfina nel soprannaturale vero e proprio. Nei boschi in questione infatti, troverà villaggi vichinghi abbandonati, testimonianze di barbari rituali e disperazione, mentre dalle ombre del bosco creature mostruose, prese di peso dalla mitologia norrena, faranno di tutto per impedirle di raggiungere suo figlio. Questo contesto fantasy/horror serve come sfondo per raccontare la storia di un dramma familiare moderno, con una protagonista che mano a mano che procede lungo la propria ricerca farà progressi anche nell’affrontare le proprie colpe, sia come moglie che come madre, fino ad un finale forte, che colpisce il giocatore come un pugno allo stomaco. Le atmosfere del gioco sono il punto forte dell’intera produzione, con la foresta norvegese spettacolarmente ricreata e le abitazioni vichinghe riprodotte nei minimi dettagli (anche se riciclate in più di qualche occasione). Ma come da titolo, il punto forte è proprio il bosco, un luogo inquietante ma magico allo stesso tempo, sia di giorno che di notte, dove le creature mitiche come troll e streghe girano a loro piacimento. Per chi ama il folklore tipico e sempre prolifico del nord Europa, Through the Woods è una vera e propria manna dal cielo. Anche la narrazione, che sfrutta il setting norreno, è qualcosa di finalmente originale e molto gradita, un modo per affrontare degli argomenti complessi come la separazione e le responsabilità esplorando nuove forme di racconto.
Nel paese delle creature fantastiche
Se quindi dal lato dell’ambientazione Through the Woods si difende in maniera eccellente, i problemi del gioco insorgono quando si parla del gameplay vero e proprio. In teoria, il titolo di Antagonist è un survival horror in terza persona, ma la categoria che potrebbe risultargli più congeniale è quella del walking simulator con qualche interazione. Praticamente in Through the Woods l’ottanta percento del gioco è dedicato all’esplorazione, con la nostra protagonista che vagabonderò per la foresta e i villaggi abbandonati alla ricerca di indizi su dove possa essere finito Aspen. La struttura del bosco e il level design possono dare all’inizio l’illusione che il cammino sia libero e le vie d’approccio molteplici, in realtà ben presto ci si rende conto di come la via percorribile sia in realtà soltanto una, con poche deviazioni degne di nota, tutte tra l’altro create per raggiungere i vari collezionabili sparsi lungo il gioco (questi si presenti in numero notevole, corredati da ottime easter eggs). Ben presto si entrerà in possesso di una torcia elettrica, unico strumento a nostra disposizione, che dovrà illuminarci la strada nella buia notte norvegese, ma potrà essere usata anche in maniera offensiva in un paio di occasioni, in cui gli esseri soprannaturali saranno sensibili alla luce. Gli occasionali incontri con le creature sono infatti l’unica cosa che allontana Through the Woods dal concetto di walking simulator, dove il giocatore sarà chiamato a fare qualcosa di più del semplice seguire il sentiero. Ogni nemico ha un particolare punto debole (o approccio), ma in comune hanno tutti la capacità di mandarvi all’altro mondo con un unico colpo. Una meccanica che mette decisamente angoscia, visto che la torcia elettrica è l’unica arma a vostra disposizione (Alone in the Dark? Alan Wake?), che vi porterà quindi ad agire in silenzio, oppure a scappare dentro delle caverne inseguiti da un troll gigantesco. Lo ammettiamo, queste sequenze sono estremamente emozionanti, ma sono talmente sporadiche da lasciarci con l’amaro in bocca. E’ anche vero che in un gioco dalla longevità di poco più di due ore (4 se volete trovare tutti i collezionabili), una serie di incontri uno dietro l’altro avrebbe snaturato l’atmosfera, ma avremmo decisamente preferito un titolo leggermente più lungo con un po’ più d’azione. Così la componente survival si affievolisce, lasciando appunto troppo spazio all’esplorazione passiva, ovvero guidata da sentieri costruiti su veri e propri binari.
Norway Nightmare
Venendo al comparto tecnico, Through the Woods utilizza l’ormai stabile motore Unity, che ha un’ottima resa per quanto riguarda gli ambienti, gli effetti di luce e particellari. Peccato per i modelli dei personaggi, che sembrano solamente abbozzati, mentre un plauso va fatto a quelli delle creature, realizzate in maniera sorprendente per una produzione di questo calibro. Nonostante questo però, il titolo è inficiato da alcuni episodi di tearing e stuttering, oltre ad alcuni cali di frame rate; inoltre le opzioni grafiche sono estremamente limitate (anche se con l’ultima patch la situazione è andata migliorando parecchio). Quello che però mantiene a galla il tutto è la spettacolare colonna sonora, realizzata in pieno stile nordico (con tanto di contributo di band locali) e che cala direttamente il giocatore nella foresta norvegese. Buono anche il doppiaggio, esclusivamente in inglese ma sottotitolato in italiano. Dell’IA nemica non faremo menzione, visto che i mostri si limitano ad attaccarvi appena siete a tiro, senza tattiche o imboscate di sorta.
PRO:
- Atmosfera inquietante e ben caratterizzata
- Narrativa matura e appassionante
- Ottima colonna sonora
CONTRO:
- Gameplay basilare
- Alcuni problemi tecnici
- Longevità risicata