Deck 13 prova ancora a dare il proprio tocco al genere dei soulslike, dopo un buon Lords of the Fallen e un The Surge non proprio riuscitissimo che però cercava di portare un minimo di innovazione. The Surge 2 è il seguito diretto di questo primo esperimento, che afferma nuovamente la qualità di alcune idee del team di sviluppo, frenate però dalla mancanza di budget e forse di ulteriore coraggio, cosa che avrebbe decisamente innalzato il livello qualitativo generale.
Welcome to Jericho
La storia di The Surge 2 si distacca da quella di Warren del primo capitolo e ci permette di creare dal nulla un nuovo personaggi grazie ad un editor non prorio completissimo, con il quale inizieremo la nostra avventura a Jericho City, un tempo prospera città, ora coacervo di morte, distruzione e follia. In questo dedalo di cemento e metallo che grida cyberpunk da ogni poro dovremmo trovare una via d’uscita e magari delle risposte al disastro aereo iniziale che ci ha coinvolto e lasciato a marcire all’interno di una prigione governativa. Nelle oltre venti ore necessarie a completare la storia principale incontreremo ogni genere di personaggio e decine e decine di registrazioni che ci faranno approfondire la trama del gioco, senza però mostrare mai una vera e propria linea narrativa definita, esattamente come succede con altri titoli simili. Nonostante Deck 13 cerchi di raccontarci delle vicende complesse e anche abbastanza disturbanti, non ci ricordiamo punti di vera e priori qualità, limitandosi a fare bene il proprio compito, cioè intrattenere il giocatore fino al boss finale e all’immancabile NG+.
Migliore, non per forza nuovo
Per chi ha giocato al primo The Surge, la più grande differenza con questo secondo capitola è rappresentata da un diverso e più soddisfacente level design. Jericho City è un dedalo di vie, piazze, edifici in rovina, infestati da fanatici religiosi, nanomacchine impazzite e tantissimi altri orrori cibernetici che renderanno la nostra avventura un vero e proprio inferno. La nuova città permette di sfruttare appieno tante nuove vie secondarie, aree nascoste e verticalità degli ambienti, in maniera decisamente più soddisfacente anche rispetto ad alcuni Souls, cancellando così l’eccessiva linearità del primo capitolo. Nonostante tutto però The Surge 2 non riesce a brillare costantemente per tutta la durata dell’avventura, alternando momenti davvero ostici e soddisfacenti ad altri di pura noia. La colpa, oltre che del comparto narrativo non sempre all’altezza, è anche dei nemici. Riferendoci a quelli base, alcuni sono vera e propria carna da macello, che rimane ferma a prendere danni senza accennare la minima reazione. Differente storia per altri più complessi, che invece riescono a produrre tattiche complesse come l’accerchiamento, hanno pattern imprevedibili e infliggono un ammontare di danni infernale. Tutto questo si traduce in delle montagne russe di difficoltà, che non rendono The Surge 2 un gioco ingiusto, attenzione, ma piuttosto incostante, e noi con lui.
Scorri come acqua, pungi come un’ape
Importanti novità anche dal fronte del gameplay, con l’introduzione di una parata direzionale. Il gioco di Deck 13 rimane un action gdr in tutto e per tutto, molto simile agli altri soulslike, ma introduce una meccanica aggiuntiva per parare i colpi, dove dovremo anche indirizzare la nostra difesa verso la direzione del colpo in arrivo. Questo ottimo sistema, oltre a mantenere alta la tensione (e l’attenzione) durante i combattimenti, ci permetterà anche di effettuare un potente contrattacco ed indebolire così il nemico, aggiungendo nuove opzioni ai combattimenti. È bene specificare che non siamo ai livelli di Sekiro, dove la parate è fondamentale per poter sopravvivere, ma rimane comunque un’ottima introduzione. Tornano a tal proposito in grande stile anche gli smembramenti, colpi mirati alle parti più deboli dell’armatura nemica; oltre ad essere spettacolari, questi colpi aumentano anche il drop dei nemici e ne semplificano i pattern, e per questo estremamente consigliati. Per evitare lo spamming di questa tecnica è rimasta la meccanica dell’energia, che si ricaricherà combattendo, ma che stavolta deve essere consumata anche per curarsi, imponendo al giocatore un trade off importante tra attacco e difesa, rischiare il tutto per tutto o giocare leggermente più cauti. In questo The Surge 2 è davvero incredibile, trasformando i combattimenti più interessanti in veri e propri momenti di epicità. Torna anche il drone modulare, un’aggiunta alle opzioni di combattimento sempre gradita, una sorta di arma a distanza con diverse funzionalità, adattabile al nostro stile di gioco.
Vorrei, ma non posso
Ridefinito anche il sistema di build, che ora ci permette di personalizzare ogni singolo pezzo della nostra armatura nanotecnologica, combinandoli insieme per raggiungere la build perfetta. Presente anche un buon sistema di crafting in grado di replicare praticamente qualsiasi cosa, a patto di avere i materiali giusti. Tutto questo si traduce in un aumento esponenziale del farming, dato che i pezzi più potenti di armi e armature vanno craftati per forza, e se non vi è mai piaciuta questa parte, allora ci sono brutte notizie per voi. La ricompensa tuttavia è una personalizzazione incredibile, in grado di accontentare praticamente qualsiasi tipo di giocatore. Un piccolo appunto su una componente fondamentale, le boss fights. È evidente come Deck 13 abbia raccolto i feedback degli utenti dopo il loro primo gioco, quindi incontreremo decisamente molti più boss e miniboss, anche se alcuni sono decisamente più ispirati di altri.
La parte più debole di The Surge 2 è da ricercarsi tuttavia nel comparto tecnico, che caso più unico che raro, sembra aver avuto un’involuzione rispetto al capitolo precedente. Nonostante il design di ambienti e nemici sia eccellente, la loro resa grafica è davvero mediocre, tanto da essere quasi un dispensario ti tutti gli errori esistenti: cali di frame rate, aliasing marcatissimo, stuttering, freezing e texture in bassa definizione e dai pop up marcatissimi. È evidente che la colpa è da ricercarsi nella mancanza di budget e non tanto nel talento del team di sviluppo, ma fa veramente male vedere un buon prodotto affossarsi per una mancanza tale. Da rivedere anche alcune collisioni, che fanno rimpiangere i fasti del primo Dark Souls.
PRO:
- Le parate direziona è un’ottima aggiunta
- Build estremamente personalizzabili
- Jericho City è un vero incubo
CONTRO:
- Comparto tecnico della passata generazione
- Alcune boss fights davvero anonime
- Collisioni da rivedere
- Trama altalenante
Versioni disponibili: PC, PlayStation 4, Xbox One
Versione testata: Xbox One X