La mia esperienza con The Little Acre inizia nell’Agosto dell’ormai trascorso 2016, quando mi recai allo stand di Curve Digital presso la Gamescom di Colonia: prima di entrare nella stanza dove era presente l’ideatore del gioco con una demo del suo progetto, strinsi la mano ad una persona che a prima vista non riconobbi, ma che mi fu presto presentata dal rappresentante di Curve Digital: si trattava di Charles Cecil, sviluppatore britannico famoso per essere il fondatore e presidente di Revolution Software, studio famoso per aver sviluppato ottime avventure punta e clicca come Lure of the Temptress, Beneath a Steel Sky e la serie di Broken Sword, probabilmente la più popolare di tutte le loro produzioni. Cecil, che scoprii poi essere il produttore e supervisore del gioco, mi sorrise e mi disse queste parole: “Stai per provare il gioco? Tieni d’occhio questi ragazzi perché hanno talento”. Ed è quello che ho fatto, dato che man mano che si avvicinava la data d’uscita del gioco non vedevo l’ora di mettere le mani sul software terminato. Ma alla fine ne è valsa la pena? Cecil ha fatto bene a riporre la sua fiducia in questo piccolo studio?
A GATE TO THE COUNTRYSIDE
La storia di The Little Acre ha inizio in un piccolo cottage di campagna dove vivono Aidan, sua figlia Lily ed il loro cane Dougal: la famiglia non ha avuto molta fortuna in passato poiché la moglie di Aidan è tragicamente deceduta, l’uomo è rimasto disoccupato e recentemente il nonno Arthur, che viveva nella stessa casa del figlio Aidan e della nipote Lily, è scomparso senza lasciar traccia. Nonostante tutte le disgrazie che hanno afflitto i residenti di quel cottage chiamato “The Little Acre”, il padre della piccola Lily non ha perso ogni speranza e cerca di proteggere la figlia dalle crudeltà della vita cercando di essere premuroso con lei. Un giorno, dopo aver ricevuto l’ennesima delusione nella sua ricerca di un impiego, Aidan riesce a mettere in moto una delle invenzioni realizzate da suo padre, una macchina capace di aprire un passaggio fra il loro mondo ed uno parallelo abitato da strane creature. Nel corso della loro avventura Aidan e Lily dovranno trovare il modo per tornare a casa e scoprire cosa si nasconde dietro la misteriosa sparizione del nonno. La trama in sé non è molto complessa ed il numero di eventi significativi compresi all’interno dell’arco narrativo è piuttosto esiguo, tuttavia i punti di forza di The Little Acre risiedono principalmente nella bontà della narrazione e nell’empatia con i personaggi: sin dai primi istanti di gioco i protagonisti saranno semplicemente adorabili e le varie situazioni e gag comiche sono parecchio spassose, ma non mancano i momenti drammatici, a volte del tutto inaspettati, che tratteranno temi come la perdita di una persona cara. The Little Acre è però afflitto da un grave problema, ovvero sul più bello il gioco termina bruscamente ed in maniera anche un po’ sbrigativa: forse lo scarso budget non ha permesso allo studio di allungare ulteriormente la durata complessiva dell’esperienza, sta di fatto che è possibile terminare The Little Acre in meno di un paio d’ore durante la prima run ed in meno di una una volta scoperto come risolvere gli enigmi proposti. Di fatto però il gioco non da neanche nessun pretesto per essere rigiocato dato che non sono presenti finali alternativi, se non quello di reimmergersi nel mondo creato dallo studio irlandese od ottenere specifici obiettivi.
QUI BELLO
The Little Acre è un’avventura grafica che prende ampiamente ispirazione dalle meccaniche collaudate negli anni ’90, specialmente a giochi come quelli realizzati dal buon Cecil che ha sicuramente influenzato il lavoro dello studio irlandese. Nella versione PC da noi provata l’interazione avviene unicamente tramite mouse che ci permetterà di gestire gli spostamenti dei personaggi e l’interazione con i vari oggetti posizionati nello scenario: l’interfaccia grafica è piuttosto semplice e pulita, non presentando nessun elemento se non un bottone che permette l’apertura dell’inventario. Le azioni che potremo compiere saranno limitate e ci sarà permesso unicamente di raccogliere oggetti, combinarli fra loro per poi utilizzarli per interagire con gli elementi presenti nello scenario: nessun lungo dialogo con risposte a scelta multipla come accadeva nelle avventure grafiche della Lucasart, anche perché per gran parte del gioco ciascuno dei due personaggi sarà solo e quindi tutto ciò che sentiremo saranno i pensieri di Aidan o gli sconclusionati monologhi ad alta voce della piccola Lily. La progressione della storia avviene infatti a fasi nelle quali controlleremo in maniera alternata Aidan e Lily, ciascuno dei quali avrà un approccio diverso agli ostacoli che ci si pareranno e la piccola dovrà anche fronteggiare i problemi derivanti dalla sua bassa statura che però in alcuni casi sarà anche una caratteristica da sfruttare a proprio vantaggio: ad aiutare Lily ci saranno anche il fedele cane Dougal ed un bruco un po’ troppo cresciuto chiamato Bugsy, i quali avranno abilità uniche che metteranno a disposizione della piccola. Punto di forza del gioco è sicuramente la coerenza degli enigmi: in ogni fase del gioco gli obiettivi richiesti sono molto chiari e mai eccessivamente criptici, la loro risoluzione segue precisi processi logici che possono essere intuiti senza ricorrere ad uno sforzo eccessivo di immaginazione e gli oggetti con i quali potremo interagire sono indicati da pratici segnalini. Certo, per chi ha masticato per anni avventure grafiche forse questo ulteriore aiuto farà sembrare il gioco fin troppo semplificato, però per chi si sta avvicinando solo ora a questo genere di gioco The Little Acre permette di avanzare nella storia senza rimanere per secoli bloccato in un punto perché non aveva capito che si dovesse usare il togli-graffette su il tremendo yak feroce. Il gioco subisce comunque un repentino cambio di rotta nell’ultima fase: se infatti per la maggior parte del tempo potevamo esplorare con tutta calma gli scenari, nelle battute finali avremo ben poche possibilità di interazioni con gli elementi e dovremo eseguire precise azioni per far avanzare la trama del gioco.
The Little Acre si presenta come un gioco realizzato con una splendida veste cartoonesca, con un character design di impatto capace di far affezionare velocemente ai vari personaggi (in particolare Lily, Dougal e Bugsy) e delle animazioni facciali molto espressive e che rendono i personaggi buffi e divertenti. I personaggi si muovono su di un ambiente statico, realizzato a mano, ma comunque vivo grazie ai dettagli inseriti. Qualche difetto tecnico è riscontrabile dai percorsi computi dai personaggi: ogni tanto infatti per arrivare dal punto A al punto B Aidan e Lilly (soprattutto Aidan) cammineranno al di fuori dai sentieri presenti nello scenario, così come sporadicamente lo scaling dei modelli non funzionerà a dovere e per qualche istante il modello sarà sproporzionato rispetto allo scenario. Le musiche sono altalenanti, con alcuni temi ben orchestrati ed estremamente orecchiabili che si alternano ad altri troppo corti e che potrebbero risultare velocemente noiosi, ma nel complesso non sono mai fastidiosi: quello che colpisce è però il doppiaggio inglese dei vari personaggi, molto ben realizzato ed in grado di contribuire ulteriormente alla caratterizzazione dei personaggi, in particolare quello di Lily (doppiata dalla sorella di uno dei due co-fondatori e character designer del gioco) sarà quello che vi salterà maggiormente all’orecchio rendendo ancora più reale la protagonista del gioco.
PRO
- Ottimo character design
- Coinvolgente
- Enigmi coerenti
CONTRO
- Dura troppo poco
- Bassa rigiocabilità
- Qualche difetto
Versione testata: PC
Voto: 7,5