Dopo una lunghissima fase di Beta, The Elder Scrolls Legends ha finalmente raggiunto la sua forma finale. Il nuovo titolo di Bethesda entra in un circuito molto competitivo che vede scontrarsi colossi del calibro di Hearthstone, Magic e Gwent, quest’ultimo anch’esso in beta. Abbiamo seguito lo sviluppo del titolo in diverse occasioni e il feedback della community ha dato i suoi frutti. Il titolo può vantare infatti una componente essenziale per il successo in questo ambiente: un’identità. Scopriamo come se la cava nella nostra recensione!
Mulligan o non mulligan..
La fetta di mercato riservata ai giochi di carte è stata testimone, almeno negli ultimi anni, di una crescita a dir poco esponenziale. Gran parte del merito va giustamente attribuito a Blizzard che è riuscita, tramite Hearthsone, a proporre un prodotto molto immediato e carismatico, capace di coinvolgere sia i giocatori casuali che i più appassionati. Quando si parla di videogiochi di carte, come avevamo accennato in uno Speciale di qualche giorno fa, gli eredi spirituali della controparte reale hanno sempre il loro peso. Sebbene The Elder Scrolls Legends, così come Hearthstone e Gwent possano vantare una propria identità, gran parte delle meccaniche di base deriva direttamente dal caro e buon vecchio Magie e da Yu-Gi-Oh!.
Sebbene Magic, nonostante la sua costante presenza nel mondo videoludico, non sia riuscito ad avere il successo sperato, i risultati conseguiti dal tridente Hearthstone-Gwent-The Elder Scrolls Legends suggeriscono un fattore comune da non sottovalutare: l’universo di gioco. La chiave per il successo di tali titolo sembra infatti riguardare il modo in cui essi siano in qualche modo legati ai loro mondi di provenienza. Il celebre World of Warcraft per Hearthstone, The Witcher ( in particolare The Witcher 3: Wild Hunt ) per Gwent e ovviamente tutto l’universo di The Elder Scrolls per Legends.
La forma e la sostanza
Ma andiamo al sodo. Come già accennato in fase di apertura, ciò che distingue The Elder Scrolls Legends da altri giochi di carte è il complesso delle meccaniche e le strategie utilizzate in gioco. Troviamo ancora una volta il Mana, gestito in modo automatico come su Hearthstone ma influenzabile da tantissime carte che ne aumentano l’efficienza. Ancora una volta troviamo un sistema basato sui Servitori e le loro tipologie, capaci anch’esse di interagire tra loro in base al deck che si preferisce. La più grande novità risiede invece nello stesso campo di gioco. The Elder Scrolls Legends prevede infatti l’utilizzo di due zone separate nelle quali schierare i nostri servitori. La zona a sinistra di solito non ha effetti particolari e, come da manuale, ci consente di schierare dei servitori che potranno attaccare nel turno successivo oppure nello stesso turno nel caso in cui abbiano Carica. La zona destra invece si presenta in modo molto più interessante e ci permette di “nascondere” i nostri servitori tramite una meccanica molto simile alla Furtività di Heartsone per far si che non vengano attaccati dai servitori nemici. La divisione dell’arena di gioco in due parti apre le porte a una varietà immensa di scelte strategiche dedicate non solo al posizionamento ma anche al tempismo, un tratto caratteriale unico di The Elder Scrolls Legends che conferisce al titolo una sua impronta personale. The Elder Scrolls Legends racchiude tantissime scelte che arrivano direttamente dai titoli di carte più famosi, caratterizzando le proprie creature con abilità già note a chi mastica il genere e altre che spiegheremo più avanti. Ci ritroveremo dunque a giocare creature con rantolo di morte, carica, travolgere, provocazione, tocco letale e tante altre. The Elder Scrolls Legends si contraddistingue in termini di abilità e meccaniche di gioco introducendo le Profezie, ovvero una meccanica che interagisce direttamente con i punti vita. La meccanica della profezia riesce a rivoluzionale l’ottica di gioco. Il giocatore ha 30 punti vita e 5 rune profezia, ogni volta che subisce 5 danni una di queste rune viene spezzata e il giocatore danneggiato pesca attivando una meccanica che, sfruttata nel modo giusto, è capace di cambiare le sorti di una partita. Le carte che possiedono l’abilità “Profezia”, pescate tramite questo meccanismo vengono infatti giocate istantaneamente e senza costo, rischiando di portare il giocatore danneggiato in netto vantaggio rispetto all’avversario. I mazzi basati su questa meccanica sono molto e, nonostante la casualità intrinseca della profezia, quasi ogni carta messa in gioco in questo modo si rivela molto utile. Per chiudere il discorso relativo alle meccaniche (si, sappiamo che è noioso, ndr) bisogna citare un piccolo ma non indifferente sbilanciamento che, nonostante le proteste della community continua ad essere presente. Il giocatore che inizia per secondo, laddove su Hearthstone riceve la carta “moneta” che gli fornisce un cristallo di mana, riceve una carta molto simile ma utilizzabile per ben tre volte nel corso della partita, garantendo un vantaggio non indifferente in termini di velocità e controllo del board.
C’era una volta
Un’altra caratteristica fondamentale di The Elder Scrolls Legends risiede nella scelta “variabile” delle Classi. Il titolo di Bethesda mira infatti ad una personalizzazione più profonda, lasciando il giocatore la libertà di mischiare fino a due attributi per “creare” la classe che più vi si addice. Seguendo i classici parametri caratteristici di The Elder Scrolls, ovvero Forza, Intelletto, Resistenza, Agilità e Volontà potremo dunque incrociare Forza e Intelletto per ottenere un mago-guerriero oppure Agilità e Forza per creare un arciere. Se da un lato la creazione più “personale” del proprio eroe apre le porte ad un altissimo livello di personalizzazione, dall’altra va ad intaccarne il carisma, rendendo il tutto leggermente più anonimo.
A differenza della controparte di Blizzard, che si limita a rilasciare delle “Avventure” basate su match continuativi, The Elder Scrolls Legends propone una campagna a giocatore singolo molto più profonda e interessante, raccontando una storia, in perfetto stile The Elder Scrolls, attraverso le nostre partite. Una piccola componente ruolistica, molto piacevole e divertente ci lascia decidere alcune azioni nel corso della campagna, ricompensandoci con carte diverse in base alla nostra scelta. L’avventura di base, già disponibile gratuitamente sia nella beta che nella versione finale del titolo ci permette di comporre diversi mazzi ed esplorare gran parte delle classi attraverso il meccanismo sopra citato. Per quanto riguarda il versante multigiocatore, vero cuore pulsante di ogni videogioco di carte, The Elder Scrolls Legends non si allontana molto dal concetto di Hearthstone proponendo delle sfide classificate al fine di scalare una classifica e le arene nelle quali il mazzo va composto compiendo delle scelte, affrontabile sia in modalità competitiva che contro l’IA. La modalità arena, esattamente come su Hearthstone prevede il pagamento di un prezzo in gold per essere avviata e permette un massimo di tre sconfitte prima di ricompensare il giocatore in base al numero di vittorie compiute.
Ricordiamo inoltre che The Elder Scrolls Legends è disponibile gratuitamente mentre le bustine sono acquistabili sia spendendo la valuta ottenibile in gioco attraverso le vittorie e le quest giornaliere oppure attraverso valuta reale. La predisposizione di The Elder Scrolls Legends verso l’e-sport grazie all’arrivo del supporto a twitch ed ai tornei interni al gioco lasciano ben sperare per il successo di un titolo che ha saputo proporsi in modo intelligente e con una sua identità.
PRO:
- Deck building estremamente variabile
- Propone meccaniche uniche e innovative
- Disegni e grafiche curatissime
- Modalità campagna molto interessante
CONTRO:
- Leggermente sbilanciato in alcune situazioni
- Artisticamente buono ma poco accattivante
Versione Provata: PC