Spellforce è una saga di cui molto probabilmente non hanno mai sentito parlare, a causa della sua ristretta nicchia di utenza e della sua natura ibrida di RTS e RPG, un mix non proprio volto ad attirare le masse. Nonostante tutto l’originalità del gameplay gli ha permesso di sopravvivere in questi anni e dal 2003 abbiamo avuto due episodi e ben tre corpose espansioni, fino ad arrivare ad oggi con Spellforce 3, resuscitato dalla sempre più convincente THQ Nordic e da Grimlore Games, che segna l’uscita del nuovo capitolo dopo dieci anni dall’ultimo canonico.
Ritorna al passato
Spellforce 3 è l’ultimo in ordine di uscita ma il primo in ordine cronologico della saga, essendo ambientato 500 anni prima del capostipite e ha la pretesa di spiegare gli eventi che hanno portato al grande disastro di Eo, il continente del gioco, e alla guerra tra i Maghi e il regno. Inizierete comandando il generale Sentenza Noria, doppiato da un sempre strepitoso Doug Cockle, la voce ufficiale di Geralt di Rivia, alla ricerca di un mago traditore che ha iniziato una rivolta in favore di una fantomatica libertà magica. Evitando qualsiasi tipo di anticipazione, dopo un lungo tutorial il testimone passerà al vostro personaggio, con cui dovrete scoprire l’origine di una misteriosa epidemia che minaccia di mettere in ginocchio il continente, proprio mentre lo scontro tra Maghi e società è al suo culmine. La trama di Spellforce 3 non brilla certo per originalità ma si fa apprezzare per tutte le oltre 40 ore che sono necessarie per il suo completamento, soprattutto per il continuo mutare tra sezione RTS e quelle più RPG, e per gli straordinari scenari che i ragazzi di Grimlore hanno ricreato e su cui torneremo in seguito. Colpi di scena già visti, situazioni al limite del cliché, ma hanno il pregio di non essere pretenziosi e soprattutto, rendono il titolo accessibile a tutti, anche chi si avvicina alla saga per la prima volta.
Una spolverata di GDR
Se consideriamo solamente la componente GDR, Spellforce 3 è un titolo molto classico, che ad alcuni potrebbe ricordai i primi episodi di Diablo, in dungeon completamente esplorabili e riempiti di nemici da uccidere. La novità principale riguarda la gestione dei poteri di ogni membro del proprio gruppo, che può anche essere relegata totalmente all’intelligenza artificiale oppure sfruttare le scorciatoie da tastiere la ruota delle abilità. Le varie classi, tra il personaggio principale e i comprimari, sono personalizzabili ma ricalcano tutti gli stereotipi del tipico gioco fantasy, con il dps, tank, mago, healer e ibridi degli stessi. Nelle mappe chiuse, a difficoltà normale, prendere i combattimenti troppo alla leggere potrebbe portarvi a perdere i membri del gruppo in pochissimo tempo, soprattutto contro i nemici più resistenti, visti che molti degli oggetti difensivi richiedono statistiche abbastanza alte per essere utilizzati, quindi la necessità di dover controllare ogni minima azione diventa in poco tempo apprezzatissima. Il ritmo di gioco è altamente compassato, lento, ma non per questo noioso o frustrante, anzi molto avvincente. Lungo le mappe dovremmo affrontare una serie di obiettivi principali e secondari e potremmo parlare con molti personaggi, ma scordatevi la profondità narrativa di altri titoli simili, dato che Spellforce 3 è un gioco estremamente guidato dal punto di vista della trama.
E una manciata di RTS
L’altra grande faccia di Spellforce 3 è ovviamente la componente RTS, che si mischia alla perfezione con quella GDR, diventando un’estensione quasi naturale. Strategicamente parlando, Spellforce 3 si rifà al secondo capitolo, con i lavoratori da assegnare ad ogni struttura e sette tipi diversi di risorse da raccogliere per costruire le proprie truppe. Edifici e soldati avanzati andranno realizzati tramite la ricerca di progetti, cosa che li renderanno utilizzabili solo dopo parecchio tempo. Sono presenti tre razze distinte, Umani, Orchi ed Elfi, che però non hanno sostanziali differenze tra di loro, se non per le unità d’élite, rendendo i combattimenti molto meno variegati di quanto avremmo voluto. Per essere un RTS Spellforce 3 risulta estremamente lento, sia nella costruzione delle unità che nella raccolta degli edifici, ma non è necessariamente un male, per due semplici motivi: la componente macro è ridotta praticamente all’osso, con la necessità di conquistare avamposti lunga la mappa per aumentare la propria influenza e il limite di popolazione, garantendovi la possibilità di tenere tutto sotto controllo senza eccessivo sforzo; l’altra grande peculiarità è ovviamente la presenza degli eroi, che hanno una potenza devastante rispetto alle unità semplici e vanno gestiti con tutte le attenzioni del caso. Ne consegue che la microgestione delle unità diventa fondamentale per la vittoria contro il nemico, cosa che però risulta abbastanza ostica a causa di alcune imprecisioni nella gestione dei singoli soldati semplici, dato che è praticamente impossibile vederli agire correttamente durante gli scontri serrati. Le unità vanno targettate una ad una e i soldati hanno un aggro nemico enorme, con conseguenze disastrose nel caso vogliate spostare per un secondo l’attenzione altrove.
Spellforce 3 però ha un enorme pregio, che è quello del proprio comparto artistico. Il mondo di Eo è estremamente affasciante, con scorci meravigliosi e che rivaleggiano per bellezza a quelli di The Witcher o del più recente Divinity Original Sin 2. Il mondo di gioco vi lascerà esterrefatti, sia per la sua maestosità che per livello di dettaglio. Peccato non si possa dire lo stesso dei modelli dei personaggi, molto meno rifiniti, ma che non si notano dinanzi la maestosità degli scenari. Ottima la colonna sonora, ma soprattutto il doppiaggio inglese, con Cockle e tutti gli altri attori del cast raggiunge dei livelli incredibili, da far impallidire anche produzioni a budget maggiore. A livello di modalità, Spellforce 3 ha anche un paio di avventure singole create appositamente per continuare la storia nelle terre di Eo, oltre ad una modalità multi player incentrata ovviamente sulla componente RTS. Funziona e fa il suo dovere, ma la presenza di pochissime mappe non la eleva purtroppo a componente fondamentale.
PRO:
- Avventura longeva e solida
- Originale ibrido RTS e RPG
- Doppiaggio stellare
- Scenari maestosi ed incredibili
CONTRO:
- Trama non proprio originalissima
- Alcuni problemi nella componente RTS
- Razze non eccessivamente caratterizzate
- Pochissime mappe multiplayer
Versione Testata: PC
Voto: 7.5