La prima volta che vidi la piccola Renie, provai un senso di empatia talmente grande da volerla consolare attraverso lo schermo di gioco in quel di Colonia. Vuoi perché sono anch’io un fratello maggiore, vuoi perché la caratterizzazione dei personaggi era resa talmente bene che anche in quei 15 minuti di prova sono riusciti a trasmettere una pletora di emozioni, fatto sta che Silence divenne ben presto uno dei titoli che più ho atteso in questo autunno videoludico. Il seguito diretto di The Whispered World, ad opera di Daedalic, racconta una storia toccante, poetica, dolce e amara allo stesso tempo, come un sogno dal quale ci si sveglia all’improvviso. Una piccola perla che ci ha regalato attimi di bellezza che da tempo non vedevamo in produzioni anche più blasonate.
Sadwick saved the world once
Silence è ovviamente il seguito delle avventure di The Whispered World, che prende in prestito le ambientazioni fantasy del titolo di riferimento, ma sposta l’attenzione su una coppia di fratelli, Noah e Renie. La storia inizia nel peggiore dei modi, con i due ragazzi in fuga dall’orfanotrofio in cui risiedevano a causa di un imminente attacco aereo. C’è la guerra nell’incipit di Silence, la guerra vista attraverso gli occhi innocenti di due ragazzi, troppo giovani per conoscere una sofferenza così grande, ma determinati a sopravvivere. Trovato riparo in un rifugio antiaereo, Noah cerca di consolare la piccola Renie, giustamente impaurita dalle bombe. Per farlo, le narrerà nuovamente le storie di Silence e dei suoi abitanti, soprattutto del fedele Spot, il tenerissimo bruco protagonista del primo capitolo, capace di assumere diverse forme e di Sadwick, il clown dal passato regale. Proprio quando sembrava che bambina si stesse per riprendere, un ordigno prende in pieno il rifugio, catapultando i due fratelli nel buio. Al suo risveglio Noah vede che Renie è sparita e un passaggio si è aperto tra il nostro mondo e quello di Silence. Senza perdere tempo, il ragazzo si getta all’inseguimento della sorellina, rapita da un essere non meglio identificato, persa in un mondo fantastico e terribile allo stesso tempo, ricco di magie ma anche di pericoli. Qui entrambi i fratelli incontreranno personaggi memorabili, vecchi e nuovi, e il salvataggio di Renie diventerà il salvataggio dell’intero mondo di Silence, in una narrazione fantasy che, nonostante non assuma i toni epici tipici del genere, regala attimi di pura poesia.
La storia è uno dei punti di forza di Silence, che come avventura grafica propone anche una formula inusuale di narrazione a scelta, dove il finale del gioco cambia a seconda delle scelte del giocatore. Nonostante tale scelta sia limitata solo alle fasi conclusive, entrambi i finali sono estremamente toccanti, come non se ne vedevano da parecchio. Il vero bonus della narrazione è la caratterizzazione dei personaggi, con Noah che è un ragazzo molto coraggioso per la sua età, ma che nel proseguo della sua avventura non disdegna di corteggiare qualche giovane condottiera guerriera. Renie dal canto suo non è la classica bambina in pericolo, ma anzi una vera e propria luce per tutti coloro che vi entrano a contatto, un concentrato di tenerezza e buonumore che riesce ad infondere il coraggio anche nelle persone più spaventate. Il gioco è strutturato proprio per far provare empatia verso i personaggi e il mondo di Silence e a conti fatti, ci riesce benissimo. La storia prosegue per una manciata di ore, forse troppo poche, ma credeteci quando vi diciamo che ve le ricorderete tutte, una per una.
La semplicità è nelle piccole cose
Silence è un’avventura grafica abbastanza semplice nell’interazione. Si tratta di schermate fisse, con il protagonista di turno che si muove lungo il fondale alla ricerca di oggetti con cui interagire e risolvere i vari enigmi proposti. Se parliamo di complessità dei puzzle, siamo ad un livello molto basilare, nulla che possa impensierire chi abbia un minimo di esperienza di giochi simili; a questo ci aggiungiamo anche al possibilità, tramite la semplice pressione di un tasto, di poter visualizzare tutti gli oggetti cliccabili a schermo, così da favorire ulteriormente la risoluzione. Non è quindi la complessità degli enigmi a dare lustro al gameplay, quando l’interazione con l’ambiente. Noah potrà infatti contare sull’aiuto di Spot, il fedele e tenerissimo bruco in grado di diventare una sfera, una tavola o assorbire energia. Il simpatico vermetto risolverà gran parte degli enigmi con Noah, richiedendo al giocatore di pensare in maniera creativa, mentre le parti con Rinie saranno molto più classiche, in puro stile punta e clicca. Vista la limitata interazione e la durata non proprio estesa del gioco, gli sviluppatori hanno ben pensato di riempirlo di achievement, che sicuramente faranno la felicità dei completisti più spassionati, ma poco diranno a chi invece vuole semplicemente godersi il gioco. Gli obiettivi da sbloccare sono davvero parecchi e più della metà si otterranno svolgendo azioni che non sono utili al proseguo dell’avventura. Questo allunga sicuramente la longevità del titolo, ma parliamo sempre e comunque di una durata irrisoria.
Silence! I amaze you!
Quello che però, a nostro parere, è il motivo per il quale Silence si aggiudica a mani basse il nostro sigillo di qualità, è il comparto artistico. Il gioco di Daedalic è sviluppato con personaggi 3D che interagiscono con un ambiente 2D che sembra dipinto. Ogni cosa in Silence è riprodotta con uno stile fantasy e surreale che incanta, con noi più di una volta imbambolati a rimirare gli splendidi fondali del gioco. Una lezione di art design, un assaggio di quello che il media videoludico può fare in termini artistici, un passo sempre più vicino alla vera e propria opera d’arte. Anche i personaggi e le loro animazioni, che adottano uno stile cartoonesco e semplice che si contrappone ad un setting molto maturo e complesso, sono eccezionali da vedere, una ventata d’aria fresca in un panorama che tende sempre all’esagerazione. Non parliamo poi della colonna sonora, altra regina della produzione di Daedalic, capace di trasportarvi in un attimo nell’universo di Silence con poche semplici note, un’aria che difficilmente scorderete in poco tempo. Ottimo anche il doppiaggio inglese, curato nei minimi dettagli e che esalta l’eccellente lavoro fatto con i personaggi.
PRO:
- Storia profonda e toccante
- Protagonisti ottimamente realizzati
- Colonna sonora eccellente
- Una vera e propria opera d’arte videoludica
CONTRO:
- Dura troppo poco
- Enigmi troppo semplici