Potrei stendere un elenco infinito di titoli che mi hanno sorpreso in questi anni quando alla prima occhiata mi erano sembrati banali e superficiali. Rabi-Ribi è l’ultimo di questi. Sviluppato da Crespirit e pubblicato da Pqube, questo metroidvania misto bullet hell in pixel art in cui interpreterete una ragazza-coniglio alla ricerca del suo master. Strano vero? Ma come ho esordito, c’è molto di più in questo gioco, tanto da strapparmi a tutte le distrazioni di queste ultime settimane e farmi concentrare esclusivamente su di lui. Come è possibile? Perché Rabi-Ribi è un gioco complesso, soddisfacente, impegnativo ma soprattutto, maledettamente divertente.
Coniglietta d’assalto
La storia è semplice: ci risveglieremo come Erina, un coniglio che è diventato improvvisamente una ragazza dalla fattezze della più classica delle conigliette di Playboy e dovremo ricercare il nostro padrone, una ragazza che abbiamo misteriosamente perso di vista, che potrà aiutarci a trovare un metodo per tornare conigli. Nella nostra avventura verremo affiancati da Ribbon, una fatina in grado di sparare diversi tipi di proiettili, che ci aiuterà a difenderci dalle persone ostili che vogliono catturarci a tutti i costi. Detta così, la trama di Rabi-Ribi è una delle cose più fuori di testa mai sentite, e non possiamo certo darvi torto, anche perché i classici dialoghi testuali che portano avanti la narrazione sono tantissimi e ancora più esagerati. Una storia divertente, fresca e leggera, con addirittura degli spunti lievemente più maturi, ma che ovviamente non può piacere a tutti, ma che consigliamo comunque. Per il resto siamo di fronte alla classica storia di stampo orientale, nel caso non ve ne foste accorti, dove il nonsense la fa da padrone e avrete migliaia di righe di testo da leggere, adornate però da eccellenti disegni delle protagoniste, da sempre marchio di fabbrica delle produzioni simili. E parliamo di design davvero originali e non eccessivamente stereotipati, che spaziano dal classico manga al chibi kawaii, adatto a tutti i gusti. I dialoghi putroppo non sono localizzati in italiano, ma stiamo parlando di centinaia e centiaia di linee di testo, che molto spesso vengono saltate, con disprezzo dei puristi.
Fatine, carote e robot
Il vero fulcro del gioco però è il gameplay; Rabi-Ribi è un classicissimo metroidvania 2D che però integra anche delle meccaniche tipiche dei bullet hell, tra tutte ovviamente, la quantità spropositata di proiettili che i nemici vi spareranno addosso. Andiamo però con ordine: la nostra Erina avrà a disposizione un martello con il quale effettuare attacchi corpo a corpo e potrà sbloccare abilità fisiche via via più forti ed utili per avanzare lungo i vari livelli. Come tradizione vuole, alcune zone saranno accessibili solamente dopo aver recuperato determinati oggetti o abilità, così che il backtraking si rivela parte integrante del gioco. Se non vi dà fastidio ripercorrere gli stessi ambienti più volte e uccidere sempre gli stessi nemici gridando come si faceva ai vecchi tempi, allora Rabi-Ribi non vi darà alcun problema. Ma se queste meccaniche le considerate ormai vetuste, non c’è da preoccuparsi neanche in quel senso, visto che la versione console dispone di due modalità, con l’Alternative che è quella descritta in precedenza, mentre la Standard limita parecchio l’aspetto di molto l’aspetto grinding, facendo in modo di farvi scontrare con tutti i nemici senza aver acquisito per forza determinati oggetti. Dopo circa un’ora di gioco Ribbon si unirà a voi, rendendovi di fatto in grado di sparare diversi tipi di proiettili contro i vostri nemici, proiettili di varia natura che andranno sbloccati nel corso del gioco. Sarà possibile sparare colpi caricati o inanellare combo di martellate, ma consumeranno stamina e mana, impedendovi di spammare di fatto questi attacchi più potenti, dando anche quel tocco in più di abilità ad un combat system già di per se complesso e soddisfacente. Complesso perché i nemici in Rabi-Ribi sono tantissimi e tutti con pattern estremamente diversi, che vi richiederà un’attenzione costante durante la vostra esplorazione durante i livelli. A proposito di questi ultimi, parliamo di 9 macro aree collegate tra loro ricchissime di segreti e sbloccabili, che per i maniati del completamento sono davvero una manna dal cielo, tutti tra l’altro strutturati in maniera differente e dalle diverse ambientazioni.
Dark Bunnies
La parte più importante di Rabi-Ribi sono però le boss fights, oltre 40 in tutto il gioco. I boss metteranno a durissima prova le vostre abilità, nonostante le apparenze tenere e kawaii degli stessi. Imparare a memoria i vari pattern sarà di vitale importanza, così come allenare i vostri riflessi e la vostra coordinazione. Parliamo di vere e proprie sfide come non se ne vedevano da tempo e avrete bisogno di tutto l’arsenale di Erina e Ribbon per riuscire a sconfiggerli, ricorrendo a bombe carota, amuleti rallenta tempo, attacchi in salto e tantissimi altri, oltre ovviamente ad una quantità indefinita di proiettili. Con questi scontro contro i boss, la parte platform del gioco quasi passa in secondo piano, tanto che anche gli sviluppatori hanno inserito la modalità Boss Rush, in cui potrete riaffrontare tutti i boss del gioco una volta finita l’avventura, così da ripercorrere effettivamente la parte migliore dell’intero gioco. Una sfida estremamente soddisfacente, dove l’abilità è tutto e la fortuna non c’entra nulla, dove non esistono compenetrazioni poligonali spacciate come componenti del gioco con le pareti o pattern sempre uguali, ma tutto è sempre in costante evoluzione e dove l’allenamento e i riflessi sono le uniche cose che vi faranno andare avanti.
Lo stile pixel art di Rabi-Ribi è adorabile, figlio di quella corrente minimalista e vintage che sta riportando i giochi all’essenziale, ovvero il gameplay, unico e vero tratto distintivo del media in questione dal cinema. Rabi-Ribi è un ottimo esempio di giocabilità associata ad un comparto artistico minimale ma efficace, con tantissimi personaggi ottimamente rappresentati e teneri al punto giusto. Rabi-Ribi va inoltre menzionati per la propria difficoltà; un gioco difficile, senza compromessi se non quattro livelli di difficoltà, dove l’ultimo è solo per veri masochisti, o campioni del mondo. Notevole anche la colonna sonora, con oltre 50 traccia beat per accompagnare la vostra avventura. Per quanto riguarda la longevità, stiamo parlando di oltre trenta ore per vedere i titoli di coda, mentre potrebbe arrivare tranquillamente a cento qualora decideste di cercare tutti i segreti sparsi nel mondo di gioco.
PRO:
- Trama fuori di testa
- Gioco impegnativo e gratificante
- Longevo ben al di sopra della media
- Pieno zeppo di boss fights
- Gameplay eccellente
CONTRO:
- Bisogna andare oltre le apparenze
- Solite e tediose sequenze testuali non localizzate
Versione testata: PS4