Uno dei titoli più attesi degli ultimi anni, annunciato sin dagli albori di questa generazione di console, Quantum Break, l’ultima fatica di Remedy, è finalmente arrivato e siamo di fronte ad un titolo atto a rivoluzionare il modo di pensare i videogiochi. La svedese Remedy ha dato prova, nel corso della storia, delle sue capacità e della voglia costante di innovare e stupire, con titoli come Alan Wake e Max Payne alle spalle; Quantum Break affonda le sue radici su queste solide basi, lanciandosi verso nuovi orizzonti fatti di idee. Dopo più di tre anni di dura attesa abbiamo tra le mani Quantum Break, ed ecco la nostra recensione.
Time in a Bottle
Tra le numerose stelle del firmamento videoludico, Remedy è sicuramente una delle più brillanti. La software house svedese, guidata dalle esperte mani di Sam Lake, ha regalato al pubblico perle dal valore incommensurabile, riuscendo molto spesso a rivoluzionare interi generi grazie alla voglia di rinnovarsi e stupire. Qualche mese fa avevamo già parlato di Remedy in vista di Quantum Break, del modo in cui questa software house è riuscita ad uscire dai canoni classici, ignorando i tempi di sviluppo ma presentandosi con titoli sensazionali, tutti diversi tra loro ma con l’impronta permanente del genio di Sam Lake: è stato il tempo di Max Payne, quello di Alan Wake e adesso tocca a Quantum Break affermarsi in un mondo in piena evoluzione, tentando di rivoluzionare uno dei pilastri dell’intrattenimento videoludico, ovvero la narrazione. Quantum Break tratta un tema molto delicato, capace di stravolgere le fondamenta dei classici intrecci narrativi: il Tempo. Questa è infatti una delle tematiche più controverse nell’ambito dell’intrattenimento, una componente fondamentale al fine di collocare un susseguirsi di eventi in modo da essere credibile e narrativamente accettabile.
Nella storia dell’intrattenimento, sopratutto nel genere fantascientifico, il Tempo è una delle componenti più affascinanti; esso spinge lo spettatore a riflettere, a sperimentare, a stimolare idee e congetture e la relatività del tempo è anch’essa una componente affascinante e lo stesso pubblico ha dimostrato di apprezzarla in opere cinematografiche come Interstellar e Donnie Darko. Eppure il mondo videoludico non ha potuto ancora godere appieno di tale meraviglia: il fascino magnetico del tempo, delle sue implicazioni, è stato, fino ad oggi, estraneo agli occhi dei videogiocatori. Quantum Break si ritrova dunque a sfidare un tema molto difficile che, se sfruttato nel modo giusto, è capace di intrecciare gli eventi in modo sublime. Il titolo, annunciato nel lontano 2013, ha da sempre promesso un’esperienza innovativa ed emozionante, il risultato è a dir poco sconvolgente. Remedy ha trovato in Quantum Break l’occasione per affermarsi ancora una volta come una delle software house più blasonate nel mondo dei videogiochi, con un titolo assolutamente fuori dal comune, un’esperienza estremamente intensa ed appassionante.
Quantum Break non riesce soltanto a stravolgere il modo di concepire la narrazione: il titolo introduce infatti una caratteristica che approfondiremo più avanti ma che è necessario citare sin dall’inizio in modo da avere un quadro completo. Quantum Break è il primo titolo ad avere una serie TV, totalmente in Live Action, i quali episodi dipendono totalmente dalle decisioni prese dal giocatore nelle fasi di gameplay, creando un espediente narrativo importantissimo ai fini dell’esperienza complessiva.
Time Is Running Out
Nonostante la complessità delle premesse, la trama di Quantum Break si sviluppa su delle basi tutt’altro che sconosciute al mondo dell’intrattenimento, sviluppando personaggi credibili e carismatici. Il concetto di base del titolo è molto semplice: il Tempo, una dimensione quasi sconosciuta al genere umano in termini pratici, è sull’orlo del crollo. L’intera trama di Quantum Break ruota intorno alla minaccia della sua fine, un evento talmente catastrofico da riuscire a spezzare anche la più forte tra le menti. L’incombere dell’estinzione del tempo determina lo sviluppo caratteriale ed emozionale dei personaggi, andando così a frapporre il bene ed il male che, pur condividendo lo scopo, non avranno gli stessi mezzi per compierlo. È così che i fratelli Jack e William Joyce si ritrovano a fronteggiare la Monach Corporation, una multinazionale spietata, guidata segretamente da Paul Serene, un uomo che, a causa dei viaggi nel tempo, sta per disgregarsi dalla realtà. La presenza della componente temporale permette a Quantum Break di impostare un setting narrativo che prende forma in un arco di tempo molto ampio, gli eventi si sviluppano infatti tra il 1999 e il 2016, venendo sballotati nel tempo in una città chiamata Riverport, nella quale, dopo uno strano incidente con una macchina del tempo, iniziano a susseguirsi strani accadimenti.
Nonostante i concetti di base già conosciuti, Quantum Break riesce ad abbattere il muro di scetticismo nei confronti di una storia che sembra già vista, introducendo dettagli ed eventi che mirano a sconvolgere il giocatore.
Remedy ha coraggiosamente scelto di evitare la classica escaltation violenta fatta di esplosioni e morti, la spettacolarità di Quantum Break è data da elementi molto più complessi, alternando fasi di gameplay dinamico ad altre più lente, fatte di esplorazione e contemplazione degli ambienti circostanti. La scelta di non stupire i giocatori tramite meri effetti speciali è encomiabile, sopratutto al fronte dei risultati ottenuti. La presenza delle Stasi rappresenta un elemento chiave ai fini dell’esplorazione: sono dei periodi in cui il tempo è completamente fermo in cui ovviamente il protagonista del gioco, grazie ai suoi poteri, è capace di muoversi liberamente, osservando l’ambiente circostante e cosa stia effettivamente avvenendo e la cura degli ambienti in Quantum Break è qualcosa di mai visto prima, ogni oggetto presente negli ambienti è indipendente ed è possibile interagire con esso. L’alternarsi di intense fasi di shooting con fasi di esplorazione permette al giocatore di comprendere dettagli importantissimi sui personaggi e sulla trama generale del gioco per mezzo di documenti sparsi in ogni livello. Quantum Break non propone dunque un banale set di raccoglibili fini a se stessi, bensì la possibilità di approfondire i legami tra i personaggi e far luce su alcuni dubbi. Il titolo è suddiviso in cinque diversi atti, tutti rigiocabili tramite la sezione “Linea Temporale”. L’unico vero difetto di Quantum Break, in termini di trama, è l’assenza di finali multipli: sebbene il titolo metta il giocatore di fronte a diverse scelte, esse porteranno comunque ad un unico finale, un vero peccato in termini di riocabilità, c’è da dire che le scelte disponibili in gioco modificano però radicalmente l’intero gameplay del titolo e, sebbene il finale resti immutato, è consigliabile portare a termine il gioco almeno due volte per avere un quadro completo della trama.
The sun is the same, in a relative way.
La più grande novità in termini narrativi è, come già accennato, la componente televisiva del titolo. Quantum Break propone infatti una Serie TV completamente realizzata in Live Action che racconta le vicende della trama dal punto di vista dell’antagonista. Alla fine di ogni atto, tranne l’ultimo, impersoneremo Paul Serene. Il giocatore è dunque chiamato in causa per decidere le azioni dell’antagosnista, prendendo parte ad una componente chiave del titolo chiamata Punto di Svolta.
Paul Serene, è un uomo spezzato dal tempo, a causa dello stesso incidente che ha coinvolto Jack Joyce. Serene non solo ha appreso gli stessi poteri di Jack, ma è andato oltre, attraversando il futuro fino ad arrivare alla tanto temuta fine del tempo; tale esperienza ha devastato la mente dell’antagonista, destabilizzando la sua personalità e consentendogli di vedere stralci di futuro. Paul Serene ha dunque la capacità di prevedere alcuni eventi, fino ai punti di svolta, ovvero delle decisioni chiave che bloccano la visione del futuro finchè non si risolvono. L’impostazione dei punti di svolta rappresenta un espediente narrativo davvero geniale, dove il giocatore sarà chiamato, alla fine di ogni atto, a prendere una decisione nei panni dell’antagonista e tale decisione influirà pesantemente sulle puntate della Serie TV. Non parliamo di una serie di brevi video in Live Action ma di una Serie TV con episodi dalla durata di circa mezz’ora con dialoghi scritti da sceneggiatori e non da programmatori. Pur non stravolgendo eccessivamente i punti cardine della trama, le decisioni prese nei panni di Paul Serene andranno a decidere il destino di alcuni personaggi presenti sia nelle fasi di gameplay che nella serie TV e in questo modo sarà possibile ottenere risultati diversi in base alla combinazione di scelte effettuate durante il gioco. La possibilità di cambiare gli eventi di una Serie TV rappresenta una novità non indifferente nel campo dell’intrattenimento, non solo ai fini narrativi, essa conferisce infatti al giocatore un potere decisionale atto a farlo sentire come una parte integrante della storia, sarà possibile sbloccare delle scene aggiuntive tramite le Propagazioni Quantiche, ovvero dei collezionabili particolari che, una volta raccolti, prendono forma nelle puntate successive, di solito si tratta di oggetti legati ai personaggi della serie.
Wait for the ricochet
Nonostante Quantum Break dedichi la maggior parte delle sue risorse nella trama e nei dialoghi, esso rimane comunque un TPS. Remedy non è di certo la prima arrivata in un genere così consolidato, è palese infatti il riferimento ad elementi di richiamo da Max Payne. Dal punto di vista del gameplay, Quantum Break si presenta infatti come uno shooter dinamico e divertente, sebbene la presenza di coperture automatiche in vecchio stile rischia di far sembrare il tutto un po’ pilotato, esso rappresenta invece un mezzo per spingere il giocatore ad usare le coperture soltanto per attendere i tempi di ricarica dei poteri. L’intento di Remedy, con il gameplay di Quantum Break è quello di realizzare uno shooter che mantenga il giocatore in costante movimento, senza lasciarlo fossilizzare dietro alle coperture. L’utilizzo dei poteri rappresenta l’elemento che trasforma Quantum Break da un classico TPS “Statico” ad uno divertente e più dinamico, l’unico errore commesso da Remedy sembra essere quello di aver fornito tutti i poteri di base sin dall’inizio, annullando così il piacere della scoperta e, sebbene alcuni poter siano “potenziabili” andando avanti nella storia, già dal terzo atto è possibile compiere tutte le azioni disponibili. Come già detto in precedenza, Quantum Break alterna in modo molto intelligente fasi di frenesia a fasi di esplorazione, un level design di alto livello permette di utilizzare i poteri con l’ambiente circostante per creare vie di fuga o per accedere a determinati collezionabili e fonti di Chronon, utili per potenziare i propri poteri, è inoltre possibile interagire con alcuni elementi riavvolgendo il tempo per creare una situazione utile ad andare avanti, ad esempio, è possibile trovare una porta chiusa e riavvolgere il tempo fino a quando quella porta è stata aperta in modo da aprirla. La spettacolarità di Quantum Break scaturisce inevitabilmente dall’utilizzo dei poteri e dall’astuzia del giocatore nello sfruttare l’ambiente circostante, dove è possibile bloccare il tempo in una determinata area per scaricare interi caricatori che esplodono nello stesso momento oppure per bloccare un nemico nelle vicinanze di un contenitore esplosivo; lo scatto costituisce la via di fuga per eccellenza, permettendo al giocatore di coprire una notevole distanza per allontanarsi dai nemici oppure per aggirarli, rallentando il tempo per qualche secondo dopo la fine dello scatto, il terzo ed ultimo potere utilizzabile in combattimento è invece una sorta di salvavita, uno scudo che assorbe qualche colpo prima di dissolversi permette al giocatore di sfuggire dalle situazioni più disperate. È inoltre disponibile un quarto potere, quest’ultimo è utilizzabile in qualsiasi momento ed è utile all’esplorazione e alla pianificazione, una sorta di “Occhio dell’aquila” che evidenzia nemici, munizioni e collezionabili presenti nelle immediate vicinanze. Il titolo mette a disposizione una svariata gamma di armi e, senza scendere troppo nel dettaglio, conferisce ad ognuna di essa un’impronta identificativa, le armi automatiche variano dalla classica mitraglietta al fucile da combattimento, la categoria delle pistole possiede sempre munizioni infinite ed è possibile scegliere tra la pistola a raffica, quella classica e quella pesante, per le situazioni più spinose è possibile trovare invece le armi pesanti come il fucile a pompa, la carabina e il mitragliatore pesante.
Take the Time
Le fasi di combattimento presenti in Quantum Break assumono un carattere più intenso man mano che si procede nella storia, la presenza di nemici sempre più armati e protetti garantisce una curva di difficoltà che richiede sempre più impegno da parte del giocatore anche se a difficoltà Facile e Normale è quasi impossibile morire a causa dell’efficacia esagerata dei poteri. L’intelligenza artificiale svolge bene il suo lavoro, i nemici tendono infatti ad accerchiare Jack e a volte prevedono gli spostamenti effettuati con gli scatti, in presenza di più nemici contemporaneamente vengono infatti formate delle vere e proprie strategie per chiudere il protagonista da più lati. La frequenza delle stasi, che bloccano anche i nemici a schermo, non esclude la minaccia di un conflitto a fuoco, la Monarch ha infatti sviluppato dei congegni grazie ai quali i soldati più potenti saranno in grado di muoversi anche nelle sezioni di gioco in stasi, questi particolari nemici sfruttano quasi gli stessi poteri di Jack, risultando particolarmente difficili da sconfiggere a difficoltà elevate. Una delle situazioni più spettacolari del gioco è costituita proprio dai conflitti a fuoco nei periodi di stasi, è possibile assistere a spettacolari scene in cui i nemici sconfitti rimangono bloccati nel tempo, come se tutto fosse fermo. La presenza di nemici più o meno corazzati garantisce a Quantum Break una varietà in termini di gameplay, introducendo pian piano ostacoli sempre più ardui, come i campi protettivi nei quali i poteri di Jack vengono annullati oppure i nemici corazzati con lanciagranate che rappresentano dei veri e propri mini-boss.
Il giudizio finale in termini di gameplay si risolve in modo positivo per Quantum Break, anche se è evidente la maggior attenzione dedicata agli sviluppi narrativi, il titolo si afferma comunque come TPS ma presenta alcuni difetti che a lungo andare possono rendere i conflitti a fuoco una prassi troppo ripetitiva e facile da superare, uno dei maggiori difetti è costituito infatti dal generale sbilanciamento del titolo che risulta essere anche fin troppo facile da giocare.
Grande Giove!
Come la maggior parte dei titoli First Party, Quantum Break punta gran parte della sua influenza sul dettaglio grafico. Dal punto di vista tecnico il titolo si presenta in modo magistrale e, sebbene sia presente qualche sporadico episodio di ghosting, la resa generale del titolo in termini di dettagli ed effetti è maestosa. Ci ritroveremo spesso a rivivere momenti in tempi diversi ma rimanendo nello stesso luogo, in quel momento è possibile ammirare la cura dei dettagli dedicata agli ambienti che cambiano in base alla data in cui ci troviamo, laboratori che un tempo furono all’avanguardia possono essere ritrovati in uno stato trasandato. Quello che colpisce di più rimane comunque la presenza degli effetti e di un modello fisico che permette ad ogni oggetto di muoversi in modo indipendente, il dettaglio in tal senso è elevatissimo, anche nelle sezioni di combattimento è possibile distruggere gran parte degli oggetti presenti a schermo e, in caso di stasi, essi rimarranno bloccati nel tempo così come tutto il resto. Uno degli elementi più impressionanti è sicuramente la resa facciale dei modelli dei personaggi, gli sviluppatori sono riusciti a riprodurre in modo quasi identico i volti degli attori che hanno partecipato alla realizzazione sia del motion-capture del gioco sia alla serie TV, è dunque possibile rivivere alcune scene della serie in una chiave totalmente videoludica, grazie ad una riproduzione fedelissima degli ambienti. La scelta dei 30FPS per Quantum Break rende il titolo molto più cinematografico aumentando la spettacolarità generale e favorendo un passaggio quasi impercettibile tra Cut-Scene e fasi di gioco, ovviamente si parla di scene di intermezzo tra i gameplay, le Cut-scene che vengono riprodotte all’inizio e alla fine di ogni atto sono completamente in CG ed è normale notare la differenza. Le musiche scelte da Remedy non fanno una grinza, è possibile udire alcuni brani già sentiti in Alan Wake e alla fine di ogni atto è presente un diverso brano molto in linea con gli eventi appena accaduti. La qualità degli effetti non lascia trasparire alcuna sbavatura e l’assenza di aliasing rende le immagini più nitide, nonostante la bufera sulla risoluzione. Quantum Break è dunque uno spettacolo da vedere e da giocare, uno shooter che incolla allo schermo grazie al suo magnetismo ed una trama che richiede grande attenzione da parte del giocatore.
PRO:
- Una delle trame più affascinanti degli ultimi anni
- Binomio SerieTV/Videogioco reso in modo fantastico
- Caratterizzazione dei personaggi sublime
- Gameplay fresco e divertente
CONTRO
- Longevità non proprio eccelsa
- Assenza di finali multipli
- La disponibilità di tutti i poteri sin dall’inizio rovina un po’ la sorpresa