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Recensione | Prismata

La nostra recensione di Prismata, un card game ambietato nelle spazio con interessanti elementi da RTS sviluppato dal team di Lunarch Studios
Carlotta BoscaBy Carlotta Bosca13 Febbraio 2019
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Prismata non è il solito gioco di carte, ma un apprezzabile tentativo da parte di Lunarch Studios di unire, ad un genere già ampiamente approfondito, le meccaniche da RTS. Il risultato? Stracraft e Heartstone che si incontrano in un unico gioco.

Prismata è ambientato in un futuro non troppo lontano su di un pianeta desertico utilizzato principalmente per la raccolta dell’energia solare: il protagonista è Swade, ufficiale in comando della base militare, che si ritroverà a dovere capire le cause e fronteggiare una ribellione robotica. Un inizio semplice e decisamente poco innovativo, creato marginalmente al solo scopo di introdurre il contesto e far apprendere al giocatore le meccaniche del titolo.

Prismata è un gioco di carte a turni, il cui scopo è cercare di spazzare via le unità nemiche ma che integra caratteristiche di gameplay mutuate dagli RTS. A differenza di molti titoli del genere, in Prismata il concetto di deckbuilding assume connotazioni diverse, visto che non dovremo passare una fase iniziale basata sulla ricerca di carte che ben si adattano al nostro stile di gioco, ma avremo a disposizione sin da subito un mazzo dal quale costruire la nostra strategia a seconda dell’avversario che ci troveremo di fronte. Il giocatore dovrà, ad ogni turno, accumulare e centellinare delle risorse (divise in Oro, Energia, Behemio, Gaussite e Replicase) con le quali poter sviluppare un piano (e modificarlo in corso d’opera) e schierare le truppe sia d’attacco che difensive. Tutto quello che però si aggiunge al mazzo, oltre al modo più intelligente e strategico di usarlo, è la vera chiave di successo dato che, per rendere le cose ancor più complicate, il nostro avversario avrà a disposizione lo stesso mazzo e le stesse carte e tutte le mosse a nostra disposizione possono essere riprodotte fedelmente dal nostro avversario; il titolo si basa quindi sulla pura abilità del giocatore e di chi generalmente spreca meno risorse, ma poiché non esiste una partita uguale all’altra anche la strategia non può essere schematizzata e riprodotta di volta in volta: sta quindi al giocatore adattare la propria tattica in maniera reattiva ad ogni possibile situazione presentataci.

Quella che vi ho appena destritto altri non è che la modalità più importante (nonché la più interessante) di Prismata, ossia la Battle, ma il gioco, come ogni gioco di carte che si rispetti, ha a disposizione diverse modalità di gioco: nella stessa Battle possiamo trovare le “partite casuali” disponibili dal livello 6, poi “ranked” ovvero la partita classica, poi contro i bot di difficoltà diverse e la partita contro un amico. Un’altra modalità a disposizione è la campagna in singleplayer, divisa in cinque episodi nei quali dovremmo affrontare diverse sfide e combattere i robot. Nulla di trascendentale o particolarmente audace ed originale, ma è stato un modo divertente per imparare le regole prendere confidenza con le meccaniche.

Lo stile di Prismata è molto semplice e colorato e gli artwork sono interessanti, ben realizzati e curati. Lo stesso, però, non di può dire della realizzazione delle carte, che dovrebbero rappresentare fulcro del gioco, ma risultano purtroppo essere monotone e ripetitive, sono dotate di un design banale e slegato con lo stile del gioco. Un comparto tecnico, insomma, che poteva ambire a qualcosa di più e rispecchiare la volontà degli sviluppatori di creare qualcosa di nuovo.

PRO

  • PVP equo
  • Tante scelte
  • Rigiocabilità

CONTRO

  • Lo stile grafico
  • Dettagli poco curati
  • Trama banale

Versione provata: PC

Versione disponibile: PC

Voto: 7.5

 

 

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